[04/01/2010] News

Russia e Iran vogliono reintrodurre nel Caucaso leopardi e tigri estinte

LIVORNO. Nonostante la crisi iraniana e la nuova minaccia di rafforzare l'embargo economico contro Teheran, la "diplomazia animale" (fortunatamente) non si ferma Il ministero russo delle risorse naturali e dell'ecologia della federazione Russa e il ministero dell'ambiente dell'Iran sono pronti a firmare un progetto di accordo per la cooperazione nella protezione dell'ambiente. Un comunicato del ministero russo spiega che nei giorni scorsi  il vice-ministro delle risorse naturali e dell'ambiente Igor Maidanov, nel corso di una visita in Iran, ha firmato un documento «che regolamenterà la cooperazione tra i due Paesi mirante a preservare la biodiversità ed a sviluppare i territori naturali protetti. Le parti hanno convenuto di firmare l'accordo nel corso di un incontro, martedì a Teheran (il 29 dicembre 2009, ndr) tra il vice-ministro russo delle risorse Igor Maidanov e il direttore aggiunto dell'Organizzazione iraniana per l'ambiente G.B.Saduk».

Il documento congiunto disciplina la cooperazione dei due paesi «nel campo della conservazione della biodiversità, dello sviluppo delle zone naturali particolarmente protette, della Convenzione di Teheran». Iraniani e russi hanno anche esaminato gli aspetti pratici del programma di reintroduzione del leopardo persiano (Panthera pardus saxicolor - Nella foto) nel Caucaso occidentale.

Il programma, avviato nel settembre 2009, punta a ristabilire la popolazione di questi rarissimi felini a rischio di estinzione nella parte russa del Caucaso, ripristinando così la presenza dei leopardi nel loro antico areale. A settembre Maidanov aveva chiesto all'ambasciatore iraniano a Mosca, Mahmud Reza Sajjadi, se l'Iran fosse disponibile a fornire alcuni esemplari di rari leopardi persiani per reintrodurre il grande felino nel Caucaso. La richiesta riguarda almeno due esemplari femminili da far accoppiare con i due maschi donati alla Russia dal Turkmenistan e che sono ospitati in una riserva nei pressi di Soci.

Il progetto leopardo è stato voluto direttamente dal primo ministro russo Vladimir Putin come dimostrazione di impegno ambientale in occasione delle olimpiadi invernali che si terranno a Soci nel 2014. Putin, che ha un debole per i grandi carnivori, si è recato nella città sul Mar Nero per accogliere personalmente i due leopardi turkmeni. L'Iran è uno degli ultimi rifugi dei leopardi persiani che prima popolavano tutte le foreste e le montagne del Caucaso e dell'Asia centrale. Piccole popolazioni di questi leopardi resistono anche in Armenia, Georgia e Turkmenistan.

La Russia ospita nel suo territorio una popolazione di leopardi dell'Amur (Panthera pardus orientalis o Panthera pardus amurensis), tra 25 e 34 esemplari, che vivono sui monti Sikhote-Alin e che ne fanno forse  la più rara sottospecie di leopardo del mondo e probabilmente il più raro felino al mondo.

I leopardi persiani sono invece scomparsi dal Caucaso russo all'inizio del secolo scorso, anche se sono ancora ben presenti nell'immaginario e nel folklore delle regioni a maggioranza musulmana del Caucaso settentrionale. Maidanov e Saduk hanno anche deciso di studiare la possibilità di reintrodurre in Russia un altro felino dato ormai per estinto in natura (anche se non mancano sporadiche segnalazioni in Iran ed Asia centrale): la tigre del Caspio (Pantera tigris virgata), che gli iraniani chiamano tigre di Mazandaran, una sottospecie di tigre (la terza per stazza) e che gli antichi romani utilizzavano già nei combattimenti dei circhi, popolava l'Asia centrale, l'Iran ed il Caucaso, ma in epoca moderna ha subito un rapidissimo declino, fino alla probabile estinzione in natura. I russi hanno invitato l'Organizzazione iraniana per l'ambiente a partecipare al Tiger summit del 2010 a Vladivostok, nell'Estremo Oriente russo, dedicato alla salvaguardia delle tigri.

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