[10/11/2009] News

Nord Stream, via libera anche da Finlandia e Svezia. Nuovo gas o spostamento dei flussi?

LIVORNO. Svezia e Finlandia ieri hanno dato l'assenso al passaggio nelle loro acque territoriali del gasdotto Nord Stream e secondo l'agenzia internazionale di rating Fitch questo, dopo il si danese dei giorni scorsi, «Riduce anche i rischi di ritardo nella realizzazione del progetto stimata in 7,4 miliardi di euro».

Secondo Jeffrey Woodruf, direttore del dipartimento energia della Fitch , «La Russia e l'Ucraina hanno storicamente delle divergenze su diverse questioni, che sono sfociate in diverse interruzioni delle forniture di gas verso l'Europa. L'approvazione della Svezia e della Finlandia, che rende possibile la costruzione del Nord Stream, riduce il rischio potenziale per le forniture future destinate all'Unione europea.

I Paesi scandinavi hanno per diversi anni manifestato le loro preoccupazioni per la possibile influenza ambientale negativa di Nord Stream. Il fatto che la Svezia e la Finlandia abbiano concesso il loro assenso significa che un ostacolo sostanziale è stato tolto».

Svezia e Finlandia per ragioni ambientali e Estonia e Polonia per la loro politica anti-russa si erano dette molto preoccupate del progetto del gasdotto che attraverserà il Mar Baltico per congiungere in 1.200 km Vyborg (Russia) e Greifswald (Germania), trasportando dal 2011 circa 27,5 miliardi di m3 di gas all'anno per arrivare a regime a 55 miliardi di m3.

Esultano i soci di Nord Stream (registrata in Svizzera): Gazprom, con il 51% delle azioni, le tedesche Wintershall Holding e E.ON Ruhrgas che si dividono il 40% e l'olandese Gasunie con il 9%. Ma sul quotidiano russo Gazeta il direttore del'East european gaz analysis, Mikail Kortchemkine, la pensa molto diversamente: «Gazprom ha fretta di costruire un gasdotto che resterà vuoto. Il fatto è che il priomo troncone del tubo sarà alimentato da gas avviato attraverso il gasdotto Griazovets-Vyborg (in costruzione) e il secondo dal gas proveniente dal giacimento di Chtokman. Dove è adesso il giacimento di Chtokman? Da dove proverrà il gas? Per quel che ne sappiamo, si tratta di una cattiva sincronizzazione dei progetti che comporterà, al minimo, delle spese supplementari. Perché non avremo esportazioni supplementari. Nord Stream non porterà alcun beneficio».

Secondo Kortchemkine «In realtà, nessuno ha bisogno del gasdotto North Stream, né la Russia, né l'Europa, in primo luogo perché questo progetto non è destinato ad aumentare i volumi di vendita del gas. Questo aumento è semplicemente del tutto impossibile, perché il gas russo è il più caro sul mercato, mentre gli europei preferiscono, lo comprendo perfettamente, acquistare il gas meno caro.

Credo che l'esportazione di gas si fisserà a poco più di 150 miliardi di m3, un aumento leggero rispetto ai volumi attuali. Questi costituiscono circa 140 miliardi, l'anno prossimo, poi saranno 150 miliardi e lo saranno anche per molto tempo. Il che significa che si tratterà semplicemente di redistribuzione degli stessi volumi. Si guardiamo la presentazione degli investitori che ha avuto luogo nel febbraio scorso, Gazprom non parla che di diversificazione degli itinerari e non di crescita delle esportazioni. Non credo che la Russia cerchi di perpetuare il confronto con l'Ucraina.

E' piuttosto un problema politico legato alla pressione sulla Polonia, perché sarà possibile ridurre a zero il transito via Polonia e Bielorussia. Secondo i vecchi schemi, se il "rubinetto" è chiuso in Polonia o in Bielorussia, la parte lesa sarebbe la Germania che riceve il gas avviato attraverso il gasdotto Iamal-Europa. Secondo il nuovo schema, si può tranquillamente chiudere questo "rubinetto" e fornire gli stessi volumi attraverso il Nord Stream».

Sarà anche per questa nuova diramazione geopolitica delle guerre del gas che il primo ministro russo Vladimir Putin ha subito ringraziato Svezia e Finlandia: «Il governo svedese autorizza il gruppo North Stream a posare due condotte parallele per il trasporto di gas nella zona economica della Svezia nel Mar Baltico. A nome dei dirigenti russi vorrei ringraziare I colleghi ed il governo svedese per la decisione presa». Stessi ringraziamenti sono toccati un'ora dopo alla Finlandia quando a Mosca è arrivato l'annuncio anche del si di Helsinki.

La Russia, se le ricostruzioni degli esperti sono valide, "secca" quindi le sue vecchie linee meridionali del gas intasate dagli strascichi post-sovietici e della guerra fredda e dai concorrenti asiatici ed africani e punta tutto sui rifornimenti a nord, con l'opzione Nabucco nel Mar Nero che resta ancora in gran parte da vedere.

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