[04/11/2009] News

Sicurezza del nucleare di terza generazione avanzata? Un'utopia. Parola di francesi, inglesi e finlandesi

LIVORNO. L'ottobre 2009 sarà probabilmente ricordato come uno dei mesi neri del nucleare francese: il 6 Greenpeace ha pubblicato un rapporto che evidenzia la gestione catastrofica del centro di stoccaggio delle scorie nucleari de la Manche; il 13 Arte ha trasmesso un documentario sull'esportazione di decine di migliaia di tonnellate di scorie nucleari francesi in Siberia; il 14 l'Autorité de Sûreté Nucléaire (Asn) francese ha chiesto il blocco delle operazioni di smantellamento di un impianto di produzione di combustibile Mox; Areva e il Commissariat à l'Energie Atomique (cea) hanno perso decine di Kg di plutonio nell'impianto di Cadarache e l'Asn ha parlato di «Un rischio grave ed imminente».

Novembre potrebbe però rivelarsi ancora più funesto per il nucleare transalpino : il 2 novembre Rte (il distributore di energia elettrica francese) ha reso noto che un terzo dei reattori nucleari è fermo per operazioni di manutenzione e che almeno 5 hanno avuto incidenti seri, visto che il nucleare fornisce l'80% dell'elettricità francese, questo significa che quest'inverno la Francia dovrà importare energia dai Paesi confinanti, anche quelli che non hanno o stanno abbandonando il nucleare.

Ma probabilmente, la peggiore tegola sul nucleare francese è arrivata, sempre il 2 novembre, dall'Asn e dalle sue consorelle: l'autorità per la sicurezza nucleare finlandese Stuk e quella britannica Uk-Nii (United Kingdom Nuclear Installation Inspectorate), che hanno espresso fortissimi dubbi sui sistemi di sicurezza dei reattori Epr, quelli che il nostro governo ci addita come esempio di pulizia, affidabilità ed economicità.

Le tre autorità di sicurezza chiedono nientemeno «di migliorare il progetto iniziale dell'Epr», quindi Areva dovrà rivedere i suoi impianti francesi e finlandesi, ma due Epr sono in costruzione a Flamanville (Manche, Francia), e in Finlandia, un altro è progettato in Francia a Penly, (Seine-Maritîme). Il cantire dell'Epr finlandese, avviato da Areva nel 2005, ha già 44 mesi di ritardo e 3 miliardi di euro di costi supplementari, L'Epr di Flamanville, iniziato da Edf nel 2007, ha già un anno di ritardo e ad oggi è costato un miliardo di euro in più del previsto.

Greenpeace ha chiesto: «La chiusura immediata dei due cantieri Epr e l'annullamento del progetto di Penly; un "droit d'inventaire" sui materiali nucleari: quantità, localizzazione e flussi; l'attuazione di un dibattito democratico che non ha mai avuto luogo sul nucleare; una moratoria immediata su tutte le esportazioni di materiali nucleari verso la Russia, almeno per il tempo che le inchieste ordinate da Jean-Louis Borloo, ministro dell'ambiente, terminino».

Areva, che ha l'appalto della costruzione dell'Epr francese, ieri ha tentato di minimizzare dicendo che le richieste dell'Asn di modificare il software di pilotaggio dei reattori Epr non ritarderà, almeno a questo livello di realizzazione, la costruzione degli impianti nucleari (che di ritardi ne hanno già moltissimi...) e che il reattore di Flamanville entrerà in funzione nel 2012.

Secondo Areva «La sicurezza dell'Epr non è stata messa in causa ed ha assicurato che insieme ad Edf darà tutte le risposte necessarie entro la fine del 2009. L'Epr é attualmente il reattore più potente del mondo e risponde alle più alte esigenze di sicurezza», ma intanto il suo titolo ieri è precipitato in borsa dopo che era stata reso noto il testo delle autorità di sicurezza sul nucleare: «Il design dell'Epr, così come é proposto da chi ha comprato la licenza (Edf, ndr) e dal fabbricante Areva, non é conforme al principio di indipendenza, nella misura in cui esiste un altissimo grado di interconnessione complesso tra i sistemi di sicurezza e di pilotaggio».

Il pasticcio degli Epr riguarda già ora l'Italia, visto che l'Enel partecipa con una quota del 12% all'avventura del nucleare di terza generazione di Areva in costruzione a Flamanville. «Altro che gioiello della tecnologia, la sicurezza dell'Epr è pura utopia - dice Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente - Il governo italiano ha propagandato, nell'ultimo anno e mezzo, la terza generazione avanzata come una tecnologia sicura e pulita senza fare i conti con la realtà; ora la bocciatura delle agenzie di sicurezza mette in evidenza i rischi a cui andrebbero incontro le popolazioni dei territori interessati dalla costruzione di questo tipo di centrale.

Legambiente continuerà la sua mobilitazione "per il clima, contro il nucleare" per informare correttamente i cittadini delle aree del nostro Paese che rischiano l'arrivo dei quattro reattori previsti dall'accordo italo francese di febbraio scorso. A cominciare da Caorso, Latina, Trino Vercellese e Garigliano, i quattro siti già sede delle nostre vecchie centrali, ma anche Montalto di Castro, Monfalcone, Termoli, Termini Imerese e alcune zone della Puglia».


Il nuovo scandalo del "nucleare sicuro" dovrebbe essere noto da tempo e "Sortir du nucléaire" fa una cronologia dei fatti ignorati: «Il primo luglio 2009, il quotidiano britannico The Times rivela che l'Autorità di sicurezza britannica (NII) mette seriamente in causa la sicurezza del sistema di controllo-comando dell'Epr e scrive a questo riguardo ad Edf ed Areva; Il 7 luglio 2009, dopo aver scoperto le informazioni provenienti dalla Gran Bretagna, l'Asn annuncia che "sta elaborando la (sua) posizione sul controllo-comando" del reattore nucleare Epr. Era davvero tempo: da anni autorizza la costruzione di Epr in Finlandia e poi in Francia; Il 2 novembre 2009, le Autorità di sicurezza francesi e finlandesi si aggiungono alla NII per rimettere in causa il controllo-comando dell'Epr».

Le conclusioni degli antinucleari sono sconfortanti: «C'è stato quindi bisogno che fosse l'Autorità di sicurezza britannica - scelta da Edf ed Areva che speravano allora di costruire dei reattori oltre Manica - a rilevare gravi carenze... che non aveva segnalato l'Asn francese. L'Asn si difende in maniera perfettamente ridicola: per valutare la sicurezza del controllo-comando, aspetterebbe che quest'ultimo sia in corso di installazione nel reattore Epr attualmente in costruzione a Flamanville (Manche). Ma perché aspettare? L'Autorità di sicurezza britannica ha immediatamente segnalato queste gravi carenze mentre l'Epr non esiste che in maniera virtuale in Gran Bretagna... e potrebbe non essere mai costruito».

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