[02/11/2009] News

Parchi di montagna e di mare; chi se ne occupa?

PISA. Il Corriere della Sera ha dedicato un ampio servizio al Rapporto dell'Agenzia dell'ambiente sui cambiamenti climatici in montagna. I dati confermano che le Alpi sono il luogo più ‘caldo' d'Europa. A dare un'idea di cosa significano le  Alpi sono il profilo ambientale è sufficiente un dato; il territorio alpino si estende solo sul 3% del suolo europeo ma ospita il 20% di tutte le specie vegetali. Recente -come è noto- è il riconoscimento da parte dell'Unesco delle Dolomiti come patrimonio dell'umanità a conferma della straordinarietà di questo ambiente a rischio ‘clima' ma anche - ecco il punto - di protagonisti quali i parchi che non se ne stanno con la mano tanto da meritarsi un riconoscimento così prestigioso. Cosa vogliamo dire? Semplicemente questo; che dinanzi ai rischi incombenti sui quali ciarlano i negazionisti di turno vi sono cose che si possono fare e che si stanno anche già facendo ma che vanno estese e rafforzate. A questo del resto hanno messo mano dopo il riconoscimento dell'Unesco le istituzioni e i parchi alpini dotatisi ora anche di una apposita Fondazione. Allora? Ecco, allora nonostante tutto ciò, della Convenzione alpina e del ruolo dei parchi di cui parla una legge nazionale di molti anni fa al ministero dell'ambiente non  si occupa praticamente nessuno.

Il Venerdì di Repubblica della scorsa settimana ha denunciato a proposito delle frane e del dissesto idrogeologico del paese il disinteresse ministeriale anche nella sua organizzazione interna che ignora lo stato comatoso di molti nostri fiumi e non solo sotto il profilo della ‘sicurezza' ma anche della condizione ecologica di cui si parlerà il 13 novembre a Sarzana in un importante appuntamento nazionale.

Negli stessi giorni la stampa ha riportato questo dato; conosciamo solo il 5% delle specie marine.

La presenza di aree protette marine è pressoché irrilevante e non solo in Italia ma nessuno da noi se ne occupa se non per ribadire che  comanda soltanto il ministero che non fa un tubo. Anche di questo, della gestione integrata delle coste si occupava la legge appena ricordata a proposito delle Alpi che ovviamente è stata altrettanto ignorata.

In compenso al Ministero anziché preoccuparsi di questa colpevole negligenza e inadempienza  stanno arzigogolando sulla riduzione di qualche rappresentante in questo o quell'organismo dei parchi nazionali già stremati non dagli sperperi ma da finanziamenti che sono andati via via riducendosi con effetti che solo a Roma non vedono o se li vedono se ne fregano.

La domanda è; di cosa si stanno occupando al ministero riguardi ai parchi?  Domanda che va girata naturalmente anche ad altri soggetti istituzionali regioni comprese perché anche lì ci sono troppi silenzi e latitanti. Ad esempio che fine ha fatto la legge toscana?

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