[23/11/2009] News

Il futuro è solare e pure organico (addio silicio?)

GROSSETO. Il futuro è solare dice da tempo Hermann Sheer, presidente di Eurosolar, sostenendolo in molti dei suoi libri. E la ricerca sembra dargli ragione. La nuova frontiera è infatti concentrata sul solare fotovoltaico di nuova generazione, capace di integrarsi meglio nelle strutture architettoniche e di sfruttare come supporto anziché le celle al silicio, celle fatte con materiali organici, che presentano maggiore convenienza in termini economici e ambientali oltre ad una maggiore efficienza nel lungo periodo.

Già la Divisione termotecnica del Gruppo Bosch e la multinazionale chimica tedesca Basf hanno siglato un accordo di partnership per lo sviluppo del fotovoltaico organico, e hanno destinato a tale filone circa 300 milioni di euro. L'obiettivo dell'accordo è infatti di passare dall'attuale 5% di efficienza delle celle fotovoltaiche (ossia di radiazione solare assorbita e convertita in energia elettrica) al 10% entro il 2015. Questo permetterebbe di avere una vita utile della cella solare di almeno 20 anni. Il nuovo fotovoltaico organico - che, secondo le previsioni, sarà pronto per la commercializzazione non prima del 2015 - dovrebbe consentire la disponibilità di energia solare a un prezzo più vantaggioso rispetto all'attuale, al netto degli incentivi.

E il gioco deve valere davvero la candela se anche colossi come Erg Renew e Permasteelisa hanno siglato un accordo per un progetto che vale in tutto 10 milioni di euro, mettendo 2,5 milioni a testa e a cui parteciperà anche la Dyesol Italia, con un 1,5 milioni di euro, e che potrà avvalersi anche dei fondi previsti da Italia 2015.  L'attenzione verso questa nuova tecnologia da parte di Erg Renew , colosso petrolifero e di Permasteelisa SpA che opera nella progettazione, produzione e installazione di facciate esterne per grandi edifici, di muri interni e divisori interni, e di forniture interne per negozi ed uffici, sta tutto nelle possibilità che il fotovoltaico organico offre per il futuro.

Permasteelisa SpA è un gruppo presente oltre che in Italia, in  Germania, nei Paesi Bassi,  negli Stati Uniti, in Cina e Tailandia e che vanta fra le proprie realizzazioni quelle per le torri U.O.B. di Singapore, il Guggenheim Museum di Bilbao e  l'International Airport di Hong Kong mentre la Dyesol Italia e opera nel settore dei materiali e delle tecnologie; i partner scientifici del progetto sono l'Università di Tor Vergata, da tempo impegnata nella ricerca del fotovoltaico organico, e quelle di Torino e Ferrara.

Una volta terminata la ricerca, che si prevede lo sarà entro il 2013,  Erg e Permasteelisa avvieranno l'attività di produzione, commercializzazione e installazione di questi nuovi pannelli fotovoltaici.

La gamma di celle solari organiche è ampia e si trova in diversi stadi di ricerca e di maturazione tecnologica e comprende, in sintesi, le celle "dye sensitized" (o Dssc), le celle totalmente organiche (anche dette plastiche), e le celle ibride organico/inorganico.

Rispetto alle celle fotovoltaiche standard, che utilizzano un semiconduttore inorganico come il silicio, le celle organiche  sono costituite da una serie di materiali organici (polimeri o piccole molecole, pigmenti a base vegetale derivati dai frutti di bosco) che ripercorrono il processo della fotosintesi clorofilliana: utilizzano cioè  una miscela di materiali in cui un pigmento assorbe la radiazione solare e gli altri componenti estraggono la carica per produrre elettricità.

La cella è caratterizzata da una  struttura a strati, composti da sottilissime pellicole in cui sono depositati i materiali fotoattivi, che, frapposte tra due elettrodi conduttivi, di cui almeno uno è trasparente, vengono depositate su un supporto o substrato, generalmente in vetro ma anche in plastica flessibile.

I materiali sono quindi più leggeri e più facilmente integrabili nella struttura architettonica; e poiché  la tecnologia sfrutta la luce diffusa, le celle trasparenti possono essere integrate sui vetri delle costruzioni per sfruttarla sia in esterno che in interno.

Inoltre richiedono minor materiale e minore energia per il processo produttivo, rispetto alle celle al silicio, oltre a consentire di  ridurre gli scarti tipici dell'industria dei semiconduttori.

Sul sito di Casaclima, si riportano anche i vantaggi economici che deriverebbero dalla sostituzione della cella fotovoltaica a base di silicio con quella organica: i moduli fotovoltaici a base di silicio costano circa 3 euro per watt picco (Wp); con la tecnologia organica questo costo si potrà ridurre a meno di 1 euro per Wp. Quindi l' attuale costo di 350 euro a metro quadro di moduli solari potrà ridursi a meno di 100 euro.

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