[22/07/2009] News

Cambiamenti climatici, l’Italia al centro dell’area più a rischio d'Europa: il Mediterraneo

LIVORNO. Il Programma per l'ambiente dell'Onu (Unep) ha pubblicato "Climat en péril" una guida in francese rivolta al grande pubblico  che «si sforza de restare fedele al senso del lavoro effettuato dall'Ipcc nel quadro del suo Bilancio 2007 dei cambiamenti climatici: Rapporto di sintesi del quarto assessment report (AR4), semplificandone il linguaggio e la struttura».

La pubblicazione vuole presentare l'AR4 concependolo come una narrazione anche per immagini e riesce a farlo semplificando le previsioni dell'Ipcc attraverso immagini, grafici e cartografie molto chiari e destinati finalmente ai lettori comuni e non agli specialisti.  "Climat en peril", dopo  un esame attento delle cause e delle previsioni dei cambiamenti ambientali a livello globale e dei 4 scenari tracciati dall'Ipcc, prende in esame gli effetti del global warming per ognuno dei continenti del pianeta e quando arriva all'Europa sottolinea: «Il sud dell'Europa vedrà certamente diminuire le sue risorse idriche; nelle regioni montane del continente, i ghiacciai si ritireranno progressivamente e la copertura nevosa diminuirà, aumentando così la probabilità di una penuria d'acqua il che genererà un potenziale più elevato di mancanza d'acqua. Ondate di calore ed incendi rischiano quindi di minacciare la salute degli individui».

Il nord Europa avrà un'area particolarmente colpita sulla costa olandese, ma al centro del cambiamento climatico c'è il Mediterraneo, e al centro dell'area particolarmente colpita c'è l'Italia. Nel nostro Paese è prevista una netta diminuzione delle precipitazioni al centro sud e nelle isole, con uno stress idrico "moderato" che si attesta tra l'isola d'Elba la Toscana meridionale e le Marche e un'area a stress idrico "elevato" tra la Campania e il basso Lazio.

Modifiche ambientali si verificheranno negli Appennini e nelle Alpi e in quest'ultime si assisterà ad un progressivo scioglimento dei ghiacciai. Nel centro-sud del nostro Paese questi cambiamenti provocheranno un aumento degli incendi boschivi ed avranno pesanti conseguenze sull'agricoltura, mentre l'innalzamento del livello del mare minaccerà Venezia, che però in Europa è in buona compagnie: sono a rischio inondazione il delta del Reno e le coste che vanno dal Belgio alla Germania occidentale e le grandi città portuali di Londra, Amsterdam, Rotterdam, Amburgo ed Istanbul.

Mentre in tutta l'Europa meridionale le piogge diminuiranno, con situazioni che si annunciano critiche per le risorse idriche e l'agricoltura nella penisola iberica, in Greca e nei Balcani. L'agricoltura dovrebbe andare in crisi anche nella Russia meridionale pre-caucasica. Nei Paesi scandinavi, nell'Europa nord-orientale, in Scozia e in Islanda le piogge aumenteranno a causa dell'aumento della temperatura ma questo provocherà la scomparsa del permafrost da tutta la penisola Scandinava e da gran parte della Russia europea portando anche ad una notevole contrazione dei ghiacciai norvegesi e svedesi.

Le modifiche più pesanti negli ecosistemi i dovrebbero essere proprio nella tundra russa e in Scandinavia a causa dello scioglimento del permafrost e dell'aumento di piovosità e temperature e nei Balcani, per cause opposte: diminuzione delle piogge e siccità. In Europa potrebbe far ritorno entro il 2050 anche la malaria, le più a rischio sono le coste del Mar Nero: Crimea, delta del Danubio, costa bulgara.

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