[13/01/2010] News toscana

Servizio idrico integrato, il consiglio regionale fa i conti senza l'oste (cioé il governo)

FIRENZE. In Consiglio regionale si è tornati a parlare di Servizio idrico integrato con l'approvazione di una risoluzione presentata dalla maggioranza (voto contrario del Pdl e astensione dell'Udc) che giunge a conclusione dell'indagine conoscitiva condotta dalla commissione Ambiente e territorio per la valutazione dei rapporti fra Autorità di ambito territoriale ottimale e gestori del servizio idrico integrato.

Nel testo viene ribadito che "l'acqua non potrà mai essere considerata una merce, è un bene comune e un patrimonio naturale da consegnare integro alle generazioni future; le sorgenti, le fonti, le reti e gli impianti sono di proprietà pubblica e i comuni ne sono i legittimi proprietari".

Viene poi ricordato come in Toscana i Piani di ambito e le tariffe sono decise da Autorità interamente pubbliche e sia pubblica anche la maggioranza azionaria delle società di gestione (in un caso Ato 1 interamente pubblica). Sul versante propositivo sono emerse una serie di indicazioni soprattutto per "una nuova pianificazione regionale degli investimenti".

Ormai acclarato come la tariffa non basta più a coprire gli investimenti per le grandi infrastrutture idriche e dovendola mantenere socialmente accettabile, "occorrerebbe impegnare una quota derivante dalla fiscalità generale nazionale e regionale" (e fin qui nessuna novità rispetto al dibattito che si è svolto in questi anni).

Per quanto riguarda un altro punto critico del sistema idrico integrato, cioè il conflitto di interessi dei comuni, si pensa di intervenire con "specifiche regole di governance e un contemporaneo rafforzamento degli strumenti di controllo e regolazione delle Aato a livello regionale" a partire dalla creazione di uno strumento di controllo pubblico a scala regionale, "una autorevole Autorità regionale pubblica che abbia le funzioni di vigilanza, regolazione, controllo e sanzionamento attualmente in carico alle autorità di ambito".

Inoltre la risoluzione propone la creazione di una Autorità nazionale per la regolazione del servizio idrico, con sede a Firenze e l'avvio di una riforma che riduca le sovrapposizioni di ruoli e competenze, coordini e faccia regia con soggetti ed enti che si occupano di pianificazione, autorizzazione e controlli nel settore delle acque.

Se le proposte citate nella risoluzione sono condivisibili, meraviglia che non ci sia riferimento alcuno al D.L. 135/09 del governo che in sostanza apre la strada alla definitiva privatizzazione dell'acqua anche in Italia. Tra l'altro i consiglieri regionali di Sinistra ecologia e libertà (facenti parte della maggioranza) nei giorni scorsi avevano presentato una mozione chiedendo alla Regione Toscana l'impegno per fare ricorso alla Corte Costituzionale contro la Legge 166/09 (che ha recepito il suddetto decreto) in quanto lesiva delle prerogative assegnate dalla Costituzione alla Regione, seguendo l'esempio della Puglia, del Trentino e del Piemonte. E nemmeno a questo nessun accenno. Se la legge verrà applicata facciamo presente che anche il cosiddetto "modello toscano" verrà messo in discussione.

 

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