[29/10/2009] News

Nei codici e nelle carte federaliste e autonomiste scarse tracce di nuove politiche ambientali

PISA. La Legautonomie ha deciso di convocare a Pisa per il prossimo 11 novembre un convegno nazionale sullo sviluppo sostenibile e il governo del territorio, dando appuntamento ad amministratori, ambientalisti, esperti. La  ragione è molto precisa;  nei provvedimenti finora approvati dal parlamento e dal governo che  dovrebbero inaugurare - sulla base dei nuovi codici e  carte autonomistiche - la nuova stagione federalista scarse e confuse sono le  norme riguardanti il governo del territorio e quelle nuove politiche ambientali ormai improrogabili.

Lunga e minuziosa è la filza dei tagli, delle potature, delle soppressioni e abrogazioni dalle comunità montane, ai consorzi e alle circoscrizioni, della riduzione dei consiglieri e assessori comunali e provinciali. Un vero decespugliamento che riconduce quasi sempre a controlli centrali e ministeriali con tanti saluti al decantato federalismo. Ma quello che lascia davvero interdetti è la povertà di indicazioni sulla ridefinizione di quelle competenze e funzioni che facciano a tutti gli effetti - come stabilisce il nuovo titolo V della Costituzione - della Repubblica quel sistema equiordinato tra stato, regioni ed enti locali con l'abbandono di vecchie e obsolete gerarchie centraliste. E a pagare il prezzo più alto di questa operazione sono proprio quelle competenze che dovrebbero finalmente consentire all'intero sistema istituzionale di uscire dalle anguste e vecchie norme urbanistiche per proiettarsi e cimentarsi in politiche di governo del territorio improntate ad una nuova programmazione e pianificazione del territorio e dell'ambiente dal suolo, alla natura al paesaggio.

Questa resta in sostanza tutta una pagina da scrivere per ora zeppa di incognite specie se si considerano gli effetti stravolgenti di recenti provvedimenti che hanno fortemente lesionato prima la legge 183 sul suolo e poi la legge 394 per la parte  paesaggistica in rapporto alla tutela naturalistica. Che per il complesso di queste questioni riproposte drammaticamente anche da recenti disastri non soltanto a Messina non tiri aria buona dovrebbe essere ormai piuttosto evidente. Ecco perché c'è bisogno di una risposta forte e chiara che fino a questo momento è sembrata invece assai debole e distratta anche nelle realtà più mature e consapevoli. Neppure il dibattito politico da poco conclusosi sulle mozioni del PD ha sotto questo profilo mostrato l'interesse e l'impegno che ci si poteva attendere e che ci auguriamo non manchi ora. D'altronde anche talune  cronache toscane sotto questo profilo sono lì a ricordarci che sarà bene darsi una mossa e alla svelta.

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