[04/02/2010] News

Gli iraniani: «Berlusconi servo degli israeliani». Intanto riaprono il tira e molla nucleare

LIVORNO. Il sito della televisione iraniana Irib in italiano ieri aveva evitato ogni commento sulle dichiarazioni di Silvio Berlusconi in Israele, ma oggi ci va giù pesantissimo: «Dopo aver sparato dichiarazioni decisamente discutibili sull'Iran, il premier italiano Berlusconi è arrivato a dire che la guerra contro Gaza fu giusta, calpestando così i cadaveri di 1400 civili palestinesi uccisi l'anno scorso da Israele durante tre settimane di folli bombardamenti. Ieri Berlusconi, durante il suo discorso allo Knesset, ha completato tutta la serie di servigi fatti ai padroni israeliani. Berlusconi che prima e durante la visita in Israele ha rivolto all'Iran tutte le accuse possibili, ad iniziare da quella di voler sviluppare armi nucleari, ieri allo Knesset si è davvero superato: ha definito "esempio di democrazia e libertà" il regime israeliano, nato con la forza bruta sulla terra altrui e che si è macchiato dei crimini più orrendi e che da 3 anni ha assediato e murato un milione e mezzo di persone a Gaza. Ma non è tutto, Berlusconi ha definito giusta la guerra contro Gaza e poi ha anche sventolato con orgoglio il no dell'Italia all'Onu al rapporto Goldstone che condannava i crimini di guerra israeliani a Gaza».

Il passaggio sul nucleare è appena un accenno, gli iraniani sembrano puntare a rinsaldare l'alleanza con Hamas nella Striscia di Gaaza e con Hezbollah in Libano, una cosa alla quale il nostro governo dovrebbe (e avrebbe dovuto) pensare con molta attenzione, visto che il Partito di Dio in Libano permette una tranquilla permanenza alle truppe italiane di pace dell'Onu e soprattutto perché gli iraniani controllano con la loro forte influenza sugli sciiti che popolano l'Afghanistan occidentale la "tranquillità" di un bel pezzo del territorio di quel Paese dove operano le nostre truppe sotto la bandiera della Nato.

Intanto i media iraniani riportano con grande risalto quello che ha detto alla France Presse, il ministro israeliano per gli affari strategici Moshe Yaalon: «I piani dell'Iran verranno probabilmente fermati da un rovesciamento di regime oppure, se non ci sarà altra scelta, dal ricorso alla forza per privare l'Iran dei suoi impianti destinati alla produzione di armi nucleari». L'Irib sottolinea che «Israele ha ancora una volta dichiarato che potrebbe lanciare un'aggressione militare contro l'Iran per prevenire ciò che definisce la costruzione di armi nucleari in Iran, accusa categoricamente respinta dalle autorità di Teheran. La minaccia di un attacco militare da parte di Yaalon non è una novità e finora Israele ha più volte ribadito la propria determinazione a lanciare un'aggressione contro il territorio iraniano. Le accuse di Israele all'Iran sui piani nucleari arrivano mentre è risaputo che Tel Aviv è l'unico in Medi Oriente a possedere armi nucleari».

Se l'Iran trova poco influente la posizione italiana riguardo al nucleare, oggi il presidente della Repubblica islamica  Mahmoud Ahmadinejad ha ripreso il suo tira e molla, tendendo nuovamente la mano ai Paesi del Gruppo 5+1 dichiarando la disponibilità del suo governo ad effettuare lo scambio tra uranio arricchito al 3,5% e quello al 20% sotto l'egida dell'Onu. Secondo PressTv, il canale iraniano in lingua inglese, «Ahmadinejad che parlava ieri alla tv di stato iraniana ha chiarito che l'Iran "non ha problemi" nell'inviare all'estero le sue riserve di Uranio arricchito al 3,5% per ricevere in cambio combustibile arricchito al 20% utilizzabile per il reattore di ricerca di Teheran, che produce isotopi medicinali utili per la cura del cancro. L'Iran, in precedenza, aveva chiesto che lo scambio tra Uranio arricchito al 3,5% e quello al 20% avvenisse nel suo suolo e in forma simultanea, ma ieri Ahmadinejad ha affermato che per dimostrare ancora una volta la sua buona fede, l'Iran accetta il rischio di inviare all'estero il suo Uranio e di aspettare tre o quattro mesi per poter ricevere il combustibile del reattore che gli permetterà di portare avanti le cure di centinaia di ammalati di cancro».

Teheran ha invece ripreso i suoi rapporti con gli amici russi e cinesi (che fanno parte del Gruppo 5+1): il direttore dell'Organizzazione dell'energia atomica iraniana e vicepresidente della Repubblica, Ali Akbar Salehi, ha detto che «L'Iran si intrattiene attualmente con alcuni Paesi per scambiare il suo uranio debolmente arricchito con l'uranio altamente arricchito per il suo reattore di ricerca a Teheran». In una dichiarazione all'agenzia Ilna Salehi ha respinto ogni accordo finale sullo scambio di uranio con alcuni paesi in grado di produrre uranio arricchito al 20% (la Francia) ed ha detto che «I negoziati sono in corso e annunceremo gli accordi finali». Secondo il progetto Iaea la maggior parte dell'uranio iraniano avrebbe dovuto essere spedito in Russia e Francia, per poi essere trasformato e rinviato in Iran per essere utilizzato nel nucleare civile, evitando così lo sviluppo delle tecnologie per realizzare armi nucleari.

Dopo le incomprensioni con i Russi, erano rimasti in ballo Francia e Brasile, ma anche il Paese sudamericano sembra fuorigioco: Salehi, ha detto che «Ci sono un certo numero di Paesi coinvolti nello scambio e uno di loro è in Asia», tutti pensano che sia il Giappone, ma il vicepresidente iraniano si è rifiutato di confermare.

Le presunte aperture iraniane non convincono Robert Gates, il Segretario alla difesa Usa, che ha minacciato ulteriori sanzioni contro il regime di Teheran al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Durante un'audizione alla commissione forze armate del Senato statunitense  Gates ha detto«Io credo che in un futuro vicino, l'America e i suoi alleati riusciranno ad imporre sanzioni molto forti contro l'Iran in seno al Consiglio di Sicurezza».

Commentando il nuovo lancio di missili "Kavosh 3" con "capsule sperimentali" effettuato ieri dall'Iran il portavoce della Casa Bianca, Bill Burton,  ha detto ieri che «Un tale lancio è manifestamente un atto provocatorio. Gli Stati Uniti effettuano sempre le verifiche se questi lanci abbiano avuto luogo. Il presidente (Obama) pensa che non sia troppo tardi per l'Iran per agire come deve, ritornando al tavolo delle discussioni con la comunità internazionale e rispettando gli obblighi internazionali».

Gli iraniani assicurano che i missili servono solo a raccogliere dati ed immagini per eseguire analisi ambientali, ma i vettori che hanno trasportato i satelliti iraniani utilizzano le stesse tecnologie dei missili balistici.

Anche il ministero degli esteri francese ha espresso grande preoccupazione ed ha messo in guardia l'Iran: «Questo non può che intensificare le inquietudini della comunità internazionale» ed ha nuovamente accusato gli iraniani di «cercare di sviluppare un programma nucleare in parallelo».

Dennis Blair, direttore dal National Intelligence Usa ha detto che «L'Iran dispone già del più importante stock di missili balistici in Medio Oriente e continua ad aumentarne la taglia, la sofisticazione dei suoi missili balistici, molti dei quali sono intrinsecamente capaci di trasportare un carico nucleare», però ha ammesso che gli ambienti dell'intelligence ignorano se l'Iran riuscirà a dotarsi presto di un'arma atomica.

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