[21/01/2010] News

Metà Asia a Tokyo per discutere di sicurezza nucleare

LIVORNO. E' iniziata oggi a Tokio una riunione di due giorni tra il governo del Giappone ed il Meccanismo di controllo nucleare dell'Onu, alla presenza di responsabili dei governi di 17 Paesi asiatici e di esperti di sicurezza nucleare di Usa ed Australia.

La riunione è in preparazione del summit sulla sicurezza nucleare previsto  in aprile a Washington, ed è dedicata ai metodi per impedire che dei materiali nucleari o radioattivi possano essere rubati e trafficati ma anche alle attività in corso o riguardanti la non-proliferazione delle armi nucleari.

E' un po' come parlare di corda in casa dell'impiccato. Alla riunione di Tokyo la grande assente è l'appestata Corea del nord, ma anche tra gli altri partecipanti i peccati e le smanie nucleari non mancano: sono presenti i 10 Paesi membri dell'Associazione delle nazioni dell'Asia del sud-est (Asean), la Cina, la Corea del Sud e i Paesi dell'Asia centrale.

Quasi tutti Paesi che hanno già bombe nucleari o le ospitano, che hanno già centrali nucleari o vorrebbero costruirle, o che, come quelli dell'Asia centrale ex sovietica, nascondono alcuni dei siti nucleari e dei depositi di scorie più inquinati e pericolosi del mondo. 

A proposito di materiali nucleari, il Giappone intanto deve fare i conti con le proteste degli ambientalisti perché si appresta ad accogliere a braccia aperte un cargo partito mercoledì dalla Gran Bretagna con a bordo scorie nucleari della centrale de Sellafield, un sottoprodotto dei combustibili nucleari prodotti dai reattori giapponesi, inviati in Gran Bretagna negli anni '80 e '90 e che ritornano a casa nel 2010 sottoforma di problematici rifiuti atomici.

Gli antinuclearisti giapponesi e britannici denunciano questo tipo di trasporto come fortemente pericoloso, per tutta risposta un portavoce della centrale b nucleare di Sellafield ha detto che «Il sito rispetta semplicemente i suoi obblighi contrattuali e il trasporto di scorie è sicuro». Se tutto è così sicuro non si capisce di cosa stiano discutendo a Tokyo gran parte dell'Asia, statunitensi ed australiani.

Tanto per rimanere in tema di sicurezza nucleare, appena ieri la Corea del sud aveva assicurato che lancerà un attacco preventivo conto la Corea del nord (Rdpc) «In caso di ogni segno chiaro di provocazione nucleare» .  Secondo quanto riporta l'agenzia Yonhap, il ministro della difesa sudcoreano Kim Tae-young ha affermato: «I danni sarebbero terribili in Corea del sud se la Rdpc lanciasse un attacco nucleare. Così, al minimo segno di provocazione nucleare, e se valuteremo che la Rdpc pensi di attaccarci, la Corea del sud deve colpire in maniera preventiva la Rdpc. Esiste un dibattito sulle giustificazioni di attacchi preventivi ed alcuni valutano che tali attacchi siano legittimi in caso di minaccia nucleare. Se non possiamo contro-attaccare, non abbiamo altra possibilità che attaccare per primi. La Rpdc sembra trasmettere segnali ambigui al mondo. Da una parte prosegue i negoziati e dall'altra proferisce delle minacce, mentre la Corea del sud e gli Stati Uniti sorvegliano il nucleare, i missili ed altre minacce eventuali minacce nucleari provenienti dalla Rpdc».

Quel che Kim (che fra l'altro ha lo stesso cognome della dinastia stalinista nordcoreana) non dice è che la Corea del sud ha molte di quelle centrali nucleari ed ospita molte di quelle armi nucleari che è vietato (giustamente) avere ai fratelli-coltelli comunisti del nord.

Il regime di Pyongyang la settimana passata aveva minacciato Seoul dopo che dalla Corea del sud era trapelata la notizia dell'esistenza di un piano di urgenza e di intervento relativo ad uno scenario di un brusco crollo della situazione interna alla Rpdc, una "fuga di notizie" molto strana arrivata proprio mentre il dialogo tra le due Coree sembrava poter riprendere.

Kim Tae-young non è nuovo a simili minacciose uscite: già nel 2008 aveva difeso l'idea di un attacco preventivo contro il nord durante una riunione parlamentare, prima di essere nominato presidente dello Stato Maggiore interarme, causando vibrate proteste da parte della Corea del nord.

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