[02/02/2010] News

L’Italia fa la moratoria sul tonno rosso. Ma solo per evitare l’inserimento nella Cites?

LIVORNO. Il sottosegretario alle politiche agricole Antonio Buonfiglio, ha riunito nei giorni scorsi la Commissione consultiva centrale per la pesca e l'acquacoltura ed ha proposto la moratoria in Italia per la pesca del tonno rosso con rete a circuizione per l'anno 2010. La misura approvata dovrebbe interessare 49 imbarcazioni per poco più di 1.500 tonnellate di quota/tonno.

Le associazioni armatoriali e cooperative della pesca AGCI Agrital, Federcoopesca-Confcooperative, Lega Pesca, U.NI.COOP. Pesca e Federpesca sottolineano in una dichiarazione congiunta che «Siamo in una fase delicata ed è importante un confronto aperto e costruttivo che, nonostante le pesanti riduzioni delle quote stabilita in sede Iccat, deve offrire al comparto le adeguate sicurezze socio-economiche per continuare a rimanere sul mercato. Siamo convinti che sulla questione tonno ci sia ancora ampio margine per individuare insieme un indirizzo comune».

La moratoria permette di prendere tempo ed i pescatori sono preoccupati per le richieste di un inserimento del tonno rosso tra le specie in via di estinzione comprese nella Convenzione Cites, che farebbe scattare il divieto di commercio in tutto il mondo. La Lega Pesca spiega che con la moratoria «La quota della circuizione (pari 1643,5 tonnellate) torna nella disponibilità dello Stato, ed alimenterà  la quota indivisa della pesca accidentale. Le rimanenti 294 tonnellate rispetto alla quota nazionale totale per il 2010 di 1937,5  saranno suddivise, nel rispetto delle percentuali di spartizione dello scorso anno, tra palangari,  tonnare fisse e pescasportiva.  La maggiore disponibilità della quota accidentale comporterà fisiologicamente un aumento dei controlli nei punti di sbarco, ma senza che questo debba tradursi  in un ulteriore aggravio per gli operatori in attività».

L'associazione dei pescatori della Lega delle Cooperative è preoccupata per una situazione in movimento «in cui l'unica cosa certa per il momento è la drastica riduzione della quota nazionale ( - 47% negli ultimi due anni, ed ulteriore dimezzamento nel 2011)» ma si dice pienamente d'accordo con la strategia delineata dal sottosegretario Buonfiglio.

Secondo Lega Pesca «Lo stato del tonno rosso nel Mediterraneo non giustifica l'allarmismo della Cites, la moratoria capovolge la logica riduzionista del passato per individuare alternative che tengano conto della sostenibilità economica dell'attività, e condividiamo l'auspicio del sottosegretario  che anche il Parlamento europeo e gli altri Paesi garantiscano il sostegno necessario a rimettere in discussione criteri, metodi e strumenti di gestione che poco hanno avuto finora a che fare con obiettivi di pura tutela della specie - ha dichiarato Ettore Ianì, presidente dell'Associazione. L'inserimento del tonno rosso nell'allegato I della Cites costituirebbe un pericoloso precedente, con ripercussioni imprevedibili per l'intero settore».

Buonfiglio ha sottolineato che «Si tratta di una sorta di  riserva nazionale  che abbiamo voluto costruire oggi in attesa dell'evoluzione della situazione che rispetta le esigenze un po' di tutti» ed ha rivendicato la coerenza della posizione italiana che è stata più volte sostenuta e ribadita nelle sedi comunitarie e internazionali.  Il presidente di Lega Pesca, Ettore Ianì spiega che «In  merito alla compensazioni socio-economiche per la flotta a circuizione, il Sottosegretario ha confermato che sono in corso tavoli a Bruxelles con l'amministrazione italiana per discutere possibili vie di intervento.  Un dossier che sembrava chiuso senza possibilità di appello è stato efficacemente riaperto,  per tentare la strada di nuove possibili soluzioni più vicine alle istanze del settore, senza negare la tutela e la salvaguardia delle risorse».

«E' del resto  indispensabile attendere che si definiscano gli scenari a livello internazionale - dice Lega Pesca - a partire dall'esito della riunione Cites a Doha dal 13 al 15 marzo 2010, e di una probabile conseguente convocazione di una riunione straordinaria dell'IccaT.  Se le scelte dell'Iccat suscitano dubbi sull'ingerenza ed il prevalere degli elevatissimi interessi commerciali in gioco a livello mondiale, l'Italia è coerente nel rivendicare la necessità di una ricerca libera e indipendente che sia in grado di valutare in modo attendibile il reale stato della risorsa. A livello scientifico, è del resto ancora in corso la discussione sulla riclassificazione del tonno nelle zone atlantico-mediterranee. Il gruppo di lavoro sui tunnidi dell'Unione internazionale per la conservazione della Natura (Iucn) ha concluso di non attribuire al tonno la categoria di "critically edangered", rilevando una situazione più critica per lo stock occidentale ed una più favorevole per lo stock orientale.  Così come lo stesso Comitato tecnico-scientifico (Stecf) della Dg Mare della Commissione europea ha mostrato scetticismo per i toni allarmistici sulla reale situazione dello stock, che suscitano dubbi e perplessità in termini di dignità scientifica».

Nel suo recente dossier  "Tonno in trappola" Greenpeace, che al contrario di Lega Pesca è più che favorevole all'inserimento del tonno nella Cites, dicce che «E' tempo di cambiare. Lo stato critico delle risorse, l'uso di attrezzi da pesca non selettivi e la pesca illegale impongono con urgenza decisioni a tutela degli stock e degli ecosistemi marini. L'industria della pesca al tonno deve smettere di utilizzare Fad (Fad - Fish aggregation devices, ndr ) e ogni peschereccio che utilizzi reti a circuizione o palamiti dovrebbe avere sempre osservatori a bordo, in modo da garantire che vengano prese tutte le misure possibili per limitare le catture accessorie (bycatch). La pesca con i palamiti deve essere ricondotta entro limiti di sostenibilità e occorre immediatamente che le misure mitigatorie già note e spesso previste siano davvero impiegate per ridurre le catture accessorie associate a questo tipo di pesca. L'industria si deve muovere verso metodi di pesca più sostenibili, riducendo lo sforzo di pesca per evitare il declino degli stock e prediligendo sistemi di pesca con l'uso di lenze con pochi ami (pole and line o trollling). Questi metodi di cattura sono già utilizzati nella pesca su piccola scala e sono diretti alla pesca di tonni adulti, evitando le catture accidentali. Questi metodi, inoltre, favorirebbero le industrie locali dei Paesi in via di sviluppo. I Governi devono agire insieme per garantire una gestione sostenibile delle risorse che comprenda la creazione di riserve marine, chiudendo ampie aree degli oceani alla pesca. Vi è uno schiacciante consenso scientifico sulla necessità di una rete di grandi riserve marine anche in acque internazionali, fondamentale per proteggere l'ecosistema marino mondiale dalla pesca eccessiva e distruttiva e permettere il recupero delle risorse. Purtroppo, al momento, tali riserve coprono meno dell'1% degli oceani della Terra. In accordo ai dati della ricerca, Greenpeace chiede che il 40% degli oceani sia protetto da riserve marine».

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