[24/11/2009] News

"Il clima che cambia: fatti, storie persone": al via il VII forum Greenaccord

FIRENZE. «Sollecitare l'urgenza di provvedimenti forti nell'ambito della conferenza di Copenhagen, poiché siamo ormai in un contesto in cui non ci sono più motivazioni valide per perdere tempo»: questo, nelle parole di Andrea Masullo, è il principale obiettivo del VII forum internazionale dell'informazione per la salvaguardia della natura (programma: vedi link in fondo alla pagina), che avrà luogo da domani a domenica 29 novembre a Viterbo e che avrà come tema centrale "Il clima che cambia: fatti, storie e persone".

Secondo Masullo, che è presidente del comitato scientifico di Greenaccord - l'associazione di ispirazione cristiana organizzatrice dell'evento - e che abbiamo contattato per una introduzione al forum, il tema dei cambiamenti climatici è ormai ambito centrale anche nel più generale dibattito sullo sviluppo: «anche nell'ultimo vertice Fao - ricorda infatti - il presidente Diouf ha citato sì la "grande difficoltà di affrontare il problema del miliardo di persone che oggi sono affamate", ma soprattutto ha ricordato come la popolazione del globo, secondo le stime, sarà di 9,1 miliardi al 2050, e che per sfamare un tale numero di persone la produzione alimentare dovrà crescere, rispetto ad oggi, del 50%.

Una produzione alimentare, però, che già oggi è in crisi, proprio a causa prevalentemente dei cambiamenti climatici. E' un ulteriore monito sul fatto che non c'è tempo da perdere, e alle parole di Diouf hanno poi fatto seguito quelle di papa Benedetto e del segretario generale dell'Onu Ban Ki Moon».

«I cambiamenti climatici, dal punto di vista scientifico, sono già in corso - prosegue Masullo, che ricopre anche il ruolo di docente di Fondamenti di economia sostenibile presso l'università di Camerino - e a questo proposito parleranno, nei giorni del forum, 10 "testimoni del clima": 10 persone, cioè, che vivono sulla propria pelle il cambiamento in corso, anche perchè la loro attività economica è legata prevalentemente alla produzione alimentare. Parleranno quindi, tra gli altri, un contadino ugandese e un pescatore del pacifico: si tratta di persone che fanno parte della rete del Wwf internazionale, e i cui racconti sono peraltro stati verificati e "convalidati" da una apposita commissione scientifica.

Non parleremo, quindi, tanto di "previsioni", ma soprattutto di effetti già presenti nel clima terrestre. Dal forum, inoltre, uscirà un memorandum sottoscritto dai 120 giornalisti (provenienti da 53 paesi, nda) che parteciperanno, oltre che dagli scienziati presenti e dai testimoni del clima: il memorandum sarà poi consegnato al presidente dell'Ipcc-Onu, Rajendra Pachauri. Nel documento chiederemo di definire una road map chiara, impegnativa e vincolante per un impegno preciso in direzione della riduzione dei cambiamenti climatici e per la decarbonizzazione dell'economia».

Il documento chiederà all'Europa e alla comunità mondiale di confermare gli impegni previsti (almeno a livello di Unione europea) o di spingersi oltre?

«L'unione europea deve arrivare al 30% di riduzione delle emissioni al 2020, e questo obiettivo è alla base di quello successivo, cioè quel 70-80% di riduzione al 2050 che io definisco, appunto, come una vera decarbonizzazione dell'economia globale. Uno degli alibi che alcuni paesi hanno avanzato per non prendere impegni significativi è la crisi economica: ma voglio ricordare che ad aprile la stessa Banca mondiale ha presentato un rapporto in cui la green economy e la decarbonizzazione dell'economia sono viste non solo come un modo per affrontare i cambiamenti climatici, ma anche come la spinta più potente per superare la crisi economica: quindi cade anche l'alibi, per i paesi reticenti, della crisi economica».

 

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