[09/02/2010] News

Verso un accordo Mauritius–Francia per la cogestione delle risorse del mare di Tromelin

LIVORNO. Secondo il governo di Port-Louis «I negoziati tra Mauritius e la Francia sulla co-gestione di Tromelin, isola situata a nord-est del Madagascar, progrediscono in maniera positiva». Tromelin (nella foto) è una minuscola "goccia" di appena un km2 di sabbie coralline, cespugli e palme spersa nell'Oceano Indiano.

L'isola, larga al massimo 700 metri e lunga 1.700, è situata a 450 km ad est del Madagascar ed a circa 560 km a nord di Mauritius e sarebbe completamente disabitata se dal 1954 non ospitasse i tecnici una stazione meteorologica di Metèo France. Eppure la minuscola Tromelin è, dall'indipendenza di Mauritius dalla Gran Bretagna, oggetto di un contenzioso con la Francia che la considera parte integrante di quel che rimane del suo impero coloniale e dal 3 gennaio 2005, Tromelin è amministrata dal prefetto delle Terres Australes et Antarctiques Françaises. Mauritis sostiene (come fa per l'Arcipelago della Chagos occupato dagli inglesi e da una base militare Usa) che l'isola e altri scogli corallini dei dintorni fanno parte integrante del suo territorio nazionale e soprattutto che le sue pescosissime acque sono dentro la sua immensa Zona economica esclusiva (Zee) di 280.000 km2 di oceano.

Nonostante l'occupazione francese e l'integrazione dell'isola in un territorio di oltremare di Parigi, il ministro degli esteri di Mauritius, Arvin Boolell, assicura che nei colloqui «La questione della sovranità non è stata rimessa in questione».

Le discussioni tra le due parti sembrano essere basate sulla protezione della biodiversità, la gestione delle aree marine protette e la gestione sostenibile della pesca. Una bozza di accordo-quadro è stata già stata esaminata dal governo di Port-Luois e da quello francese e dovrebbe essere firmata presto dai ministri mauriziani e francesi interessati. Il governo di Mauritius sottolinea che «Saranno ugualmente firmati diversi protocolli applicativi particolari si basano sulla cogestione delle risorse alieutiche, l'ambiente e la ricerca archeologica. Un Comitato di cogestione composto di esperto sarà messo in campo con l'entrata in vigore dell'accordo. Questo comitato sarà co-presieduto su base paritaria e si pronuncerà attraverso il consenso. Si riunirà almeno una volta all'anno, alternativamente in Francia e a Mauritius».

Qualche giorno fa, rispondendo in parlamento al leader dell'opposizione, Paul Bérenger, il primo ministro di Mauritius Navin Ramgoolam aveva detto «Non risparmierò alcuno sforzo per affermare la legittima sovranità di Mauritius sull'arcipelago delle Chagos e Tromelin» ed aveva rivelato il contenuto di uno scambio di corrispondenza con il presidente francese Nicolas Sarkozy su numerose questioni bilaterali, compresa Tromelin. Il premier mauriziano ha ricordato che cogestione dell'isola con i francesi l'ha proposta per la prima volta nel 1999 all'Indien Ocean Commision, presieduta dall'allora presidente francese Jacques Chirac, «Questo problema ha conosciuto un nuovo avvio solo dopo il mio incontro con il presidente Chirac nel 2006. In seguito, dopo una seconda visita ufficiale in Francia nel giugno 2008 e la sessione di lavoro che ho avuto con il presidente Sarkozy, gli alti funzionari dei governi di Mauritius e della Francia hanno, dal dicembre 2008, intavolato delle discussioni sulla cogestione di Tromelin, dopo una proposta che ho fatto al presidente Sarkozy a Parigi nel giugno 2008».

I francesi hanno accettato la proposta di un "Comité de Cogestion" e di discutere il progetto di accordo che prevede una stretta collaborazione nei settori della sorveglianza e del controllo della pesca illegale, una più stretta cooperazione economica, scientifica ed ambientale per Tromelin e le sue acque territoriali e della Zee definita diplomaticamente nell'accordo come come "zones maritimes avoisinantes» o « espaces maritimes avoisinants».

Per la situazione delle Chagos, Ramgoolam ha detto di averne discusso durante un recente breve incontro che ha avuto al summit internazionale sul clima di Copenhagen con il presidente Usa Barack Obama: «Ho sollevato con lui il problema dell'arcipelago delle Chagos ed ho chiesto una riunione per discutere dell'utilizzo futuro di Diego Garcia come base militare e di tutta la questione della re installazione (degli abitanti originari, ndr) sulle altre isole dell'arcipelago. Ho anche reiterato la stessa richiesta al Segretario di Stato Hillary Clinton».

Il problema delle Chagos è stato sollevato da Mauritius anche al summit del Commonwealth del novembre 2009 a Trinidad e Tobago, dove il premier di Mauritius e quello britannico Gordon Brown hanno discusso della sovranità e della proposta di creare una vastissima area marine protetta intorno all'arcipelago che però confermerebbe la sovranità britannica. «Ho sottolineato - spiega Ramgoolam - che è essenziale che la questione della sovranità continui ad essere affrontata, comprendendo soprattutto nel quadro di ogni progetto di protezione marina, la questione delle re installazione nelle isole e i diritti di pesca mauriziani.
Ramgoolam si è detto d'accordo con la proposta dell'opposizione di includere le Chagos tra i beni del patrimonio mondiale dell'Unesco e con la proposta di discutere direttamente del destino dell'Arcipelago con Obama: «Comprendiamo la sua posizione riguardante la guerra e il terrorismo».
Poi Bérenger ha chiesto al premier di Mauritius se è a conoscenza che in un rapporto sottopoposto all'African Peer Review Mechanism, il National Economic and Social Council ha classificato le Chagos come territorio britannico e Ramgoolam ha risposto sprezzante: «Ci sono tanti pseudo-esperti nel Paese».

Peccato che sull'Arcipelago sventoli la bandiera del Territorio Britannico dell'Oceano Indiano e quella degli Stati Uniti d'America. Comunque Mauritius conferma a francesi e britannici e americani che non permetterà che nulla sia deciso senza il suo consenso nelle isole dell'oceano Indiano che rivendica. Un bel coraggio per questo lillipuziano Stato che si confronta con i giganti.

 

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