[21/01/2010] News toscana

Si riaccende la discussione sulla gestione dell'acqua: la provincia di Arezzo approva una mozione di Sel

FIRENZE.  Dopo l'approvazione da parte del Parlamento della legge di conversione del Decreto Ronchi, nelle istituzioni e nel Paese si è riaccesa la discussione sulla gestione dei servizi ed in particolare di quello idrico integrato. Sul tema il Consiglio provinciale di Arezzo oggi ha approvato una mozione presentata dal consigliere di Sinistra e Libertà Alessandra Landucci. «Lo scorso 19 novembre il Parlamento ha approvato una legge che prevede la cessazione obbligatoria di qualsiasi forma di gestione pubblica di servizi di natura economica, compreso il ciclo delle acque. E' un fatto gravissimo per due motivi: il primo è che consegna il bene comune acqua nelle mani dei privati che agiscono con logica di profitto ed il secondo è che c'è un'ingerenza nelle competenze delle Regioni, alcune delle quali hanno fatto ricorso alla Corte Costituzionale. L'acqua è un bene primario, essenziale per la vita umana ed è un diritto inalienabile, e quindi senza natura economica». Sulla stessa linea anche il capogruppo dell'Idv Sara Boncompagni che ha  rilanciato: «Prendiamo atto con soddisfazione che la Regione Toscana ha impugnato la legge, ma riteniamo il passaggio referendario indispensabile per arrivare alla ripubblicizzazione dell'acqua affidando la scelta alle comunità locali. La privatizzazione fino ad oggi non ha dato grossi risultati sia in termini di qualità del servizio che in termini economici, e la realtà di Arezzo lo dimostra».

La Federazione della Sinistra con Alfio Nicotra ha attaccato la gestione nell'Ato aretino trovando condivisone da parte di Lucia Tanti capogruppo del Pdl che però, annunciando il voto contrario al documento, ha dichiarato: «contiene alcune imprecisioni che non sono di ordine tecnico ma di ordine politico. Abbiamo distinto sempre la natura dell'acqua, bene del demanio e come tale pubblico, dalla sua gestione. Riteniamo che il giudizio debba essere dato sul servizio che viene fornito ai cittadini, e non a priori: E' culturalmente datato dire che la gestione pubblica va bene e quella privata va male, mentre invece si dovrebbe mandare a casa chi gestisce male, pubblico o privato che sia» ha concluso Tanti. Sostegno alla mozione, pur con qualche distinguo, è venuto dal  consigliere del Pd Mauro Cantelli: «La nuova legge approvata dalla maggioranza parlamentare è sbagliata e va combattuta nel paese, ma io non sono per demonizzare il privato che in alcune situazioni può dare una mano. Foiano, ad esempio, ha utilizzato un'impresa privata, anche prima della costituzione di Nuove Acque, per risolvere la propria situazione. Sull'esperienza di Arezzo non condivido i giudizi negativi: non abbiamo privatizzato l'acqua perché la proprietà delle reti resta dei comuni, ed inoltre la situazione del servizio idrico nella nostra provincia è nettamente migliorata, e questo va detto perché altrimenti ci prendiamo in giro». Sulla questione è poi intervenuto anche il presidente della provincia Roberto Vasai. «L'acqua è un bene primario che deve essere pubblico fino in fondo, ma la discussione va sempre riportata a quelle che sono le nostre competenze».

Intanto il consiglio comunale di Firenze ha bocciato la mozione presentata dalla capogruppo di perUnaltracittà Ornella De Zordo che proponeva di mettere mano allo statuto comunale: «Per difendere l'acqua come bene pubblico occorre modificare lo Statuto comunale, riconoscendo il servizio idrico integrato come "servizio pubblico locale privo di rilevanza economica" e prevedendone la gestione attraverso un Ente di Diritto pubblico. Firenze, bocciando l'atto da noi presentato che andava in questo senso, ha oggi perso un'occasione mentre già molti comuni di tutta Italia hanno avviato un percorso del genere, l'unico che consente che il servizio rimanga in mano pubblica» ha concluso De Zordo.

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