[21/07/2009] News

Il nuovo greenreport.it: cambia il "vestito", non cambia la sostanza

LIVORNO. Non sarà storico come il passo compiuto 40 anni fa da Neil Armstrong, ma comunque anche il 20 luglio 2009 per greenreport e i suoi lettori significherà molto. Alle 17,23 di ieri è andata in linea la nuova versione del giornale (tra mille piccoli bug che stiamo correggendo anche in queste ore) con una grafica più moderna e speriamo più accattivante, ma soprattutto di più immediata e facile lettura.

L'impegno a migliorare costantemente la qualità resterà quello di sempre: approfondimento e rilettura di ogni notizia attraverso il prisma della sostenibilità per quello che è, ci teniamo a ricordarlo, il primo quotidiano italiano per un'economia ecologica, che fortunatamente da quest'anno vanta una serie di imitatori o comunque di media che in qualche modo si inseriscono nella scia della rivoluzione verde (per ora solo annunciata e faticosamente accennata) dal nuovo presidente americano Barack Obama.

Molte cose sono cambiate dal primo numero di greenreport uscito 3 anni e mezzo fa. Non solo là fuori, nel mondo che è precipitato in una crisi pandemica di cui finalmente si cominciano a vedere non solo gli effetti febbricitanti del crollo dei consumi e delle produzioni, ma anche le cause: un modello di sviluppo che era (ed è) insostenibile, basato sulla crescita economica fine a sé stessa, sul prelievo incessante di risorse naturali (che non sono infinite) e sulla produzione costantemente in crescita, anch'essa, di rifiuti.

Molte cose non sono cambiate, a partire dalla totale ignoranza delle questioni relative ai flussi di materia e al fatto che le leggi della termodinamica non sono solo formulette da imparare a mente sui libri di scuola, scollegate dall'economia e da ciò che quotidianamente (non) consumiamo.

Anche dentro di noi ci sono stati diversi cambiamenti: nato come un quotidiano che aveva un'attenzione particolare sui temi della Toscana, ci siamo via via allargati affrontando questioni sempre più generali e internazionali, anche nella consapevolezza che solo una governance mondiale può riorientare verso la sostenibilità questo modello di sviluppo. Una scelta che ha permesso a greenreport di incontrare il grande pubblico. E anche quello che, intercettato magari per caso dai motori di ricerca o da google news finiva per diventare un lettore fedele, portandoci fino a 5mila iscritti alla nostra newsletter quotidiana (5001 per l'esattezza, mentre stiamo impaginando questo articolo).

Per recuperare la toscanità che avevamo un po' perso, greenreport oggi va in linea nella sua nuova versione con un giornale toscano quasi a sé: ‘green toscana' infatti avrà uno spazio proprio all'interno di greenreport (la colonna verde a fianco e poi una home dedicata), con la sua gerarchia di notizie e i suoi approfondimenti, ma anche con le sue forse a volte ‘fastidiose' prese di posizione, che non fanno sconti a nessuno (ben sapendo che ogni punto di vista è una vista da un punto) grazie ai partner che con il loro contributo annuale non solo sposano la mission (e la consapevolezza della necessità) di un'informazione ambientale di qualità, ma che nella loro pluralità garantiscono soprattutto l'autonomia di questa testata, che altrimenti non avrebbe ragione di essere.

Adesso è tempo di leggere e di cominciare a prendere confidenza con il nuovo greenreport, a cui auguriamo cento di questi restyling. Commenti, suggerimenti, critiche e contributi (non solo nei contenuti!) sono i benvenuti.

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