[16/11/2009] News

La città che non c’è

FIRENZE. (continua..) A Nimes, città dal nome celtico, fondata dall'imperatore romano Augusto sulla strada che da Roma portava in Spagna attraversando la Francia meridionale, è conservata una delle più alte iconografie classiche dell'impero romano; un tempio dedicato ai nipoti di Augusto, la "Maison carrè", nota in tutta Europa per la raffinatezza della sua architettura e per l'unicità dei materiali costruttivi impiegati. Di fronte ad essa, nel 1993, è stata inaugurata un'opera di Norman Foster, la "Carrè d'Art", creando la stessa contrapposizione tra classico e anticlassico che ha generato la Piramide davanti al Louvre di Parigi o che si potrebbe generare a Firenze davanti all'uscita del Museo degli Uffizi attraverso il progetto di Isozaki.

Nel gennaio del 2009, il Presidente francese Sarkozy, rivolgendo gli auguri annuali all'accademia degli attori ed artisti francesi, così si è espresso :"...molti francesi mi chiedevano perché La Carrè d'Art è stata realizzata a Nimes. Perché Nimes è un luogo alto della nostra identità e della nostra cultura, una cultura singolarmente vivace come testimonia questo "Carrè d'Art" che fa da contrappunto elegante all'antica Maison Carrè che la fronteggia. E' stata una scommessa all'epoca che fu inaugurata, ma oggi possiamo dire che questa sfida è stata vinta."

Forse che Prezzolini non aveva sufficientemente a cuore la bellezza di Firenze, come Mitterand non la possedeva verso Parigi e Sarkozy non la possiede verso Nimes?Vale, dunque, la pena di capire "il perché"di questa situazione di perdurante incertezza nella trasformazione dei luoghi urbani di Firenze e della sua area metropolitana, quasi che essa si ritenesse "città compiuta", quindi immutabile e ostile a qualsiasi espressione della contemporaneità, sia di tipo morfologico,  sia di tipo architettonico che territoriale. Cercheremo queste risposte percorrendo e attraversando, come in un viaggio, i luoghi del territorio urbano e metropolitano di Firenze che sono, da molti anni, al centro di un estenuante processo di transizione verso nuove identità urbane e un'organizzazione funzionale sostenibile della sua area metropolitana.

Dobbiamo fare in fretta a compiere questo viaggio,insieme ai nostri lettori, prima che, passato l'iniziale entusiasmo dei Fiorentini per la decisione di rendere Piazza del Duomo e la sua cupola, il Battistero e la Torre di Giotto "off-limits"dai pericoli e dai rischi prodotti dal più grande "spartitraffico" del mondo, si levino le voci di protesta dei commercianti che, passate le feste di Natale, denunciano la riduzione delle vendite e dei profitti, quelle dei tassisti, le cui corse richiedono un aumento, nonostante che già oggi abbiano prezzi "esosi" per qualunque cittadino del mondo, quelle dei  nuovi comitati "ecoisti" dei cittadini, in via di costituzione per il disturbo che ricevono dai nuovi percorsi delle 22 linee dell'ATAF emigrate dal centro storico, quelle dei comitati di ronda contro gli immigrati , i quali tornano a popolare, di giorno e di notte, le piazze pedonalizzate del cuore di Firenze, quelle degli albergatori, delle agenzie dei pullman turistici, degli esercenti dei mercati ambulanti e permanenti e, "dulcis in fundo", quelle dei numerosi "portoghesi"delle zone bleu fiorentine con le relative richieste di deroghe, variamente e creativamente motivate.

State con noi , a risentirci nelle prossime puntate.

(2-Fine)

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