[28/12/2009] News

La Cina seconda al mondo per produzione di elettricitą, vara nuova legge pro-rinnovabili

LIVORNO. «La Cina dovrebbe detronizzare la Germania e diventare il primo esportatore al mondo nel 2009» lo ha annunciato il vice-ministro cinese al commercio Zhong Shan. Il risultato sarà raggiunto nonostante un anno difficile per il commercio estero cinese che ha pagato la crisi internazionale ed il crescente protezionismo. Comunque la rapida crescita cinese tiene e si prevede che Pechino sarà la locomotiva che guiderà anche la (lenta) ripresa delle altre economie.

Per farlo ha bisogno, e ne avrà ancora di più, di energia che sta producendo a ritmi impensabili: secondo il capo dell'amministrazione nazionale dell'energia della Cina, Zhang Guobao, «La capacità cinese di produzione di elettricità dovrebbe raggiungere gli 860 milioni di kilowatts alla fine di quest'anno, la seconda più importante del mondo dopo gli Stati Uniti».

La Cina ha però conquistato un primato mondiale: ha scavalcato gli Usa per lunghezza totale della rete elettrica nazionale, arrivando a 375.000 chilometri, «In più - ha spiegato Zhang - la rete ultra-alta tensione nazionale ha conosciuto uno sviluppo rapido e nuove energie quali le energie nucleare ed eolica giocano un ruolo sempre più importante».

Attualmente oltre il 70% dell'elettricità cinese proviene da centrali a carbone, ma il governo ha assicurato che porterà l'energia prodotta da fonti rinnovabili al 15% del totale entro il 2020.

C'è un problema: tra le energie rinnovabili il governo comunista mette anche il nucleare. Attualmente in Cina ci sono 11 reattori nucleari in funzione e 24 sono in costruzione. Durante una recente riunione del Consiglio dell'elettricità della Cina, è stato rivelato che il governo di Pechino ha dato il via libera a 14 nuovi reattori nucleari.

Per quanto riguarda le vere rinnovabili, prosegue la corsa dell'eolico: la produzione annua di energia prodotta dal vento è raddoppiata in tre anni e quest'anno ha raggiunto i 20 milioni di kilowatts.

La Cina infatti non ci sta ad assumere il ruolo dei detrattori della lotta ai cambiamenti climatici e lo scorso sabato l'Assemblea nazionale ha ribadito che il paese è pronto a muoversi in direzione di una riduzione delle emissioni climalteranti. E come prova del suo impegno il Comitato permanente del Congresso Nazionale del Popolo ha adottato una nuova legge a sostegno dell'industria delle energie rinnovabili: la norma impone ai gestori della rete elettrica di acquistare - a partire dal prossimo aprile- tutta l'elettricità prodotta da generatori di energia rinnovabile, nell'ambito degli sforzi per aumentare la quota di energie alternative nel Paese che dipende ancora dal carbone. 

La nuova legge modifica la normativa vigente sulle energie rinnovabili che risale al 2006 e stabilisce anche l'eventuale multa da assegnare alle società di distribuzione che contravverranno a quanto stabilito; la sanzione in questo caso sarà pari al doppio della perdita economica per i produttori di energia rinnovabile.

Ni Yuefeng, vice-presidente della Commissione Affari per l'Ambiente ha anche riferito che la norma permetterà al dipartimento energia del Consiglio di Stato, insieme a quello delle finanze e all'autorità statale per l'energia, di «determinare la proporzione di energia rinnovabile sul totale dell'energia generata per un certo periodo».
La Cina ha investito molto in energie rinnovabili, in particolare in impianti eolici grazie ai sussidi governativi, ma non sempre l'energia prodotta è ben collegata alla rete di distribuzione. L'obiettivo è invece quello di garantire una distribuzione su tutto il paese.
«L'energia rinnovabile della regione nordoccidentale del Paese ricca di risorse e sottosviluppata - ha detto Wang Zhongyong, direttore dell'Istituto ricerca energetica della Commissione nazionale sviluppo e riforme - deve essere inviata nell'area costiera ricca ma povera di risorse».

Ma l'altro obiettivo della Cina è quello di dimostrare il proprio impegno nella lotta ai cambiamenti climatici. «Se poco meno di dieci giorni dopo la fine della riunione di Copenaghen - ha dichiarato Ni Yuefeng - abbiamo adottato una revisione della legge sulle energie rinnovabili è per proteggere l'impegno della Cina a garantire una riduzione volontaria le emissioni di anidride carbonica» e ricordando come l'atteggiamento del primo ministro Wen Jiabao in occasione della riunione di Copenaghen abbia dimostrato la determinazione e la fiducia del governo cinese verso tale obiettivo, ha sottolineato: «Non abbiamo mai mancato la nostra parola».

 

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