[08/01/2010] News

Torino-Lione, la fine del tunnel è ancora molto lontana

GROSSETO. Il progetto della Tav Torino-Lione è di nuovo in bilico. Come in un gioco dell'oca che dura ormai da diversi anni, la situazione sembra di nuovo tornata al via, con la minaccia di dimissioni da parte del presidente dell'osservatorio Mario Virano, che questa mattina è stato a Roma per riferire al sottosegretario Gianni Letta e al ministro Altero Matteoli riguardo alla nuova situazione di stallo, le spaccature politiche e il movimento No Tav che scalda di nuovo i muscoli per la manifestazione indetta per domani a Susa, mentre i termini per la presentazione del progetto sono sempre più vicini.

Il motivo di questa nuova empasse sta nello stabilire chi ha il diritto di nomina dei tecnici all'interno dell'Osservatorio e se la rappresentanza di quelli che attualmente ne fanno parte sia ancora valida. A sollevare il problema l'attuale presidente della comunità montana, Sandro Plano, che ieri ha partecipato come osservatore politico alla riunione dell'Osservatorio spiegando che nessun altro tecnico, a partire da quelli confermati dalla Regione e dalla Provincia, è in alcun modo legittimato a parlare o ad avanzare proposte tecniche a nome dei territori della nuova Comunità montana.

Le modalità per superare l'ostacolo sembrano quindi due: un nuovo decreto del presidente del Consiglio che definisca con più precisione il diritto di nomina degli esperti che dovrebbero rappresentare la Val Susa e la Val Sangone, che potrebbe però assegnare il potere di scelta solo ai 36 sindaci interessati dalle quattro ipotesi progettuali e non più alla comunità montana. O in alternativa, fare a meno dell'osservatorio e intervenire di nuovo con mano ferma da parte del governo per rispettare i termini del 31 gennaio e consegnare le linee guida del progetto, come indica una voce interna al ministero delle Infrastrutture perché «quell'impegno (il governo ndr) intende rispettarlo a tutti i costi. Anche senza il contributo dell'Osservatorio».

La situazione si preannuncia quindi di nuovo molto critica e non è di certo d'aiuto il clima politico che si respira all'interno del partito di governo, in Piemonte, dove da parte di qualcuno in particolare si è delineata addirittura l'ipotesi di estromettere dal partito i sindaci non allineati sulla vicenda Tav.

Mercedes Bresso ribadisce la posizione della Regione e la disponibilità e a concorrere con il governo e la provincia a ridefinire la composizione dell´Osservatorio «in modo da non snaturare il profilo di organo tecnico e tenendo conto dell´articolazione territoriale e delle diverse sensibilità dei sindaci», andando comunque avanti con il progetto. Meno diplomatico appare il presidente della Provincia Antonio Saitta che affida il suo pensiero nei riguardi della posizione assunta da Plano a una metafora : «È come se un imam fosse nominato parroco della Consolata» dice e aggiunge «Impossibile che Plano, che vuole boicottare, sia all´interno dell´Osservatorio. Occorre subito un decreto che ponga fine alle ambiguità».

Vedremo allora se «a porre fine alle ambiguità» sarà un decreto o un atto diretto del governo e se il gioco dell'oca della Tav Torino -Lione tornerà definitivamente al via o riuscirà a muovere ulteriori passi nella direzione giusta, ovvero se anziché continuare a discutere del "se" si riuscirà finalmente a discutere del "come" realizzare l'opera.

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