[18/11/2009] News

Gli oceani al centro della lotta al cambiamento climatico

LIVORNO. «Se vogliamo veramente evitare una grave crisi climatica, è essenziale che i leader mondiali riconoscano l'immenso potenziale dell'oceano o per lottare contro il riscaldamento climatico grazie al suo potere di assorbimento del carbonio». E' questa la tesi centrale dell'innovativo rapporto "The management of natural coastal carbon sinks", che è stato presentato al Climate change and protected areas summit in corso a Grenada, in Spagna.

Il rapporto espone per la prima volta le ultime scoperte scientifiche sul ruolo svolto da ecosistemi come le praterie sottomarine, le mangrovie ed le paludi salmastre e rivela che hanno una capacità di assorbire e stoccare progressivamente il carbonio molto superiore a quella dei "pozzi" di carbonio terrestri, come le foreste.

Lo studio realizzato dai maggiori scienziati del settore per l'Iucn, con il sostegno di Natural England, de la Fondazione Lighthouse e dell'Unep, fornisce le più recenti prove della capacità degli oceani di assorbire la CO2 e del ruolo a svolto da questi ecosistemi marini nella riduzione degli effetti negativi del cambiamento climatico. Offre anche orientamenti politici specifici sulla maniera per includere la gestione dei "carbon sink" marini nelle strategie nazionali ed internazionali di riduzione dei gas serra.

Il principale autore del rapporto, Dan Laffoley, che è anche vice presidente della World commission on protected areas (Wcpa) dell'Iucn, spiega che «L'attuale perdita dei due terzi delle praterie sottomarine e del 50% delle foreste di mangrovie a causa delle attività umane, ha seriamente diminuito le capacità di assorbimento del carbonio. Questo fenomeno è paragonabile al declino annuale constatato nelle foreste amazzoniche. Occorre prendere immediatamente delle misure internazionali per fare in modo che gli ecosistemi marini siano interamente riconosciuti come pozzi di carbonio essenziali e che siano correttamente gestiti e protetti».

Secondo "The management of natural coastal carbon sinks", il potenziale delle mangrovia, delle paludi salate e delle praterie sottomarine in termini di assorbimento di CO2 può essere garantito da diversi approcci di gestione, come le aree protette marine e la pianificazione dello spazio marino, ma anche da tecniche di gestione della pesca per zone, dalla regolamentazione dello sviluppo costiero e dal recupero e restauro degli ecosistemi.

Carl Gustaf Lundin, a capo del programma Global marine dell'Iucn, sottolinea che «Abbiamo avuto numerose discussioni sui principali pozzi di carbonio terrestri come le foreste, invece, abbiamo sentito parlare meno degli oceani come carbon sink Il mondo marino fa di più che regolare il nostro clima e fornire dei beni e dei servizi essenziali, ci aiuta anche a lottare contro il cambiamento climatico. I decisori nazionali e internazionali devono studiare le politiche ed I meccanismi di finanziamento che permettano di proteggere e gestire correttamente gli oceani e questo rapporto costituisce il miglior punto di partenza esistente».

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