[11/11/2009] News

Rifiuti speciali, la preoccupazione torna a essere quella di tracciarli, e a trattarli chi ci pensa?

GROSSETO. Ieri a Cecina è stato siglato un protocollo d'intesa tra il Polo tecnologico della Magona e la Selex service management, la società di Finmeccanica che si occupa di sicurezza, per creare nello stabile della cosiddetta Torre dell'Orologio un sistema di tracciabilità per i rifiuti.
Un tema che chiama in causa la modalità con cui è attualmente contabilizzato il settore della produzione, gestione e smaltimento dei rifiuti che, se per quanto riguarda gli urbani riesce a raggiungere un accettabile grado di attendibilità, per il comparto degli speciali è invece un vero e proprio colabrodo.

Dall'ultimo rapporto Ispra appare infatti in tutta la sua farraginosità e lacunosità il sistema deputato non a contabilizzare ma a stimare i rifiuti speciali, prodotti, gestiti e smaltiti nel nostro paese.
Da questo complesso sistema emerge che i rifiuti complessivamente "gestiti" nel 2006 (ultimo anno per cui sono disponibili i dati) , a fronte dei 134 e oltre milioni di tonnellate prodotte, sarebbero pari a 117 milioni di tonnellate, di cui il 91,6% costituito da non pericolosi. Risultano 60 i milioni di tonnellate avviate a recupero e oltre 43 milioni quelle destinate a smaltimento, per un totale di rifiuti gestiti corrispondente a 103,7 milioni di tonnellate e 13,3 milioni che rimangono nel limbo degli impianti di stoccaggio e messa in riserva.

Risulta difficile - si legge nel rapporto-«seguire il flusso dei rifiuti (speciali, ndr) dalla loro origine alla destinazione finale e, soprattutto non rende possibile dichiarare concluso il ciclo di recupero».

E' da queste cifre che muove l'idea quindi di mettere in pedi un percorso sulla tracciabilità dei rifiuti e a questo proposito il Ddl 1534 (che converte in legge il decreto 39 del 28 aprile 2009) contiene una proposta di modifica riguardo al sistema di controllo informatico della tracciabilità dei rifiuti, già previsto nel decreto 152 che implica anche la soppressione del Mud.

A questo proposito il capo della segreteria tecnica del ministero dell'Ambiente, Luigi Pelaggi, nei suoi interventi ad Ecomondo ha anticipato il prossimo varo di un sistema sulla tracciabilità che permetterà al sistema imprenditoriale di risparmiare gli «800 milioni di euro che spende per adempiere alle richieste d'informazione che non sono utili, sono scarse e ormai vecchie quando arrivano a disposizione delle autorità di controllo».

Il Sitra, così si chiama, è già in corso di sperimentazione in Campania sulla base di una convenzione per un progetto pilota siglata a settembre.
Ma presto - secondo Pelaggi - sarà esteso a tutto il territorio. Il sistema si avvale di una unità di posizionamento satellitare che verrà posta sui mezzi adibiti al trasporto di rifiuti solidi e liquidi, in grado di comunicare ad un sistema centrale la posizione del veicolo le variazioni di peso, di rotta, etc. e di un sistema informativo per la gestione e fruizione dei dati raccolti e trasmessi. Tale sistema potrà consentire, quindi, come ha spiegato Pelaggi, di verificare l'effettivo itinerario seguito dal mezzo, valutare eventuali comportamenti sospetti come variazioni di percorso o soste prolungate, di analizzare i parametri attinenti al rischio ambientale collegato al trasporto di rifiuti solidi e liquidi in modo da poter fare una valutazione per la scelta degli itinerari da seguire e le aree dove questi rifiuti dovranno arrivare, siano esse di trattamento o di smaltimento.

I dati prodotti da queste attività di tracciamento saranno poi gestiti attraverso sistemi informatici, così da averne in tempo reale l'acquisizione e registrazione. Ottenendo al tempo stesso il monitoraggio e la tracciabilità dei rifiuti.

Un ottimismo poco condiviso dagli operatori che già utilizzano sistemi satellitari di controllo, ma che soprattutto non dà alcun tipo di risposta al problema reale del comparto dei rifiuti speciali (in particolar modo) ovvero la carenza d'impianti dove poter operare il loro trattamento, così da riavviare a riciclo quello che è possibile e allo smaltimento tutto il resto.

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