[30/11/2009] News

Il Summit Cina-Ue discute di Copenhagen e green economy, ma i diritti umani sono off-limits

LIVORNO. Il dodicesimo vertice Cina-Ue iniziato oggi a  Nanchino ha al centro l'impegno euro-cinese per la riuscita del vertice mondiale sul clima che si apre a fine settimana a Copenhagen. Il vertice, oltre alle relazioni bilaterali, sta anche affrontando altre questioni globali come la crisi economica e finanziaria, la non proliferazione nucleare, il dossier atomico iraniano, e i problemi che Cina ed Ue si trovano ad affrontare come alleati o su fronti opposti in Afghanistan, Pakistan, Sri Lanka e Myanmar.

Il presidente della Commissione europea Manuel Barroso ha detto che «Da questo Ue-Cina Summit abbiamo intenzione di inviare un messaggio forte sulla nostra comune determinazione ad affrontare e superare insieme le sfide globali. A solo una settimana dalla conferenza di Copenaghen delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici sottolineiamo la necessità di un risultato ambizioso e globale, che comprenda le strutture per finanziare la mitigazione. E' molto ciò che possiamo realizzare insieme, anche per la ripresa economica e per la riforma delle strutture finanziarie internazionali. Inoltre, questo vertice si svolge solo un giorno prima dell'entrata in vigore del Trattato di Lisbona che potrà  contribuire a rafforzare il profilo e l'influenza dell'Unione europea negli affari globali. Nelle nostre relazioni bilaterali sarei lieto di vedere un rapido aumento dei contratti  people-to-pople  e degli scambi di studenti nei prossimi 5 anni. Abbiamo bisogno di conoscere e capire meglio l'altro. Dobbiamo fare ogni sforzo per aumentare il numero di visite di studenti e giovani in entrambe le direzioni, con l'obiettivo di triplicare il numero entro il 2018».  

Al di là dei buoni propositi, il vertice di Nanchino serve soprattutto a firmare importanti accordi economici: un protocollo d‘intesa per la fase II della "Near Zero Emission Coal Project" (Nzec) che prevede la realizzazione di un impianto per la cattura e lo stoccaggio del carbonio; un accordo per il finanziamento del programma di governance ambientale Ue-Cina che prevede 43.75 milioni di euro per sostenere Cina nella sua riforma degli investimenti e nei suoi sforzi per proteggere l'ambiente e promuovere lo sviluppo locale sostenibile; un protocollo d'intesa per il nuovo progetto commerciale "Support to China's sustainable trade and investment system"; Un protocollo d'intesa su un meccanismo di consultazione e cooperazione nel settore industriale; il protocollo d'intesa "Cooperation Framework on Energy Performance and Quality in the Construction sector" per realizzare progetti concreti di cooperazione sul risparmi energetico e l'efficienza degli edifici, e scambio di tecnologie, energie, riguardanti i requisiti per gli edifici e le certificazioni del loro rendimento energetico; il rinnovo dell'accordo su scienza e tecnologia firmato nel 1999 per altri 5 anni. Tra il 2007 - 2009 l'Ue ha finanziato 145 progetti cinesi per un ammontare complessivo di circa 20 milioni di euro, mettendo la Cina allo stesso livello dei principali partner scientifico dell'Uer, come Usa, Russia e India. Le aree di interesse scientifico comune Ue-Cina riguardano  principalmente ambiente, tecnologie dell'informazione e della comunicazione, trasporti, agricoltura e biotecnologie alimentari, salute, energia, scienze sociali e umanistiche e nuovi materiali.

Le relazioni Ue-Cina sono iniziate nel 1975 e sono disciplinate dal 1985 dall'EU-China Trade and Cooperation Agreement, nel 2007 sono stati avviati i negoziati per un suo aggiornamento e per un partenariato di  cooperazione. La Cina é diventata il secondo partner commerciale dell'Unione europea, mentre l'Ue é il primo mercato della Cina. Attualmente ci sono 56 "dialoghi" ed accordi di settore tra euro-cinesi che spaziano dalla tutela dell'ambiente alla politica industriale, dall'istruzione alla cultura.

Un quadro molto impegnativo che ha portato a Nanchino Barroso, il premier svedese Fredrik Reinfeldt come presidente di turno dell'Ue e il commissario per le relazioni esterne e la politica europea di vicinato Benita Ferrero - Waldner. La delegazione cinese è guidata direttamente dal premier Wen Jiabao che ha sottolineato che ha subito messo i puntini sulle i: «E' ingiusto che alcuni Paesi chiedano la rivalutazione della moneta cinese mentre praticano il protezionismo contro la Cina. Infatti, tali azioni mirano a limitare lo sviluppo della Cina. Mantenere la stabilità della moneta cinese durante la crisi finanziaria internazionale va a beneficio non solo dello sviluppo economico della Cina, ma anche della ripresa economica di tutto il mondo»

Wen ce l'ha soprattutto con gli americani, ma ha anche detto alla delegazione europea che « Il summit attira l'attenzione della comunità internazionale in un momento in cui i problemi del pianeta dominano sempre più l'attualità. Nello stesso tempo, il mondo attraversa un periodo di assestamento e di cambiamenti radicali. Le circostanza attuali richiedono le relazioni tra la Cina e l'Unione europea siano più strategiche, complete e stabili. Le due parti devono allargare la base del loro accordo alle importanti problematiche che riguardano lo sviluppo della comunità internazionale. La Cina e l'Ue devono anche approfondire la loro cooperazione in settori quali la politica, l'economia e la cultura».

Il premier cinese aveva già detto agli europei che «Al fine di rendere più strategiche le loro relazioni la Cina e l'Ue devono estendere il consenso su importanti questioni e contribuire all'edificazione di un nuovo ordine internazionale giusto e ragionevole sui piani politico ed economico. Devono rafforzare la loro cooperazione pragmatica in diversi settori e sforzarsi di creare una situazione mutualmente benefiche, il che potrebbe aiutare le loro relazioni a diventare più estese».

Tradotto dal linguaggio diplomatico cinese, "pragmatismo" vuol dire facciamo tutti gli affari che volete ma non vi intromettete nei nostri affari interni, compreso Tibet Xinjiang e diritti politici e civili. Non a caso le agenzie cinesi ricordano che l'ultimo summit sino-europeo, previsto nel dicembre 2008, era saltato perché il presidente francese Nicolas Sarkozy, allora presidente di turno dell'Ue, aveva incontrato il e Dalai Lama.

E, stabilito questo limite invalicabile di non intromissione, il premier cinese dice di essere pronto a collaborare, ma «Le due parti devono tenere di conto degli interessi essenziali e delle principali preoccupazioni dell'una e dell'atra, con l'obiettivo di rendere più stabili le relazioni bilaterali, per assicurare che le loro relazioni sono sulla strada corretta di uno sviluppo solido e durevole».

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