[24/11/2009] News

Diminuite del 30% le infrazioni Ue dell'Italia. Ma l'Ue dice ancora una volta no alle deroghe sulla caccia

LIVORNO. Gioisce il ministro dell'ambiente Stefania Prestigiacomo perché nell'ultimo anno e mezzo le infrazioni contestate all'Italia dall'Unione Europea in materia ambientale sono diminuite del 33%. «Dall'aprile dello scorso anno infatti le procedure aperte nei confronti del nostro paese sono passate da 52 a 35 - spiega il ministro - Ne sono state archiviate 36 ed aperte 19. Negli ultimi 2 mesi non è stata aperta alcuna procedura. Questi dati sono il segno che si è innescata una virtuosa inversione di tendenza che è frutto di una politica concreta e dialogante, priva di integralismi. Abbiamo ereditato una situazione che vedeva proprio nelle tematiche ambientali il maggior numero di procedure di infrazione. Abbiamo invertito il trend e contiamo di far rientrare a breve il contenzioso con l'Europa entro limiti fisiologici».

Naturalmente il dato può essere letto in due maniere: o davvero l'Italia è diventata di un terzo più virtuosa negli ultimi 18 mesi oppure il governo e le regioni hanno avviato meno richieste di avvio procedimenti di infrazione all'Ue e forse, allora, sta qui la "politica dialogante" che negli utltimi tempi è stata molto generosa nel concedere via libera a grandi opere e a centrali a carbone, nelle procedure di Valutazione di incidenza e nelle deroghe alle direttive europee. possibile che da un presunto integralismo si sia passati ad un altro.

E' per esempio quel che sta succedendo sulle deroghe alla caccia previste dalla regione Lombardia che hanno sollevato l'ira del Commissario all'ambiente dell'Ue Stavros Dimas che aveva subito detto: «Gli Stati membri devono seguire correttamente le norme per la conservazione delle specie ornitologiche per evitare la perdita di biodiversità. La normativa Ue sull'ambiente naturale consente alcune deroghe in casi molto limitati, ma queste eccezioni sono autorizzate solo se non esiste una soluzione alternativa e purché vengano rispettate condizioni rigide».

Amici della Terra, Em npa, Fare Verde Lac, Lav, Legambiente Lipi, Vas e Wwf nei giorni scorsi avevano chiesto l'intervento dell'Ue per fermare la deregulation della caccia in Lombardia ed ora sono soddisfatti: «Avevamo chiesto l'intervento urgente di Commissione europea e Corte di Giustizia verso un atto che calpestava il diritto comunitario e la Costituzione italiana, è così è stato. Anzi di più, considerate le dure dichiarazioni del Commissario europeo all'ambiente Stavros Dimas. La regione Lombardia, nonostante i pronunciamenti della Corte Costituzionale e il pesante contenzioso con l'Europa, ha ugualmente proceduto all'emanazione dell'ennesima legge che permette di cacciare in deroga specie di uccelli protetti e non cacciabili. L'intervento dell'Unione europea, che ha chiesto un'ingiunzione urgente della Corte di Giustizia al fine di annullare la legge lombarda e fermare la consumazione di questo nuovo, ennesimo illecito, rappresenta un'iniziativa eccezionale ma doverosa e inevitabile, che apprendiamo con grande soddisfazione e che restituisce ai cittadini fiducia nelle istituzioni e certezza del diritto. Non è possibile, peraltro, non mettere in rilievo le dure parole dello stesso Commissario all'ambiente dell'Ue Stavros Dimas che ha evidenziato come gli Stati membri debbano seguire correttamente le norme per la conservazione degli uccelli e della biodiversità e ha ricordato che la normativa comunitaria sull'ambiente consente la concessione di deroghe in casi eccezionali e solo nel caso in cui non esistano soluzioni alternative e vengano rispettate le rigide condizioni previste, al contrario di quanto si continua a fare in Italia e in particolare in Lombardia e Veneto. L'intervento della Commissione europea mette anche a nudo la grave inazione del Governo italiano, che, per ragioni tuttora inspiegabili, non ha ritenuto di agire contro la legge lombarda ma che a questo punto è chiamato a prendere atto, assieme alle regioni "colpevoli", che l'infelice stagione italiana della caccia ai piccoli uccelli protetti è definitivamente finita».

E, a proposito di procedure di infrazione dell'Ue, quello della caccia è uno dei fronti aperti nel quale frequentemente scivola il governo con i tentativi di cambiare le norme venatorie sotto pressione della lobby di "caccia selvaggia", che ha trovato nella Lega Nord il proprio alfiere, ma anche alcune regioni, in particolare Abruzzo, Lazio, Lombardia, Emilia Romagna, Marche, Calabria, Puglia e Toscana, che secondo l'Unione Europea «Hanno adottato e continuano ad adottare normative e deroghe che consentono la caccia di uccelli in violazione della direttiva sugli uccelli selvatici».

Dopo l'ennesima uscita della Lombardia che consente la caccia di fringuello, la peppola, la pispola e il frosone, tutte specie protette, fino al 31 dicembre, la Commissione Ue ha deciso di chiedere alla Corte di giustizia europea di ingiungere all'Italia «di sospendere immediatamente l'atto interessato.

Forse per far diminuire ulteriormente le procedure di infrazione europee bisognerebbe cominciare a rispettare le direttive sottoscritte invece di tentare di violarle ogni anno nella stessa maniera utilizzando sempre la stessa sceneggiata dove il governo non vede quel che fanno le regioni (in particolare quelle "amiche").

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