[30/11/2009] News

Buone notizie: sconfitta la peste bovina

ROMA. Se accadrà davvero sarà la prima volta che l'umanità debella completamente una malattia animale, ma la Fao è sicura di sì: la peste bovina è in via di estinzione dopo un'intensa campagna durata decenni che ha confinato la malattia in isolate sacche dove sarà facile eliminarla una volta per tutte.

«All'incirca entro 18 mesi, la Fao e l'Oie (l'Organizzazione mondiale per la salute animale) insieme ad altri partner dichiareranno ufficialmente sconfitta una delle più devastanti malattie animali che l'umanità abbia mai dovuto affrontare: la peste bovina - si legge in un comunicato Fao - È la prima volta nella storia dell'umanità che si è riusciti a sconfiggere una malattia animale e solo la seconda volta si è riusciti a debellare una malattia, la prima è stata il vaiolo nel 1980».

La peste bovina non colpisce l'uomo ma è letale per gli ungulati e quindi colpisce gli allevatori, spesso in maniera devastante: i tassi di mortalità del bestiame durante le epidemie possono arrivare al 100%.

Nei secoli la peste ha sterminato milioni di bovini, di bufali, di yak ed altri animali selvatici, con perdite economiche enormi e provocando disordini sociali ed insicurezza alimentare.

La peste bovina è arrivata in Europa dall'Asia, al seguito delle tribù d'invasori, qualcuno dice che l'epidemia del 376-386 d.C. sia stata una delle cause del declino dell'impero romano e che nel 1789 la carestia causata dalla peste bovina abbia dato il via alla rivoluzione francese.

Il suo arrivo nell'Africa sub-sahariana alla fine del XIX secolo, provocò la morte dell''80 - 90% del bestiame e rendendo più agevole la colonizzazione europea che si trovò di fronte popolazioni debilitate dalla carestia.

Negli anni '20 del secolo scorso la malattia raggiunse la sua massima espansione in Europa, Asia ed Africa, con due focolai anche i Brasile ed Australia.    

Ma sono stati gli anni '80 quelli più duri: epidemie devastanti hanno colpito l'Asia meridionale, il Medio Oriente e l'Africa, con perdite nella sola Nigeria per 2 miliardi di dollari. Nel 1994 nel nord del Pakistan morirono più di 50.000 capi di bestiame.

La scoperta di un nuovo vaccino negli anni '60 ha permesso di avviare campagne su vasta scala contro la  peste bovina, ma cessavano non appena il pericolo scompariva a livello locale.

Solo nel 1994 veniva lanciato il Programma Mondiale di sradicamento della peste bovina (Grep) con l'obiettivo di creare «un centro di coordinamento a livello mondiale per consentire alla comunità internazionale di unire gli sforzi per combattere la malattia in modo sistematico e comprensivo». La Fao ha fatto da segretariato di coordinamento ed è riuscita a coinvolgere molti governi, agenzie ed organizzazioni.  «il Programma Mondiale - spiegano all'Agenzia per l'alimentazione e l'agricoltura dell'Onu - si è inizialmente concentrato nella mappatura della distribuzione geografica della malattia, cercando di avere una comprensione migliore della sua epidemiologia ed aiutando i paesi nelle situazioni d'emergenza. La fase due delle attività ha comportato un'azione mirata a livello locale, dove il virus era in circolazione. La Fao è intervenuta estesamente fornendo assistenza tecnica ai paesi per aiutarli a spegnere i focolai ed attuare misure per evitare recidive.  Le attività abbracciavano una vasta gamma di interventi: insegnare ai contadini come riconoscere e segnalare la malattia; istituire piani di risposta d'emergenza, protocolli di bio-sicurezza e programmi nazionali di monitoraggio e controllo; formare i veterinari per l'avvio di campagne di indagine sierologia e per l'istituzione di laboratori. E dopo questo massiccio impegno, lentamente, la peste bovina ha cominciato gradualmente a recedere. Grazie al Programma Mondiale tra il 1994 ed il 2009, circa 170 paesi sono riusciti ad eliminare dal proprio territorio la peste bovina ed ottenere la certificazione di paese "libero dalla malattia" dall'Oie. All'inizio del 2000 il virus della peste bovina era ormai confinato solo in parti dell'ecosistema somalo - un'area che copre il sud della Somalia e le parti adiacenti dell'Etiopia e del Kenya - dove si potevano ancora riscontrare trovare tracce del virus nel sangue del bestiame.  L'ultimo focolaio in Kenya risale ormai al 2001. Oggi il virus appare ormai debellato ed entro il prossimo anno la Fao in partnership con l'Oie completerà tutte le attività di controllo per una globale certificazione di sradicamento della malattia».

Il veterinario capo della Fao, Juan Lubroth, dice che «A pensarci è davvero straordinario essere arrivati a questo traguardo. È una malattia che per secoli è stata un vero flagello per agricoltori e pastori. Ma la soluzione col senno del poi era abbastanza semplice.  Avevamo le conoscenze, avevamo il vaccino, quello che mancava erano innanzitutto gli investimenti ed in secondo luogo un meccanismo mondiale di coordinamento concertato.  Una volta ottenuto tutto ciò, la soluzione del problema è stata solo questione di tempo.  I finanziamenti di molti partner in questo Programma, primo tra tutti la Commissione Europea, ed il forte impegno dei governi nazionali e delle organizzazioni regionali è stato decisivo per raggiungere questo successo».

Una buonissima notizia soprattutto per le tasche degli allevatori dei Paesi in via di sviluppo: la Fao calcola che tra il 1965 ed il 1998 lo sradicamento della peste bovina in India abbia portato redditi in più per 289 miliardi di dollari, ed in Africa almeno un miliardo l'anno. Forti benefici economici anche in Paesi non proprio floridi economicamente come Sri Lanka, Pakistan, Afghanistan, Iran, Iraq e Turchia.

Felix Neumi, del Segretariato del Grep, spiega che «Quello che è più importante è che la protezione del bestiame in Africa sub-sahariana, nel Vicino Oriente ed in Asia ha migliorato sia l'alimentazione che i redditi per centinaia di migliaia, se non milioni, di pastori e di piccoli contadini, ed ha contribuito a scongiurare carestie e la perdita di forza da tiro tra le comunità rurali».

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