[30/10/2009] News

Mondiali di calcio in Sudafrica: sacrifici di animali per "benedire" gli stadi?

LIVORNO. Gli stadi sudafricani che si apprestano ad accogliere le partite del dei Coppa del mondo di calcio del 2010 saranno "benedetti" con un sacrificio massiccio di animali, almeno se i capi tribali ed i leader religiosi tradizionali vedranno accolte (come molto probabile) le loro richieste. La notizia apparsa il 28 ottobre sul giornale Cape Arugs ha fatto presto il giro del mondo ed una petizione su internet, già firmata da migliaia di persone in Australia, Canada, Danimarca, Usa, Gran Bretagna e Messico, chiede di impedire gli abbattimenti, di boicottare le partite dei campionati mondiali e di mettere in atto altre azioni per impedire il sacrificio di animali.

Ma in Africa le cose sono molto diverse e più complicate e il rapporto uomo-animali-religione non è stato ancora mitigato e declassato a superstizione dal cristianesimo prima ed ancor più dall'illuminismo e dall'ambientalismo animalista dopo.

Zolani Mkiva, presidente del Makhonya Royal Council, leader politico e tribale e "poeta della Nazione" sudafricana, ha detto che vuole vedere i rituali eseguiti in tutti gli stadi della coppa del mondo 2010: «E' necessario che una mucca sia sacrificata in ogni stadio, così facendo inviteremo i nostri antenati africani ad essere con noi lungo tutto l'evento calcistico».

La politica ufficiale non si tira indietro: «Nel piano provvisorio per la cerimonia di apertura, è stato preso in considerazione un "elemento di benedizione"» spiega Pieter Cronje, portavoce del sindaco di Città del Capo.

Ma quello che farà probabilmente inorridire i nostri animalisti è la posizione possibilista del National Council of societies for prevention of cruelty to animals (Nspca) South Africa, più o meno la nostra Enpa, che ha deciso di partecipare ai colloqui con i capi delle religioni tradizionali africane e gli organizzatori locali dei campionati del mondo di calcio e che dice: La posizione del Consiglio nazionale della Spca é rispettosa e di sostegno verso le pratiche culturali e tradizionali».

Il Nspca ha emesso anche un prudentissimo comunicato ufficiale intitolato "Reponse to "Slaughter at 2010 soccer showpiece": «Il Consiglio nazionale delle Spcas è venuto a conoscenza della proposta di tenere macellazioni rituali di animali nei luoghi della Coppa del Mondo il 23 ottobre 2009, attraverso un giornale cittadino che titolava in prima pagina "2010 Slaughter" e da un dettagliato articolo di Puleng Mashabane e Steven Tau.

La risposta immediata del Nspca è quella di confermare s di stare lavorando per essere incluso nei colloqui con il Local organising committee (Loc), il cui amministratore delegato Danny Jordaan dovrebbe ritornare in Sudafrica la prossima settimana. La posizione del Nspca è rispettosa e solidale nei confronti delle pratiche culturali e tradizionali. Gli standard di benessere sono di primaria importanza e questi includono temi come il trasporto degli animali, detenzione negli impianti, le modalità di gestione più il metodo di macellazione. Il Nspca vuole dare un contributo su questo problema a tutte le parti interessate, compresi i capi tradizionali che hanno fatto l'annuncio su questo tema.

Il Nspca sottolinea che il suo ruolo non sarà quello di predicare o imporre, ma di agire per una welfare-liaison capacity. Non necessariamente cultura, tradizione e benessere animale sono in conflitto. Gli appelli, l'atteggiamento e l'approccio del Nspca non devono essere visti come critici, dittatoriali o come sfide. Lo Nspca ha il dovere di agire nel migliore interesse di tutti gli animali e per promuovere il loro benessere».

Probabilmente la prudenza degli "animalisti" sudafricani è dovuta anche al fatto che la vera ed intoccabile vacca sacra sono i campionati del mondo di calcio del 2010 nel quale il Paese arcobaleno ha investito moltissimi soldi e molta della sua immagine, ma è anche evidente che tradizioni e religiosità, che hanno al centro ancora i sacrifici animali contano ancora nel Sudafrica multirazziale, multietnico e multi tribale che vive in bilico tra gli antenati da soddisfare con il sangue rituale e il futuro che è ancora difficile da vedere, lontano dalle baraccopoli delle immense periferie e dai villaggi tribali dove guaritori e stregoni sono ancora autorità riconosciute e temute.

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