[29/01/2010] News

Il global warming secondo Osama bin Laden. Il bacio della morte per ambientalisti e sinistra

LIVORNO. L'imprendibile fantasma di Osama bin Laden si è nuovamente e beffardamente materializzato con un nastro audio trasmesso da Al Jazeera, lo ha fatto per oscurare con la sua inquietante presenza la conferenza internazionale sull'Afghanistan e quella a latere per fermare l'infezione alquaedista nello Yemen, ma stavolta lo ha fatto anche utilizzando temi nuovi e globali, che esulano dalla sua integralista visione del mondo senza speranza e misericordia.

Si è trattato di una specie di grottesco discorso sullo stato del mondo che voleva probabilmente essere una risposta al discorso sullo stato dell'Unione di Barack Obama, anche per ricordargli beffardamente che gli Usa non sono riusciti a catturare il loro nemico numero uno.

Il leader di al-Qaeda, ha condannato gli Usa e le altre economie industriali ritenute responsabili del cambiamento climatico. E' partito da lontano, attaccando l'ex presidente statunitense George W. Bush per non aver firmato il Protocollo di Kyoto ed ha condannato le multinazionali. E pensare che Osama viene proprio da una delle più facoltose e globalizzate famigli saudite che fa affari in tutto il mondo, compresi quelli con la famiglia Bush.

«Questo è un messaggio indirizzato a tutto il mondo sui responsabili del cambiamento climatico e dei suoi effetti, intenzionali o meno, e sul comportamento che dobbiamo adottare - dice la voce di quella che è diventata l'imprendibile primula nera del terrorismo internazionale - Parlare di cambiamento climatico non è questione di lusso intellettuale, il fenomeno è un fatto reale. Tutti gli Stati industriali sono colpevoli del cambiamento climatico, anche se la maggior parte di questi Stati hanno firmato il Protocollo di Kyoto e hanno deciso di ridurre le emissioni di gas nocivi. Tuttavia, George Bush junior, preceduto dal Congresso, ha respinto l'accordo per placare le gigantesche corporations. E loro stesse sono dietro la speculazione, I monopoli e l'impennata del costo della vita. Sono anche dietro la globalizzazione e le sue drammatiche implicazioni. E ogni volta che questi perpetratori si rendono colpevoli, i capi di Stato puntano a salvarli con il denaro pubblico».

E' evidente che il fascismo islamico di al Qaeda punta ad ampliare il fronte anti-occidentale strizzando l'occhio al movimento ambientalista e alla sinistra radicale, citando anche uno dei suoi "guru": «Noam Chomsky - ha detto Osama riferendosi al noto linguista, filosofo e teorico della comunicazione statunitense - è stato corretto quando ha paragonato la politica degli Stati Uniti a quelle della mafia. Essi sono i veri terroristi e quindi ci si dovrebbe astenere dall'utilizzare il dollaro Usa nelle transazioni e si dovrebbe cercare di sbarazzarsi di questa valuta il più presto possibile. Sono certo che tali azioni avranno ripercussioni gravi e di grande impatto».

La cosa evidente è che bin Laden alza il tiro, abbandona momentaneamente i panni del sanguinario difensore di un Islam sfigurato dalla ferocia e dalla stupidità integralista, esce dal suo recinto del suo immaginario Califfato panislamico dal Marocco alle Filippine, ed affronta temi globali, parlando per la prima di ambiente ed economia globale.

Se ne è accorto subito anche l'avvocato egiziano dei terroristi islamici Montaser al Zeyat , che sempre su Al Jazeera ha detto che il messaggio di Osama «E' una novità, se analizziamo gli ultimi 25 messaggi diffusi dall'11 settembre a oggi, lo sceicco ha parlato sempre di politica e lo ha fatto sempre rivolgendosi a un popolo in particolare che sia quello americano o quello europeo. Questa volta invece per la prima volta parla solo di economia, rivolgendosi a tutta l'umanita».

Quello di bin Laden è una specie di bacio della morte al movimento ambientalista e alla sinistra, che è quanto di più lontano da lui ci sia nel mondo per concezione dei diritti umani, delle donne e dei sessi, dello Stato, dell'ambiente, dell'economia e addirittura della cosmogonia.

Ma forse il fantasma radiofonico di Osama parla soprattutto alla crisi occidentale, costretta a tenere in piedi regimi inguardabili come quello afghano, yemenita e pakistano per contenere (anche) l'infezione qaedista, conta su quelle frange di esclusi politici da democrazie sempre più accentrate, sui confusi e disperati che inneggiano a 10, 100, 1.000 Nassirya, che non riescono a distinguere la destra dalla sinistra, la giustizia sociale da un'idea di società integralista, teocratica e spietata che è una dittatura senza luce, voce e diritti.

Osama bin Laden punta alla saldatura dell'odio integralista e delle rivalsa islamica con la disperazione nichilista del satollo occidente. Cosa c'entri con questo il cambiamento climatico e la lotta pacifica e razionalmente scientifica del movimento ambientalista, con la ricerca di una nuova armonia tra il vivente e l'economia umana, con un futuro migliore per il nostro pianeta... è un mistero che resta tutto nell'inaccessibile cervello del presunto stratega del terrore e della tensione planetaria, nell'idea di una palingenesi di sangue e di fuoco che dovrebbe purificare e convertire l'umanità, nell'incubo senza bellezza, armonia e speranza che gli integralisti vorrebbero imporre al mondo.

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