[14/01/2010] News

Nucleare: Legambiente rivolge la domanda "delle cento pistole" ai candidati alle elezioni regionali

FIRENZE. Un tema fondamentale per i prossimi anni anche per il nostro Paese, come quello energetico, deve essere caratterizzato da chiarezza nella pianificazione e trasparenza negli atti e nelle realizzazioni degli impianti (tutti) a cominciare dall'individuazione dei luoghi dove devono essere costruiti. Il governo ha detto chiaramente di puntare anche sul ritorno all'atomo per il suo "mix" energetico è quindi giunto il momento di conoscere i siti dove verranno realizzate le centrali.

«Un tema così pesante per il futuro del Paese da non potere in alcun modo rimanere fuori dal dibattito elettorale - ha dichiarato Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente (Nella foto) - I cittadini italiani non possono essere costretti a escludere la questione atomica dalle loro valutazioni». A tal fine l'associazione ambientalista ha lanciato il quesito "Una centrale nucleare nella mia regione, sì o no?", rivolto a tutti i canditati alle prossime elezioni regionali, sollecitando una risposta immediata, in modo da garantire un confronto trasparente e democratico su questo importante tema.  

«Tutti i candidati - ha continuato Cogliati Dezza - ci dicano chiaramente come la pensano e come intendono comportarsi nel momento in cui andrà stabilita la localizzazione dei siti per le centrali. A quanto pare il governo sta cercando di rimandare ogni decisione sui possibili siti a dopo le elezioni ma si rischia così di procedere in maniera ben poco democratica. Gli elettori devono conoscere le posizioni di coloro che stanno per delegare a governare il territorio».

Questo anche perché le Regioni hanno un ruolo essenziale nella definizione delle politiche energetiche nazionali. Infatti undici di loro (Lazio, Marche, Umbria, Basilicata, Puglia, Calabria, Toscana, Liguria, Emilia Romagna e Piemonte, Campania) hanno avanzato ricorso alla Corte Costituzionale nei confronti della norma varata dal governo che prevede la possibilità di avviare la costruzione di una centrale nucleare o di un impianto di trattamento di scorie anche in presenza di un parere contrario delle istituzioni locali e delle regioni interessate, militarizzando inoltre i siti scelti (caso singolare per un paese democratico occidentale).

Intanto nel Lazio, dopo l'avvio della campagna per le regionali proprio sul tema del nucleare, con le dichiarazioni delle candidate alla carica di presidente, Bonino e Polverini, i senatori del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, hanno "scoperto" due probabili siti per la realizzazione degli impianti nella Regione «Durante il 'question time' di martedì alla Camera il governo, rispondendo a un'interrogazione di Ermete Realacci, si è rifiutato di indicare l'elenco dei siti nucleari, preoccupato per gli effetti sulle prossime elezioni regionali, ma non ha smentito che la lista in via di predisposizione ricalchi quella definita a suo tempo dal Cnen (Centro nazionale energia nucleare, ndr). Ciò significa molto semplicemente che degli oltre 40 siti della mappa nucleare dell'Italia, almeno due si trovano nel Lazio: uno è la zona costiera di Montalto di Castro, già scelta trent'anni fa per costruire una centrale atomica, l'altro è l'area alla confluenza del Tevere e del Nera tra Orte e Magliano Sabina. In base alla mappa stilata a suo tempo dal Cnen, questi due siti soddisfano i requisiti richiesti dal nucleare, a cominciare dall'ampia disponibilità di risorse idriche».  I due senatori del Pd su questo punto hanno preannunciato un'interrogazione urgente al ministro Scajola.

«Mentre ai cittadini viene tenuto nascosto dove nasceranno gli impianti nucleari, la lista è perfettamente a conoscenza non solo del governo ma anche delle imprese interessate all'affare: di recente l'ha ammesso candidamente lo stesso amministratore dell'Enel Fulvio Conti, dichiarando testualmente che "nemmeno sotto tortura avrebbe rivelato la lista"» concludono Della Seta e Ferrante.

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