[14/12/2009] News

Crisi e sostenibilitą, Tinacci Mossello: «La green economy importante strumento per far "maturare" il modello vigente»

LIVORNO. La sostenibilità ambientale può essere praticata solo attraverso la riduzione del consumo di materie prime e di energia. Se la crisi mondiale ha avuto un merito è quello di aver riportato alla luce del sole il rapporto inscindibile tra economia ed ecologia. L'economia è la gestione delle risorse scarse ma l'eccessiva finanziarizzazione dell'economia ha stravolto questo concetto: non c'è più relazione vagamente realistica tra quanto effettivamente viene prodotto e ciò che viene ‘scambiato' al mercato finanziario. Lo tsunami della crisi sembrava aver portato via tutti gli eccessi di questi meccanismi e il mondo economico intero si è lanciato in grandi proclami tutti fondati sull'idea della necessità di cambiare tutto attraverso nuove regole. Ad un anno dalla crisi e a pochi giorni dal crac di Dubai, che cosa è veramente cambiato e qual è l'aspetto più importante sul quale i leader mondiali e gli economisti avrebbero o dovrebbero veramente impegnarsi? 

Lo abbiamo chiesto a Maria Tinacci Mossello, docente del dipartimento di Scienze economiche dell'Università di Firenze.

«Un po' troppo grossa la domanda - e anche largamente al di fuori delle mie competenze - per poter dare una risposta breve e significativa, che non sia poco più di una banalità, o di una vulgata quale quelle che si possono leggere presso qualsiasi "opinionista".  In estrema sintesi comunque potrei dire: uscire dalla logica della "necessità" della crescita. Ma è dire troppo o troppo poco...».

Il massimo delle risposte dal punto di vista della sostenibilità, ci pare sia arrivato dal programma governativo del neo presidente americano Obama, che a nostro modesto avviso sembra ispirasi addirittura a Georgescu Reagan (specialmente sull'aspetto pace-sostenibilità). Che però in Italia e specialmente da Confindustria è stato tradotto in: investiamo nella green economy perché ‘tira' e perché può essere il driver per uscire dalla crisi. Ma tra un nuovo paradigma economico che abbia come criterio direttore quello della sostenibilità e la green economy ci pare che ci sia una bella differenza. Lei che ne pensa?

«E' assolutamente Georgescu-Roegen l'ispirazione di Obama! Per quanto riguarda la domanda, c'è una grande differenza in termini di consapevolezza, ma la green economy in linea di principio può essere un importante strumento per far "maturare" il modello vigente, senza stravolgerlo. Non credo alle rivoluzioni, almeno in questo campo, ma le "riforme" vanno guidate da obiettivi forti, altrimenti sono acqua calda (e Gerogescu-Roegen insegna che il calore presto si disperde....)

La polemica sulla mancata previsione della crisi da parte degli economisti  è ancora in auge, ma a noi premerebbe capire chi tra gli economisti viventi sta facendo la migliore analisi del contesto mondiale dove, ci corregga se sbagliamo, bisognerebbe aver chiaro - basti pensare a clima e nuove stime Fao sulla fame nel mondo - non si può prescindere più dal rapporto tra economia ed ecologia. Lei ha un punto di riferimento?

«Stiglitz, Daly e Krugman».

Andando con la mente al futuro e al migliore degli scenari possibili, un'economia veramente sostenibile ci pare che possa essere solo quella ecologica. Se questo accadrà, quindi, parlare di economia ecologia come di green economy o semplicemente utilizzare la parola green per produzioni che dovrebbero essere tutte concepite in nuce come sostenibili, sarà tautologico? Insomma la battaglia sarà vinta quando spariranno, per paradosso, tutti i prefissi eco e l'aggettivo ‘verde'?

«Restando nell'ambito del paradosso, credo proprio di sì».

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