[02/12/2009] News

Pendolaria 2009: necessario spostare le priorità d'investimento dalla strada alla ferrovia

GROSSETO. In Italia un treno pendolare ogni tre arriva in ritardo, sulla base dei 5 minuti considerati accettabili dalla carta dei servizi sottoscritta dalle associazioni dei consumatori. A Milano succede ben più spesso: è uno su due infatti che tarda più di 5 minuti (59% a Milano Cadorna -Ferrovie Nord e  57% a Milano Centrale) così come accade anche a Roma.

Il monitoraggio della situazione ritardi dei treni italiani è stato realizzato grazie a volontari, in 13 stazioni di 11 città capoluogo di provincia, tra il 23 e il 27 novembre, nella fascia oraria 7.00 - 9.00 del mattino, per tre giorni consecutivi. Una indagine svolta da Legambiente nell'ambito della campagna Pendolaria 2009.

Sono 1216 i treni monitorati, e di questi sono 430 (pari al 35% del totale) quelli che hanno fatto registrare un ritardo dai 5 minuti; 410 quelli  arrivati con un ritardo compreso tra uno e quattro minuti, e  solo 374 treni (pari al 31% del totale) sono giunti in orario.

Milano e Roma, sono le stazioni dove i ritardi riguardano un treno su due, ma si discosta di poco Palermo dove solo il 16% dei treni monitorati è arrivato in orario, il 41% in ritardo di pochi minuti e il 43% in ritardo dai 5. Una litania che riguarda il nord e il sud del paese, una volta tanto senza grandi differenze: a Salerno il 37% dei convogli ha ritardi di 5 minuti, a  Torino il 32% e a Messina il 30%.

E anche la stazione di Genova Principe dove si è registrata la percentuale più bassa (il 18%) dei treni pendolari in ritardo di più di 5 minuti  ben il 44% è comunque fuori orario e il ritardo medio registrato è superiore a quello medio registrato. Facendo la media dei ritardi il valore che ne esce è infatti di 11 minuti, superato con 15 a  Salerno e alla stazione di Genova Principe e con 16 a Messina. Rientrano nella media invece Roma, Palermo, Bari e Torino, dove il ritardo medio ammonta a 9 minuti.

«I risultati del nostro monitoraggio - ha dichiarato il responsabile trasporti di Legambiente Edoardo Zanchini - mostrano l'urgenza di nuovi investimenti per il trasporto pendolare. Gran parte di questi ritardi infatti, sono causati dal sovraffollamento delle carrozze che causano l'accumulo di minuti persi ad ogni fermata per permettere il flusso in entrata e in uscita degli utenti. Servono anche binari dedicati ai treni pendolari nelle grandi città e nuovi convogli che permettano di aumentare le velocità potenziando il servizio. Ma per tutto ciò, evidentemente, è necessario spostare le priorità d'investimento dalla strada alla ferrovia e puntare sui nodi urbani. Ad oggi invece il 70% dei finanziamenti della Legge Obiettivo è destinato a strade ed autostrade, mentre solo il 30% dovrebbe garantire lo sviluppo di Tav, ferrovie e metropolitane».

Gli investimenti dovrebbero quindi essere indirizzati a rendere maggiore l'offerta e alternativa rispetto al trasporto privato, senza cedere alla qualità dei servizi. «Bisogna guardare anche alla qualità dei servizi per i pendolari - ha aggiunto la direttrice generale di Legambiente Rossella Muroni - e quindi alla puntualità ma anche alla pulizia delle carrozze e delle stazioni, alla fruibilità dei parcheggi e alle interazioni col trasporto urbano degli autobus. Migliorando la qualità del servizio e rendendo veramente competitivo l'uso del treno sarebbe possibile togliere migliaia di auto dalle strade rendendo le città più libere, sicure e respirabili».

Torna all'archivio