[27/11/2009] News

I Paesi dell’Amazzonia + Francia firmano la dichiarazione di Manaus per Copenhagen

LIVORNO. E' terminato a Manaus, in Brasile, il summit sul cambiamento climatico che ha riunito i Paesi del Bacino del Rio della Amazzoni e la Francia, anch'essa Paese amazzonico, visto che la Guyana francese è un suo dipartimento d'oltremare, e dalla capitale amazzonica arriva l'appello si Paesi industrializzati a rispettare gli impegni presi sul clima.

Il presidente brasiliano Lula ha invitato i suoi colleghi dei Paesi amazzonici a Manaus per discutere di una proposta comune da presentare al summit climatico di Copenhagen a dicembre e il ministro degli esteri brasiliano, Celso Amorim, ha aperto il summit ricordando soprattutto al presidente francese Nicolas Sarkozy che «I Paesi in via di sviluppo non possono risolvere da soli i problemi del cambiamento climatico».

A Manaus Brasile, Bolivia, Colombia, Equador, Francia,  Guyana, Perù e Venezuela, un gruppo di Paesi che più diverso non potrebbe essere e diviso anche da conflitti politici e territoriali, hanno firmato insieme una dichiarazione che chiede a tutti i Paesi sviluppati, compresi quelli come gli Usa che non hanno ancora ratificato il Protocollo di Kyoto, «Di mettere in applicazione i loro impegni sulla protezione dell'ambiente» ed  hanno confermato «Il loro impegno riguardo ai principi e disposizioni della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (Unfccc) e del Protocollo di Kyoto, soprattutto per quel che riguarda il principio dell'obiettivo della responsabilità comune e della responsabilità differenziata. I Paesi in via di sviluppo dovranno ugualmente contribuire agli sforzi della lotta contro il cambiamento climatico, prendendo delle iniziative di riduzione (dei gas serra) adattate alla loro situazione nazionale, con il sostegno di fondi internazionali».

Durante una conferenza stampa a conclusione del summit Sarkozy ha addolcito le sue recenti critiche al presidente Usa e definito promettenti gli impegni cinesi: «Le ultime dichiarazioni di Barack Obama e dei dirigenti cinesi sono estremamente incoraggianti per il successo di Copenhagen».

Il presidente della Guyana Bharrat Jagdeo (Nella foto con Lula e Sarkozy)  ha sottolineato l'urgenza di aiuti finanziari ai Paesi sviluppati per lottare contro il cambiamento climatico. La Guyana è nota per aver messo "all'asta" le sue foreste per non farle abbattere ed ha ricevuto nei giorni scorsi dalla Norvegia un sostanzioso aiuto di 250 milioni di dollari contro la deforestazione, come "indennizzo" fino al 2015.

Soddisfatto il Brasile che aveva già detto di ritenere essenziale una proposta collaborativa e convergente. Il portavoce di Lula aveva annunciato il summit di Manaus evidenziando che «La foresta amazzonica, il più vasto ecosistema al mondo, gioca un ruolo importante nel mantenimento della stabilità del clima del pianeta. La jungla di questa regione produce vapore, 'acqua ed energia per il clima mondiale, e costituisce una riserva di carbonio per la biosfera».

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