[20/11/2009] News toscana

Tozzi: «Nessuno ha chiesto il parere del parco sul futuro di Pianosa»

PORTOFERRAIO (Livorno). Ieri "Il Tirreno" e "La Nazione" hanno riportato con evidenza le dichiarazioni del direttore dell'Istituto di biologia ed ecologia marina di Piombino, Roberto Bedini che ha illustrato un "progetto" per trasformare la caserma Bombardi di Pianosa (mai entrata in attività perché terminata mentre il carcere era in dismissione) in un centro di ricerca scientifica.

Oggi, con una nota ufficiale il presidente del parco nazionale dell'Arcipelago toscano, Mario Tozzi, dice di «Non esserne a conoscenza e di averlo saputo dai giornali, malgrado con Bedini si sia sentito spesso. La possibilità di realizzare un laboratorio di ricerca a Pianosa deve prima essere valutata anche dal punto di vista scientifico, non solo logistico e ambientale. Il Parco riceve diverse proposte su Pianosa e ognuna passa da una valutazione collegiale e formale. L'Ente con l'approvazione del Piano del Parco da parte della Regione Toscana, dovrà produrre un progetto complessivo su Pianosa che preveda la pianificazione di tutte le attività scientifiche e l'utilizzo delle strutture dell'Isola anche in stretto rapporto con il Comune di Campo nell'Elba. Fino a che l'ideazione del professor Bedini non sarà vagliata dagli organi del Parco con un documento scientifico completo e un piano di fattibilità, non potrà essere presa in considerazione. In ogni caso, soprattutto su Pianosa non sarà mai possibile alcuna forma di sfruttamento turistico con modalità del tutto avulse dall'agire del contesto istituzionale».

La secca e chiarissima risposta di Tozzi a Bedini probabilmente vale ancora di più per quanto ha scritto pochi giorni fa il comitato direttivo di Mareamico presieduto dell'onorevole Roberto Tortoli (già sottosegretario all'ambiente e già partecipante alle iniziative contro l'istituzione del Parco dell'Arcipelago toscano negli anni '90) che «ha espresso grande soddisfazione per i risultati conseguiti in occasione della manifestazione internazionale "Medsea 4" di recente conclusasi in Montenegro e per i programmi operativi che ne sono la risultante».

Alla manifestazione montenegrina, nella quale Bedini ha presentato il suo progetto per Pianosa, l'isola del Tirreno è stata al centro dell'attenzione di Marevivo. Infatti, si legge in un comunicato dell'associazione «Nell'occasione il comitato direttivo ha dato una prima impostazione ai programmi per il 2010 che saranno incentrati sulla XXI Rassegna del Mare che si svolgerà ad Alghero nel mese di aprile 2010 ed affronterà il tema della Pianificazione dello Spazio Marittimo, e su Medsea 5 che si svolgerà a Tripoli (Libia) nell'ottobre del 2010 sul tema centrale delle zone di protezione ecologica (ZPE) e delle zone economiche esclusive (ZEE). Attività integrative riguarderanno un Convegno da tenere a Portoferraio (Isola d'Elba) in collaborazione con il Centro Nazionale Iniziative Sociali sul tema: "I Parchi e le aree marine che vorremmo" con la partecipazione del ministro dell'ambiente On. Stefania Prestigiacomo ed una specifica iniziativa rivolta all'Isola di Pianosa ed intesa a valorizzarne e conservarne le strutture esistenti, aprendola ad una fruizione controllata ed affidandola ad una Fondazione o Ente analogo, aperta alla partecipazione dello Stato, della Regione Toscana, degli Enti periferici e di altri soggetti, con il particolare obbiettivo di realizzare in loco campus universitari, istituti e seminari di ricerca, di favorire tecniche sperimentali ed innovative in campo agricolo ecc. Sulla base dei contatti già intercorsi tra l'On. Tortoli e la rappresentanza europea della "Natural Conservancy Foundation" americana che opera in tutti i Paesi del mondo, Mareamico ha deciso di proporre a questa organizzazione un progetto - da realizzare d'intesa con le istituzioni greche, per reintrodurre la foca monaca nel Tirreno, individuando proprio Pianosa, oltre Montecristo ed il nord della Sardegna quali locations ideali per questo obiettivo».

Mareamico va oltre Bedini e, a quanto ci risulta senza nemmeno sentire il parco nazionale, propone di gestire Pianosa con una Fondazione (magari degli "amici" ambientalisti americani) esautorando parco, Comune di Campo ed Amministrazione penitenziaria (e la Soprintendenza che ha messo sotto vincolo archeologico l'intera isola); poi pensa di reintrodurre la foca monaca a Pianosa e Montecristo, sempre senza aver prima sentito cosa ne pensa il parco, prendendo però evidentemente contatti con le aree marine protette greche che ne custodiscono gli ultimi esemplari. Il tutto in due aree marine a protezione integrale dove ogni attività deve tener conto di quel che dice il parco e dei vincoli posti dal decreto istitutivo del Presidente della Repubblica del 1996.

Chissà cosa ne penseranno anche i sindaci del Pdl dell'Arcipelago delle proposte di Mareamico e del loro deputato Tortoli, visto che quello di Campo nell'Elba non intenderà certamente rinunciare ai suoi progetti sull'isola per consegnare tutto ad una fondazione dopo che si è opposto solo qualche giorno fa al tentativo di ripristinare a Pianosa un carcere speciale 41 Bis e che al Giglio il centro-destra ha dichiarato guerra alle foche monache improvvidamente apparse nel mare dell'isola e interpretate subito come possibili messaggere (magari artefatte dai soliti ambientalisti) dell'istituzione di un'Area marina protetta. Figurarsi se se le faranno piazzare dagli americani da Marevivo e da Tortoli nelle isole livornesi dell'Arcipelago Toscane più vicine...

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