[25/11/2009] News

La carbon tax francese va avanti (un po' annacquata)

GROSSETO. La carbon tax francese ha fatto un altro passo avanti ma non senza intoppi, con non celata delusione da parte dei suoi sostenitori. Il senato francese ha infatti adottato nella notte tra lunedì e martedì la carbon tax ribattezzata "contributo carbonio„ che dovrà entrare in vigore all'inizio dell'anno prossimo. Il progetto fissa a 17 euro il prezzo delle emissioni di una tonnellata di CO2. Il litro di gasolio dunque aumenterà di 45 centesimi, mentre quello di benzina di 40, con un costo aggiuntivo per ogni famiglia francese calcolato in 74 euro in media e un introito per le casse dello Stato di circa 4,8 miliardi di euro ogni anno.

L'obiettivo della tassa è di spingere tanto le imprese che i consumatori verso un consumo energetico più rispettoso dell'ambiente, per aiutare la Francia a raggiungere i suoi obiettivi di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra.

Molti gli emendamenti presentati da parte della stessa maggioranza e alcuni approvati, anche contro il parere del governo, che introducono l'esenzione della tassa per molti settori, tra cui il trasporto marittimo (per continuità territoriale con le isole francesi), le reti di calore, ovvero i riscaldamenti centralizzati presenti in molte città (sino al 31 dicembre 2010) ed il carbone domestico in caso di utilizzo da parte di persone in condizioni modeste. Infine la carbon tax sarà ridotta del 35% al gasolio utilizzato per il trasporto fluviale delle merci che permetterà di allineare il loro regime a quello dei trasportatori stradali. Bocciati invece gli emendamenti proposti dall'opposizione che miravano ad integrare anche l'elettricità nell'ambito della base imponibile della carbon tax.

Troppe esenzioni secondo l'opposizione di sinistra (Ps, Pc, Verdi) che ha votato contro, che rischiano di svuotare la tassa carbonio della sua sostanza e di allontanarla dal suo obiettivo primario: ridurre i consumi di energie fossili ed orientare la produzione d'energia verso le energie rinnovabili. Tanto che il verde Jean Desessard ha definito ironicamente il provvedimento «uno strato d'ozono con fori ovunque».

«La carbontax deve essere forfettaria, generale e senza esenzione. È un provvedimento audace del nostro governo» ha commentato Christine Lagarde, ministro delle Finanze, che si è opposta sistematicamente, ma senza successo, agli emendamenti proposti dai senatori della sua stessa parte politica.

Nel progetto di governo la carbon tax l'avrebbero dovuta pagare tutti, cittadini, imprese e amministrazione pubblica, tranne i settori già soggetti alla direttiva europea ETS. Sarebbe dovuta pesare in maniera diversa sui vari combustibili fossili e sull'elettricità da essi prodotta ed era prevista un'applicazione progressiva nel corso degli anni a partire dal 2010 fino al 2030.

L'assemblea nazionale aveva già autorizzato questo progetto di legge il 23 ottobre, nonostante una forte disapprovazione dell'opinione pubblica.
Una commissione mista paritetica costituita da 7 deputati e 7 senatori dovrà a questo punto predisporre un testo comune da presentare all'assemblea nazionale ed al senato e che sarà definitivamente votato prima della fine dell'anno.

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