[04/11/2009] News toscana

L'ecomostro di Giannutri e il "condono" nel parco nazionale

ISOLA DEL GIGLIO (Grosseto). Oggi un articolo de La Nazione riporta a galla la vicenda dell'ecomostro dello Spalmatoio a Giannutri, uno degli abusi edilizi da sempre nel mirino di Legambiente, e il presidente del consorzio Isola di Giannutri, Gabriele Scotto spiega che «Il sindaco Ortelli si è rimboccato le maniche cominciando ad affrontare, con impegno e sollecitamente, alcuni dei problemi che possono essere risolti nell'ambito delle sue competenze. In particolare è fermamente intenzionato a definire con la società Margutta la pratica di condono del famoso ecomostro, che si trascina, stancamente, da oltre trentacinque anni. È bene precisare che il termine ecomostro appare del tutto esagerato e fuori luogo. Ma per sedare gli animi degli ambientalisti più accaniti si ha notizia che, nel concedere la sanatoria, il Comune ha imposto al privato l'abbattimento di tutte le costruzioni singole non ancora completate a suo tempo, realizzate sulla punta posizionata a nord est della cala Spalmatoio. A questo punto ben poco resterà alla Margutta, la quale potrà completare solo la costruzione di alcune unità immobiliari a schiera e, quindi, accorpate, che sono situate in località Trenino. Peraltro è bene precisare che la società, di tali locali condonati, dovrà concedere, secondo gli accordi, la proprietà al Comune di tutto il piano terra dove saranno collocati uffici comunali e altre strutture di pubblico interesse».

A proposito di "ambientalisti più accaniti", ecco cosa scrive Legambiente nel suo rapporto "Tutti giù per terra Viaggio nel Paese degli ecomostri e del cemento selvaggio" di quest'estate: «Una lunga fila di fatiscenti immobili in cemento armato per circa 11.000 metri cubi, fa bella mostra di sé da oltre 20 anni nell'insenatura dello Spalmatoio a Giannutri, isola che fa parte del Parco nazionale dell'Arcipelago Toscano. Delle costruzioni, iniziate negli anni '80 senza regolare concessione edilizia dalla società Val di Sol e poi interrotte, rimangono oggi alcuni scheletri in cemento e qualche villetta in completo stato di abbandono. Dopo oltre 10 anni di oblio, la nuova società che ha acquisito gli immobili ha chiesto al Consiglio direttivo dell'Ente Parco il nulla-osta per "recuperare" il complesso. Ma la richiesta non ha avuto più seguito. Nel frattempo l'attuale amministrazione del comune di Isola del Giglio ha avviato un tavolo di confronto con Legambiente proprio sull'ecomostro di Giannutri dichiarando la disponibilità alla soluzione del problema, anche tramite l'abbattimento degli scheletri esistenti...».

Legambiente Arcipelago toscano torna sulla questione e fa osservare che «L'ecomostro a Giannutri c'è eccome, e se paragonato alle dimensioni dell'isola e ad altri in situazioni territoriali e abitative molto più grandi, è anche bello grosso. Ma se, secondo Scotto, è improprio parlare di ecomostro è ancora più improprio parlare come lui fa di condono, visto che a Giannutri c'è un Parco nazionale e che nei parchi i condoni non sono possibili. Quello che sta succedendo è qualcosa di molto diverso: si tratta di un'operazione già avviata da tempo proprio dal parco e dalla precedente amministrazione comunale, che il sindaco Ortelli si è semplicemente ritrovata in eredità. Tutto questo impegno amministrativo è davvero difficile da vedere».

Più o meno la stessa ricostruzione della vicenda la fa l'ex sindaco del Giglio Attilio Brothel, che evidenzia i vistose "dimenticanze" contenute nell'intervista di Scotto alla Nazione: «Moltissimi sono stati gli incontri che si sono susseguiti in tutti e 5 gli anni, proprio per arrivare ad una soluzione condivisa con tutti, visto che si tratta di un argomento delicato ove nessuna furberia è stata ammessa e sulla quale la società proprietaria si è dimostrata seria e ben disposta. Importantissimi sono quindi i punti ed i pareri coinvolti che hanno tracciato un percorso già fatto e che si configura all'interno del condono all' epoca presentato dalla società proprietaria, ma che in più definisce un accordo che non premierà la proprietà, ma permetterà loro di consolidare l'unico edificio rifinito, guadagnando comunque e cedendo tutto il piano terra alla pubblica amministrazione e demolendo il resto. Se il Sindaco Ortelli continuerà su questa strada, e per capirlo formuleremo apposita interrogazione, saremo più che contenti, ma è anomalo da parte di Scotto non citare nulla su quanto affrontato negli anni passati e che di fatto ha sbloccato la situazione. Dopo 30 anni di assoluto silenzio abbiamo risvegliato noi la situazione ed è poco dignitoso e assolutamente incoerente non riconoscere o ricordare ciò che è avvenuto e testimoniabile da tutti».

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