[30/12/2009] News

I ricercatori Ispra ancora sul tetto dell'istituto, ma il ministero li ignora

GROSSETO. Dopo Natale i lavoratori precari dell'Ispra si apprestano a trascorrere sul tetto dell'istituto anche il capodanno. Con un perdurante silenzio da parte del governo, che non ha accordato nemmeno la possibilità di incontrare i lavoratori dell'istituto di ricerca (creato dalla fusione di Apat, Infs e Icram e di cui il ministero dell'Ambiente è vigilante) che protestano da oltre un mese per il rischio di perdere con il 31 dicembre il contratto e quindi il posto di lavoro.
Un fatto ritenuto «grave, inquietante e irresponsabile» da parte del senatore del Pd Francesco Ferrante che in questi giorni è andato più volte a portare solidarietà ai lavoratori
«E' un fatto grave - spiega - perchè l'esecutivo dimostra così di abbandonare tanti lavoratori che rischiano di essere licenziati il 31 dicembre se non vi sarà nessun intervento concreto. E' inquietante e irresponsabile perché in questo modo all'Istituto pubblico che si occupa di ricerca ambientale viene e verrà di fatto impedito di svolgere la sua importante funzione di ricerca».

Una preoccupazione espressa oggi anche da parte di Legambiente che ha annunciato un blitz il prossimo 5 gennaio alla vigilia dell'Epifania, presso la sede dell'Ispra, per consegnare un sacco di carbone al prefetto Vittorio Grimaldi, commissario straordinario dell'Istituto, finora "sordo" a tutte le sollecitazioni ricevute per cercare di trovare una soluzione che tenga conto delle competenze e della professionalità degli addetti minacciati dai licenziamenti.
«Ci piacerebbe molto che il nuovo anno cominciasse bene per i precari dell'Ispra - ha detto Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente - Ci farebbe molto piacere per loro, ma anche per il Paese che insieme ai posti di lavoro di queste persone, rischia di perdere un grande patrimonio nel settore strategico della ricerca, con grave danno per l'ambiente e la sostenibilità. Speriamo che il Prefetto ci ripensi. Per convincerlo noi faremo la nostra parte».
La befana di Legambiente interverrà quindi per cercare di scongiurare il rischio che importanti attività come gli interventi sulla biodiversità marina, le emergenze in mare (anche sulle cosiddette "navi dei veleni"), le bonifiche di siti contaminati, la pesca sostenibile, l'informazione ambientale, l'aggiornamento del registro delle emissioni in atmosfera e la prevenzione del dissesto idrogeologico siano definitivamente compromesse da licenziamenti e privatizzazioni frettolose.
«L'azione che il prefetto sta intentando, irrigidendo le procedure e tagliando posti di lavoro - ha concluso Cogliati Dezza - impedirà la prosecuzione delle ricerche su un bene primario per l'interesse generale del paese e, oltre a disperdere professionalità e competenze, determinerà anche l'impossibilità di sviluppare il controllo pubblico su temi di primaria importanza e di interesse generale. Il governo deve fare il possibile affinché la ricerca pubblica ambientale non venga svenduta».

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