[28/12/2009] News

Nucleare: Abu Dhabi non vuole l'Epr francese che piace all'Italia

LIVORNO. L'emirato di Abu Dhabi, a nome dei 7 che formano gli Emirati Arabi Uniti, ha respinto l'offerta fatta da Edf, Areva, Suez-Gdf e Total di realizzare centrali nucleari del tipo Epr per realizzare l'ambizioso programma nucleare degli Emirati che hanno preferito un'offerta sudcoreana.

Secondo quanto dice e il capo dello staff del presidente francese Nicolas Sarkozy, Claude Gueant, al quotidiano Les Echos, la colpa sarebbe del consorzio di società francesi che avrebbe impiegato troppo tempo ad avanzare la sua offerta: «Il gruppo francese ha impiegato troppo tempo a prepararsi per la battaglia. Le preoccupazioni circa il reattore nucleare Epr di Areva non erano infondate, Siamo delusi ma crediamo in Epr che consideriamo il tipo di reattore più sicuro del mondo. La vittoria sudcoreana è dovuta al prezzo previsto per l'energia proveniente dai reattori che intende costruire. Se i coreani sono stati in grado, in una regione molto ricca, di ottenere un contratto grazie al prezzo, è un fatto inquietante per il futuro di Areva».

Se piange Nicolas Sarkozy, che si era molto speso (anche dal punto di vista delle forniture e della presenza militare, la notizia dell'ennesimo fallimento dei mercanti nucleari ha reso felici no-nuke francesi.

Réseau "Sortir du nucléaire" parla di un buon affare fatto dalla Francia prendendo ad esempio quel che sta succedendo con l'Epr finlandese: «Venduto a 3 miliardi di euro alla Finlandia, l'Epr il cui cantiere (iniziato a fine 2005 e che conta almeno 3 anni di ritardo) è un disastro industriale e finanziario, costerà in realtà almeno 6 miliardi ed è la Francia che dovrà pagare questo immenso sovra-costo».

L'Epr è la tecnologia nucleare su cui punta anche il governo italiano per il suo rinascimento atomico, almeno per quel che riguarda le intese sottoscritte da Scajola con i francesi. Ma, purtroppo per noi, quello dell'Epr finlandese non è un incidente di percorso: il cantiere dell'altro Epr, quello francese di Flamanville (dove Enel partecipa con una quota del 12,5%), è nella stessa situazione: «Iniziato a fine 2007, conta già un anno di ritardo - spiegano a "Sortir du nucléaire" - e un miliardo di sovra-costi. Non c'è quindi obiettivamente alcuna ragione per l'eventuale vendita di altri reattori Epr o perché ci siano nuovamente dei costi aggiuntivi a carico della Francia».

Insomma, l'Epr che ci hanno così tanto decantato come sicuro, di ultima generazione, economico e "risparmioso" per i consumatori di elettricità, si sta rivelando economicamente svantaggioso perfino per i francesi che lo costruiscono, tanto che gli emiri arabi, forse resi più saggi dal crollo del mercato edilizio di Dubai, hanno deciso prudentemente di scartarlo.

Le centrali nucleari Epr, progettate agli inizi degli anni '90, rischiano di diventare obsolete già prima di entrare in servizio.

Gli ambientalisti francesi spiegano che «Il reattore Epr è così caro e così "cattivo" che non ha quasi nessuna chance di essere preso dalle compagnie elettriche straniere», evidentemente meno che da quelle italiane, affascinate dalla "sicurezza" del nucleare dei cugini francesi.

Eppure l'autorità di sicurezza britannica sul nucleare, seguita dalle consorelle finlandese e francese, ha recentemente messo in luce una grave falla nel sistema di sicurezza dell'Epr.

"Sortir du nucléaire" come al solito non ci va leggero: «Tutti i reattori nucleari sono pericolosi e cari, ma l'Epr é sicuramente uno dei peggiori reattori nucleari di tutti i tempi».

Probabilmente il no all'Epr francese è il segnale di quel che sta accadendo per progetti simili in giro per il mondo (meno che in Cina e in Asia) e l'intero progetto nucleare di Abu Dhabi ha buone possibilità di essere accantonato e gradualmente dimenticato tra i vari sogni di potenza perché, dicono gli antinucleari francesi: «Utilizzare dei reattori nucleari non è solo la maniera più pericolosa e più inquinante di produrre elettricità, è anche la più cara. La maggioranza dei Paesi ha compreso che la sola buona opzione è sviluppare simultaneamente i risparmi di energia e le energie rinnovabili e, soprattutto, di non investire in una tecnologia arcaica come il nucleare... Ancora una volta la la Francia atomica è andata a sbattere contro il muro».

 

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