[28/10/2009] News toscana

Linea elettrica Lucca-Borgo a Mozzano, Urbano (Legambiente): «Manca una vera pianificazione urbanistica»

FIRENZE. Il 21 ottobre scorso le sezioni lucchesi di due associazioni ambientaliste (Legambiente e Wwf) e dell'associazione per la difesa del paesaggio Italia Nostra hanno scritto al presidente della commissione Ambiente in consiglio regionale, Erasmo d'Angelis, per chiedere di «riaprire un confronto tecnico con la società Terna per modificare il progetto del nuovo elettrodotto (..) denominato "Risanamento della linea elettrica in alta tensione nei comuni di Lucca e Borgo a Mozzano"». Un intervento che secondo le associazioni avrebbe (pur trattandosi di una risistemazione di una linea già esistente) un impatto eccessivo su frazioni come Mutigliano, la Cappella, Sant'Alessio, Borgo Giannotti.

La vicenda, pur ruotando prevalentemente intorno ad aspetti relativi a criticità paesaggistiche, investe anche i dubbi riguardo ad alcune zone dove è già previsto l'interramento dei cavi, ma localizzandoli ad una distanza dall'abitato talmente bassa (in certi casi 4 metri) che è in dubbio la possibilità che, una volta messa in opera, la linea garantisca effettivamente una induzione magnetica tale da adempiere agli obiettivi minimi di qualità posti dalla regione Toscana.

Limiti che, secondo Michele Urbano, presidente di Legambiente Lucca che abbiamo contattato per un approfondimento, equivalgono a 0,2 microtesla di induzione magnetica.

Urbano, a che punto è la questione, per quanto attiene all'aspetto paesaggistico?

«La zona in oggetto è sottoposta ad un vincolo paesaggistico: sotto il nome di "Zona delle colline lucchesi", su di essa incide un vincolo derivante da un decreto ministeriale, ripreso nel Pit della regione Toscana. E la competenza è quindi affidata alla Soprintendenza da una parte, e al comune dall'altra. Visto che non parliamo di un'opera decisa all'improvviso, ma che segue un percorso iniziato nel 2001 e che ha comportato una Via e due conferenze dei servizi (a cui comunque non hanno partecipato esponenti del ministero dei Beni culturali), ci chiediamo chi abbia dato il nulla osta per la realizzazione, e stiamo cercando di capirlo perchè non è chiaro.

Il punto, comunque, è che Terna ha accettato tutte le obiezioni che il comune ha presentato, e infatti i cavi saranno interrati dovunque il comune lo ha richiesto. Quindi, anche considerando che si tratta di un intervento di risistemazione dell'esistente e che (almeno secondo quanto previsto in teoria) i livelli di induzione magnetica sono entro i limiti, la nostra mobilitazione da questo punto di vista non è rivolta contro Terna: quello che vogliamo capire è perchè l'amministrazione ha concesso i nulla osta in una zona sottoposta a vincolo paesaggistico, dove cioè i comuni cittadini non possono, senza l'autorizzazione della Soprintendenza, nemmeno sistemare i tetti delle case o aprire una finestra.

Poi, per andare incontro alle richieste dei residenti della zona, stiamo cercando di vedere se, anche se è apparentemente tutto regolare (c'è la Via, ci sono i nulla osta, ecc.), nel percorso di autorizzazione ci sono stati dei vizi procedurali, ma è piuttosto difficile ricostruire un iter che è iniziato nel 2001.

Insomma, come Legambiente non siamo contro la razionalizzazione del trasferimento di energia, ma sembrano esserci stati degli errori da parte dell'amministrazione comunale: da questo punto di vista la "colpa" non è tanto di Terna, ma del fatto che manca una vera pianificazione urbanistica. Certo, occorre vedere se, come detto, la documentazione presentata da Terna per le previsioni di impatto corrisponda a quello che si avrà a opera ultimata. Poichè la nostra principale preoccupazione è la salute della cittadinanza, davanti alle rassicurazioni dei tecnici ci siamo sentiti più tranquilli: ma poi si scopre che i cavi interrati potrebbero avere un'induzione magnetica superiore a quella autorizzata, e allora viene da preoccuparci».

E veniamo quindi all'altro aspetto della vicenda: secondo quanto da lei dichiarato all'edizione lucchese del "Tirreno" il 20 ottobre, il suo sospetto è che «per i cavi interrati non siano stati rispettati i parametri per evitare l'inquinamento da elettromagnetismo». Che cosa intende?

«La questione riguarda in particolare la frazione di Borgo Giannotti: nella sintesi non tecnica della Valutazione di impatto ambientale si sostiene che gli elettrodotti interrati sono potenzialmente più pericolosi, rispetto ai tralicci, per quanto concerne l'esposizione all'inquinamento elettromagnetico. Questo perché gli effetti dati dall'alta tensione discendono sia dalla differenza di potenziale elettrico, sia al campo magnetico indotto dalla corrente circolante.

E, se la carica elettrica si può schermare mettendo in opera gabbie di Faraday, il campo magnetico no. Inoltre, poiché i cavi sono sistemati molto vicini tra loro, gli effetti dei vari campi magnetici si sommano. In realtà, a mio parere questa valutazione fatta da Terna non è del tutto esatta, perché se i cavi sono adiacenti l'induzione magnetica dovrebbe diminuire, e questo sarebbe un vantaggio. Comunque sia, mentre nel 2001 la distanza minima per la realizzazione di un cavo interrato dalle aree popolate era di 10 metri dal cavo conduttore, un successivo decreto ha cambiato i limiti cautelativi, non parlando più di "distanza in metri" ma di "intensità del campo magnetico" che effettivamente incide sulle case. In seguito, quindi, sono state adottate tecniche finalizzate a montare i cavi più vicini tra loro, ad esempio usando la cosiddetta tecnica del "trifoglio".

In questo modo, l'induzione magnetica massima diventa inferiore a quel valore di 0,2 microtesla che è posto come obiettivo di qualità in materia dalla regione Toscana. Con questa tecnica, quindi, i tecnici possono adempiere all'obiettivo pur sistemando i cavi interrati a 8 metri dalle case, mentre per un traliccio aereo serve una distanza minima di circa 30 metri.

Nella citata frazione di Borgo Giannotti è  stata prevista l'adozione di una tecnologia aggiuntiva, cioè delle canaline "ferro-magnetiche" che agiscono in poche parole (e semplificando) come un "filtro", attenuando l'induzione magnetica. Usando queste canaline, Terna può rispettare il livello qualitativo (senza il quale non riceverebbe l'autorizzazione della Provincia, che è incaricata di far rispettare i limiti regionali) ma facendo passare comunque i cavi vicinissimo alle case, in certi punti di Borgo Giannotti anche a 4 metri di distanza.

Il punto è questo: l'effettiva adempienza ai limiti di legge verrà fuori solo al momento in cui ci sarà il collaudo, a cui dovranno far seguito due anni di monitoraggio. E su questo è ovvio che viene da domandarsi che cosa succederà alla popolazione esposta nei due anni in cui sarà cercato di capire se i cavi posti in opera saranno dannosi o no: questo è un aspetto che va chiarito.

Infine, sussistono dubbi anche sul reale regime delle servitù di passaggio, che dai documenti non sembra essere abbastanza chiaro almeno per la zona di Borgo Giannotti. E in generale, anche se ribadisco che il progetto Terna è positivo per certi versi, perchè la linea attuale è antiquata, ci sembra che Terna abbia fatto alcune cose poco simpatiche: le informazioni per la cittadinanza sono diffuse solo dagli organi di stampa, e inoltre i cantieri non sono recintati, non ci sono i cartelli previsti per i lavori, e abbiamo anche ricevuto segnalazioni documentate sul fatto che nei cantieri non sono usati i dispositivi di protezione individuale (dpi) previsti dalla normativa in materia di tutela per i lavoratori». 

 

 

 

 

 

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