[11/01/2010] News

Sui Pirenei parte la sperimentazione del primo sito al mondo che adotta la tecnologia Ccs

FIRENZE. Mentre continua il dibattito su quale strada intraprendere per contrastare efficacemente il Global warming e prevenirne gli effetti, in Francia prende il via la sperimentazione di un impianto tecnologico Ccs (Carbon capture and storage). A Lacq nella regione dei Pirenei è stato infatti inaugurato il primo sito integrato per la cattura, il trasporto e lo stoccaggio dell'anidride carbonica, realizzato dal gruppo petrolifero francese Total. Lo stabilimento-pilota, primo del genere al mondo, dovrebbe stoccare a 4.500 metri di profondità, in un giacimento di gas esaurito, circa 150.000 tonnellate di CO2. «Il mercato potenziale per questa tecnologia può rappresentare circa 600 miliardi di euro da qui al 2030, con riferimento in particolare ai Paesi emergenti» -  ha dichiarato Valerie Letard, segretario di Stato per le tecnologie verdi, che però ha immediatamente ricordato  che si tratta ancora di un'esperienza sperimentale la cui fase industriale reale sarà preceduta da studi completi su fattibilità, sicurezza e accettabilità per la popolazione. E' doveroso aggiungere che questa tecnologia è anche molto costosa e considerate le incertezze che caratterizzano i processi che si svolgono nel sottosuolo è impensabile che si possa davvero aprire a breve un mercato per queste tecnologie altamente sofisticate. Se questa strada, "la via tecnologica" alla cattura della CO2, deve essere intrapresa è bene al momento che sia controllata dagli Stati e sia luogo sostanzialmente di ricerca pubblica. Ovviamente lo schieramento dei contrari all'applicazione di tale tecnologia pensa che le risorse pubbliche per la ricerca andrebbero meglio impiegate considerato anche che non sono molte e la "coperta" rischia di essere troppo corta.  La controproposta che viene avanzata è quella della scelta convinta della cosiddetta "via culturale" cioè quella del  cambio di modello di sviluppo che inizia con un riduzione dei consumi di materia e di energia, passa per la valorizzazione e la tutela delle "spugne" naturali  quali  oceani, mari, zone umide costiere vista la loro capacità di assorbimento di carbonio dall'atmosfera e chiude il cerchio con un forte incremento dell'energia prodotta da fonti rinnovabili che per essere realizzato necessita anch'esso di un cambio di paradigma ma anche di risorse economiche per ricerca ed applicazioni sul territorio da attuare da subito. Considerata la congiuntura economica globale pare difficile portare avanti entrambe le strade: senza mettere nessun bavaglio alla ricerca, è bene dare priorità a percorsi che nel tempo e per vari aspetti hanno fornito e stanno fornendo risposte certe.

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