[08/02/2010] News

La determinazione della tariffa relativa al servizio idrico integrato spetta allo Stato

LIVORNO. La determinazione della tariffa relativa al servizio idrico integrato spetta allo Stato e non alla Regione, perché la "metodologia tariffaria" è finalizzata a tutelare in maniera uniforme su tutto il territorio italiano il bene giuridico. Lo afferma la Corte Costituzionale che con sentenza di questo mese dichiara illegittima la legge regionale dell'Emilia Romagna che prevede l'individuazione della "tariffa di riferimento", costituente il corrispettivo del servizio idrico integrato, e che attribuisce alla regione il compito di redigere il relativo piano economico e il piano finanziario.

La vicenda ha inizio quando il Presidente del Consiglio dei ministri ha proposto questione di legittimità costituzionale, della legge della Regione Emilia Romagna (la n. 10 del 2008) relativa alle misure per il riordino territoriale, l'autoriforma dell'amministrazione e la razionalizzazione delle funzioni. Perché contraria non solo alla competenza esclusiva attribuita allo Stato dalla Costituzione (così come riformata nel 2001) in materia sia di tutela ambientale, sia di concorrenza (art. 117 primo e secondo comma lettere e) e s)) ma anche alle disposizioni in materia del Dlgs 152 /06.

L'uniforme metodologia tariffaria, adottata con l'interposta legislazione statale, e la sua applicazione da parte delle Autorità d'ambito è finalizzata a preservare il bene giuridico "ambiente" dai rischi derivanti da una tutela non uniforme ed a garantire uno sviluppo concorrenziale del settore del servizio idrico integrato. Tali finalità non potrebbero essere realizzate se dovesse trovare applicazione la normativa regionale, la quale prevede la determinazione di oneri tariffari ulteriori o diversi.

Dunque la legge regionale, pur operando nell'ambito della normativa statale modificherebbe il processo di determinazione tariffaria puntualmente delineato dal legislatore statale. Essa incide, in particolare, sulle attribuzioni dei soggetti preposti al servizio idrico integrato.

La legge nazionale infatti, attraverso la determinazione della tariffa nell'ambito territoriale ottimale, intende perseguire la finalità di garantire la tutela e l'uso, secondo criteri di solidarietà, delle risorse idriche, salvaguardando la vivibilità dell'ambiente e "le aspettative ed i diritti delle generazioni future a fruire di un integro patrimonio ambientale" e le altre finalità tipicamente ambientali ( come quelle di tutela e uso delle risorse idriche, dell'equilibrio del bilancio idrico e del risparmio della risorsa). E la finalità della tutela dell'ambiente viene - così come ha già affermato la Corte con una sentenza dello scorso anno - in rilievo anche in relazione alla scelta delle tipologie dei costi che la tariffa è diretta a recuperare, tra i quali il legislatore ha incluso espressamente quelli ambientali,  anche "da recuperare" secondo il principio "chi inquina paga".

Sotto altro profilo, nella determinazione della tariffa viene poi in rilievo la materia della tutela della concorrenza. Alla "determinazione della tariffa provvede l'Autorità d'ambito, al fine di ottenere un equilibrio economico-finanziario della gestione e di assicurare all'utenza efficienza ed affidabilità del servizio". Tale fine è raggiunto determinando la tariffa secondo un meccanismo diretto ad evitare che il concessionario unico abusi della sua posizione dominante.

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