[23/11/2009] News

I ghiacciai antartici si sciolgono pił velocemente del previsto. La terra rischia un nuovo Emiano

LIVORNO. Lo studio "Accelerated Antarctic ice loss from satellite gravity measurements" pubblicato su Nature geoscience parte dalla constatazione che è molto difficile fare un bilancio esatto dello scioglimento dei ghiacciai dell'Antartide e del suo contributo all'innalzamento del livello globale del mare perché le misurazioni in situ sono frammentate per aree e periodi, ma «I dati "satellite remote-sensing" sull'innalzamento dei ghiacci e o il movimento dei ghiacciai mostrano una perdita di ghiaccio significativa nel range of -31 to -196 Gt in anni recenti nell'Antartide occidentale, mentre l'Antartide orientale sembra rimanere in equilibrio o con un po' di guadagno di massa, con un tasso stimato di variazione della massa nel range da - 4 a 22 Gt yr.

Il Gravity recovery and climate experiment (Grace) offre la possibilità di quantificare il bilancio della massa della calotta dei ghiacci polari da un prospettiva diversa. Qui si è utilizzato  dati che coprono il periodo dall'aprile 2002 al gennaio 2009 per quantificare i tassi di perdita di ghiaccio antartico. In accordo con l'earlier assessment, si stima una perdita totale tra le 190 e le 77 GT yr, con 132 - 26 GT yr provenienti dall'Antartide occidentale. Tuttavia, in contrasto con le precedenti stime di Grace, i nostri dati suggeriscono che l'Antartide orientale sta perdendo massa, soprattutto nelle regioni costiere, ad una velocità di meno 57 - 52 GT yr, a quanto pare a causa dalla perdita di ghiaccio aumentata dopo il 2006»

Quindi, anche la calotta polare antartica orientale, che si pensava in gran parte immune dagli effetti del global warming, ha perso miliardi di tonnellate di ghiaccio dal 2006 e potrebbe contribuire ad aumentare il livello del mare in futuro.

Lo studio al quale hanno lavorato J. L. Chen, B. D. Tapley, C. R. Wilson e D. Blankenship del Center for Space Research, del dipartimento di geologia e dall'istituto di geofisica dell'università del Texas di Austin sembra confermare l'accelerazione dello scioglimento del più piccolo e instabile West Antarctic icesheet. Gli scienziati temono che l'aumento delle temperature globali potrebbe innescare un rapido scioglimento dei ghiacciai dell'Antartide occidentale che potrebbe far salire il livello degli oceani di circa 5 metri, molto più dei 18 - 59 centimetri in più entro il 2100 previsti dall' Intergovernmental Panel for Climate Change (Ipcc) dell'Onu nel suo rapporto del 2007.

I sette anni di dati dei satelliti gemelli Grace analizzati dagli scienziati texani evidenziano che il rischio che le piccole isole e vaste superfici di terre fertili siano inghiottite dagli oceani è più alto e più vicino di quanto si pensasse e che la previsione di milioni di rifugiati climatici non è solo un incubo da fantascienza climatica di un lontano futuro.

I satelliti Grace rilevano i "mass flows" negli oceani e nelle regioni polari, misurando i cambiamenti nel campo gravitazionale terrestre e grazie a loro si è avuta la conferma che dall'Antartide Occidentale finiscono ogni anno in mare diverse decine di miliardi di tonnellate di ghiaccio in più di quanto si pensasse, ma, ancora più preoccupante, nell'Antartide orientale in ghiacciai perdono massa al ritmo di circa 57 miliardi di tonnellate all'anno.
Un altro studio pubblicato la scorsa settimana su Nature evidenziava che l'innalzamento delle temperature antartiche durante i periodi "interglaciali", periodi caldi come il nostro, si è verificato circa ogni 100.000 anni.
Durante l'ultimo periodo interglaciale (l'Emiano), che ha raggiunto il suo picco circa 128.000 anni fa, le temperature nella regione antartica fu trono probabilmente di 6 gradi in più di oggi, che è di circa 3 gradi in più delle temperature previste dallo studio.

Questi risultati suggeriscono che l'Antartide può essere più sensibile di quanto gli scienziati pensavano alle concentrazioni di gas serra in atmosfera, che allora erano più o meno equivalente ai livelli odierni, ma con livelli dei mari che nell'Emiano erano 5 - 7 metri più alti dei giorni nostri.

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