[29/12/2009] News

Bilancio della presidenza svedese dell'Ue: buono nonostante Copenhagen

BRUXELLES. Quando nel luglio 2009 la Svezia assunse la presidenza di turno dell'Unione europea si trovò di fronte un quadro abbastanza deprimente: crisi economica e finanziaria, divisioni sulla questione climatioca con Italia e Paesi dell'est che facevano le bizze, insicurezza istituzionale nel Paese che la aveva preceduta alla testa dell'Ue, la Repubblica Ceca, con il governo di centro destra, eco-scettico ed euro-scettico, in crisi...

Ora, a fine del mandato semestrale il primo ministro conservatore svedese Fredrik Reinfeldt può passare la mano stilando un bilancio abbastanza positivo con una sola evidente (ma clamorosa) pecca, la mancanza di leadership globale dell'Unione europea si é acuita e questo proprio in coincidenza con il summit mondiale sul cambiamento climatico di Copenhagen che avrebbe dovuto segnare un suo rilancio.

Reinfeldt lo ammette apertamente nell'intervista di commiato rilasciata al siti ufficiale della Presidenza di turno svedese : «Politicamente parlando, la questione più difficile é stata la questione climatica. Semplicemente perché regna la frustrazione intorno al fatto che possiamo constatare scientificamente che l'essere umano ha delle ripercussioni negative sul clima e che disponiamo dei mezzi, sia economici che tecnologici, che ci permetterebbero di fare qualcosa».

Reinfeldt ricorda che i Capi di Stato e di governo europei, prima di Copenhagen, si erano messi d'accordo per un mandato comune in materia climatica, ma durante la Cop 16 dell'Unfccc la comunità internazionale non é riuscita a trovare l'accordo. Il premier svedese non si nasconde dietro ad un dito: «Questo é accaduto a causa della mancanza della leadership mondiale della quale l'Ue dispone, vale a dire di un processo decisionale di cui ha dato prova. D'altronde, molti, troppi Paesi non si prendono le loro responsabilità. Tenuto conto degli sforzi che abbiamo sviluppato su questa questione e del ruolo di spinta giocato dalle democrazie a Copenhagen, e soprattutto del perché è successo quel che é successo, possiamno dire che abbiamo realizzato ugualmente un passo avanti. Il documento che abbiamo elaborato ha alla base la struttura che può permette di trovare una soluzione, ma le cifre e le ambizioni sono insufficienti».

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