[09/12/2009] News toscana

Piana fiorentina: ognuno ha la sua ricetta ma la risoluzione dei problemi appare come un'erta salita da scalare

FIRENZE. Un' interminabile salita di montagna, è l'immagine simbolo che emerge quando si parla delle prospettive di risoluzione dei problemi della Piana tra Firenze, Prato e Pistoia. Sul tema, che è stato affrontato in Consiglio regionale, si gioca ora una partita tutta politica anche in vista delle elezioni regionali, ma le criticità reali esistono come è stato esplicitato nella stessa relazione del presidente Claudio Martini.

«I temi più discussi nel confronto tra istituzioni sulla situazione della Piana fiorentina ruotano attorno a cinque blocchi: la partita sulla mobilità con riferimento alle questioni dell'alta velocità, della tramvia e dell'aeroporto; gli aspetti legati all'assetto urbanistico (parco di Castello e la Cittadella dello sport); le questioni economiche con la tenuta del sistema produttivo e l'organizzazione del sistema turismo; gli aspetti relativi ai grandi servizi, in particolare acqua e rifiuti e la cultura comprensiva di arte contemporanea, cinema e turismo».

Il presidente ha fatto riferimento alla necessità di portare a termine il Pasl (Piano azione sviluppo locale) di area metropolitana, ma prima bisogna sciogliere alcuni "nodi" primo fra tutti quello della mobilità: «a gennaio si terrà un incontro con i sindaci dei comuni capoluogo e di Empoli, i presidenti delle province e la Regione- ha informato Martini- per sviluppare la discussione sul nodo alta velocità, sul valore strategico di quest'opera e sul collocamento della stazione ferroviaria e sull'aeroporto, riguardo all'orientamento della pista esistente e della sua messa in sicurezza per evitare voli dirottati dallo scalo fiorentino».

L'altro grande problema riguarda l'assetto urbanistico della Piana: «il problema è mettere in cornice diverse cose: il parco della Piana, l'adeguamento in sicurezza dello scalo fiorentino di Peretola, il centro direzionale di Castello, le infrastrutture, case Passerini, la Cittadella e Osmannoro 2000» ha concluso il presidente. L'opposizione ha valutato l'operato della giunta sul tema come "metro" di giudizio per il bilancio di fine legislatura.

«La Regione non è stata in grado di svolgere la sua funzione, ossia quella di regia- ha introdotto Alberto Magnolfi (Fi-PdL)- I problemi su quest'area, così centrale per la Toscana, rappresentano una prova difficile con la quale misurarsi, ma, a nostro avviso non è stata affatto superata. Abbiamo ascoltato una scaletta di questioni, che sono sempre le stesse da anni quando invece il territorio è cambiato e non sempre in meglio. Basti pensare all'aumento delle tensioni sociali, alle sempre maggiori difficoltà a spostarsi, all'espansione dei centri commerciali che sono cresciuti a dismisura e all'urbanizzazione incontrollata. La Regione avrebbe dovuto imporre una regia di comportamenti, invece non è stata in grado di farlo e la realtà è andata per conto suo».

Molto critico anche il giudizio del consigliere Marco Carraresi (UdC) che ha parlato «di vero e proprio imbarazzo in merito alle parole del presidente della Regione. Siamo di fronte all'ennesima prova della totale latitanza della Regione, che invece, riuscirà a crescere solo quando sarà trovata la sistemazione per questa area che, anche in termini numerici, è il polmone del nostro territorio. In questi anni- ha aggiunto Carraresi- è mancata una regia e a farla da padrone sono stati gli attori invece dell'arbitro. Comuni contro comuni, sindaci contro sindaci, questa è la prospettiva che lascia in eredità questo governo regionale alla prossima legislatura».

Toni diversi, ma nel merito giudizio critico, anche da una parte dei banchi della maggioranza. Eduardo Bruno (PdCI) ha giudicato negativamente l'operato della giunta su questo specifico argomento ed ha ribadito l'assoluta necessità dell'ubicazione della stazione di Alta Velocità a Castello.

Fabio Roggiolani (Verdi-Sel), ricordando che «La piana non è un concetto astratto, ma è fatta di gente, con un forte disagio sociale, con una scuola che deve interrompere le lezioni decine di volte al passaggio degli aerei» è tornato su quello che a suo parere è il punto di forza dell'area, cioè la realizzazione del Parco, mentre Pieraldo Ciucchi (Ps) ricordando il piano regolatore che Detti disegnò per Firenze con un orientamento culturale proiettato fuori da una dimensione localistica, per aprirsi all'area vasta toscana, ha proposto una mezza rivoluzione: «la Regione deve recuperare un preciso ruolo nella programmazione, riprendendosi alcune prerogative di cui si è spogliata con il trasferimento ai piani territoriali di coordinamento. Prevalgono gli interesse localistici rispetto a quelli della Toscana - ha continuato Ciucchi - La Regione non ha autorità legislativa per ‘zittire' un sindaco dissidente rispetto ad altri dieci. Senza rivedere le leggi di programmazione urbanistica sarà difficile mettere mano al governo del territorio su area vasta» ha concluso il consigliere Ps.

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