[16/11/2009] News

Il Myanmar posticipa il divieto per i sacchetti di plastica. La dittatura si tinge di “verde”?

LIVORNO. La terribile dittatura del Myanmar, oltre ai problemi politici evidenziati da Obama con la richiesta di liberazione del premio Aung San Su Ki in cambio della cessazione del boicottaggio economico ed agli strascichi mai davvero risolti del ciclone Nargis che devastò il Paese nel maggio 2008,  è alle prese con la riduzione dei sacchetti di plastica, che sono diventati un vero e proprio problema per il Paese asiatico.

Sull'esempio dei "fraterni amici" cinesi la dittatura asserragliata nella nuova capitale  Naypydaw, aveva deciso di eliminare entro la fine di novembre la produzione di sacchetti di plastica, ma la svolta "verde" della giunta militare ha dovuto fare i conti con la realtà ed ha  rimandato tutto di 4 mesi, accogliendo le richieste dei produttori di sacchetti.

Siccome a Rangoon e dintorni nella si muove economicamente senza il tornaconto delle famiglie che gestiscono la dittatura e l'economia, è evidente che i 146 impianti che producono sacchetti di plastica a nella capitale economica del Paese, Rangoon, devono essere nelle grazie della dittatura, di solito poco propensa ad ascoltare le richieste popolari e a tornare indietro anche rispetto a decisioni assurde fino alla criminalità politica.

Comunque, i sacchetti di plastica sono diventati una vera e propria emergenza di questo bellissimo, poverissimo e sfortunato Paese asiatico: solo nella città di Rangoon vengono gettate via 200 tonnellate di sacchetti di plastica al giorno.

I sacchetti sono il simbolo del "progresso" alla cinese del Myanmar e l'unica vera concessione "occidentale" per i birmani. Il governo ha assicurato che i 4 mesi di posticipazione del divieto saranno utilizzati per migliorare la raccolta, il riciclaggio, il riutilizzo della plastica che naturalmente saranno in mano ai gangster militari della dittatura, come tutto in Myanmar.

Nel Paese, sempre stando alle poco affidabili fonti governative e dei premurosi amici cinesi, «Quest'anno la produzione di plastica è calata della metà, dopo che le autorità hanno vietato l'utilizzo di sacchi di plastica piccoli e leggeri in tre città, vale a dire Mandalay, Bagan e Naypyidaw, con l'obiettivo di proteggere l'ambiente. Sono anche calate le importazioni di materie prime per la produzione della plastica».

Il regime deve essere passato ad altri affari, magari più "ecologici" visto che dalle solitamente indifferenti autorità continuano ad arrivare appelli alla popolazione perché utilizzi sacchetti di carta e in tessuto ed anche contenitori in foglie di banano per trasportare ed imballare prodotti e derrate.

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