[17/11/2009] News

Destra e sinistra unite (o quasi) nel sostenere la green economy?

FIRENZE. Le "intellighenzie" di destra e di sinistra unite in nome dell'ambiente? Le ricette adottate dai due fronti anche per la riduzione degli impatti prodotti dall'antropizzazione non sono state sempre coincidenti, anche nel recente passato, ma oggi almeno a parole, guardando all'attuale congiuntura economica e al contesto ambientale globale in cui viviamo, pare che tutti si siano accorti che le vere opportunità per uscire dalla crisi in modo stabile siano rappresentate dall'economia verde.

«La green economy è in grado di creare un'impresa più competitiva, prodotti più appetibili sul mercato internazionale e maggiore occupazione: è quindi il nuovo volano per lo sviluppo del nostro Paese» ha dichiarato il viceministro allo Sviluppo economico Adolfo Urso partecipando al convegno "Green Italy: ambiente, innovazione e qualità per sfidare il futuro", organizzato dalle fondazioni FareFuturo, di cui è segretario, e Symbola, presieduta da Ermete Realacci.

«L'ambiente- ha continuato il viceministro- non è un ostacolo ma un'opportunità  e l'ecologia non deve essere vista come freno allo sviluppo e alla competizione, semmai come motore. Le tematiche ambientali, ha proseguito il viceministro, non sono né di destra né di sinistra ma appartengono al Paese. Le soluzioni devono essere comuni ed è per questo che per la prima volta una fondazione che fa riferimento al centrodestra ha prodotto un documento insieme con una di centrosinistra». Nell'occasione sono stati portati molti esempi di eccellenze che nel Paese si sono mossi nella direzione della green economy, raccolti in una ricerca condotta dalla due fondazioni. Il settore nautico, ad esempio,  oltre a lavorare a un progetto di riciclo degli scafi in disuso, sta implementando la ricerca per migliorare la scelta dei materiali e dei combustibili, ma sta anche attivando un progetto per 39mila nuovi posti barca a ''impatto zero'' (?), riqualificando i porti esistenti senza versare nuovi metri cubi di cemento; il settore conciario sta lentamente mettendo al bando i prodotti chimici e additivi, per trattare le pelli che vengono lavorate secondo gli antichi metodi della conceria vegetale e dal distretto del tessile di Prato, sta nascendo un marchio che certifichi la materia prima rigenerata, puntando proprio sulla tracciabilità del prodotto cosiddetto "full made in Italy".

La dimostrazione poi che la ricerca va sostenuta viene dal settore della rubinetteria: Italia e Germania sono i due soli Paesi al mondo ad avere la tecnologia per produrre rubinetti e valvole senza piombo in ottone puro, che rispettano gli standard internazionali. «L'economia verde è in grado di generare un milione di posti di lavoro, sia nel campo del risparmio energetico, che nelle fonti di energie rinnovabili, ma anche in tutti quei campi della green economy che incrociano la qualità italiana- ha sottolineato Ermete Realacci- La green economy in Italia significa innovazione, ricerca, conoscenza e qualità legate al territorio. Sono esperienze di eccellenza che attraversano tutti i settori: dall'edilizia ai trasporti, dall'agricoltura alla moda, dal design all'alta tecnologia. Settori in cui l'Italia a livello mondiale è un'eccellenza e che rappresentano la chiave della nostra sfida verso il futuro».

Non è per voler rimarcare le differenze ma le scelte energetiche del governo e del ministero in cui opera Urso, non sono "esattamente" in linea con quanto ha dichiarato il presidente di Symbola... In ogni modo gli strumenti per consolidare l'economia green vanno ricercati e alcuni input sono venuti anche dal viceministro che ha parlato della necessità di «una legislazione europea che eviti la delocalizzazione 'a fini ambientali', cioè per aggirare le norme» e di «dazi ambientali ipotizzati dal presidente francese Sarkozy per i prodotti importati che non rispettano le norme Ue sull'ambiente, i cui fondi potrebbero essere usati per trasmettere tecnologie rispettose dell'ambiente ai Paesi in via di sviluppo».

Torna all'archivio