[28/07/2009] News toscana

Acquisti verdi, il comune di Terranuova B. pensa a una delibera di giunta per attuare la legge

AREZZO. Dopo le ultime elezioni si sono rinnovate molte amministrazioni pubbliche e greenreport ha deciso di iniziare oggi un percorso che aveva già intrapreso qualche anno fa andando a indagare su come (non) vengano applicate le leggi che impongono agli enti pubblici di acquistare una determinata percentuale di prodotti riciclati. Cosa che, se attuata, consentirebbe di creare un mercato dei prodotti riciclati e quindi di finalizzare la raccolta differenziata e in generale la corretta gestione del ciclo dei rifiuti.

Il Dm 203/2003, sulla scia di una normativa partita col decreto Ronchi del 1997, assegna agli uffici pubblici e alle società a prevalente capitale pubblico l'obbligo di coprire con materiale riciclato una quota minima del 30% dei propri acquisti annuali. La normativa toscana impone invece, fin dalla L.r. 25/1998 e poi con le successive modifiche e integrazioni (in particolare la Lr 61 del 2007), di destinare una quota di almeno il 40% del proprio fabbisogno all'acquisto di carta e cartoni derivanti (in tutto o in prevalenza) dal riciclo dei materiali, e una pari percentuale è da destinarsi all'acquisto di plastica riciclata.

A Terranuova Bracciolini, in provincia di Arezzo,  la nuova giunta si è insediata da poco, e tra questa il neo assessore all'ambiente Ettore Ciancico, che già ha cominciato a  confrontarsi con tutte le problematiche relative all'economia ecologica, e in particolare agli acquisti verdi. Lo incontriamo e approfondiamo con lui proprio quest'argomento.

Nei giorni scorsi è stata pubblicata su L'Unità anche un'intervista al presidente di Revet, l'azienda che in Toscana raccoglie seleziona e ricicla il multimateriale, il quale ha denunciato una situazione molto grave: nessun prodotto riciclato venduto, a fronte di un magazzino carico di giacenze (nella foto tavolo e panche da giardino realizzati da Revet) frutto del trattamento della plastica riprocessata l'anno scorso.

Lei cosa ne pensa degli acquisti verdi che le amministrazioni pubbliche hanno l'obbligo di rispettare per almeno il 30% e che anzi proprio la Toscana, in cui si trova il suo Comune, ha adottato nella propria legge regionale per la gestione dei rifiuti (Lr 61/2007) indicazioni più cogenti che prevedono una quota del 40% di acquisti verdi?
«La normativa ci dà un'indicazione che è giusta, ottimale per rispettare l'ambiente ma soprattutto per garantire una corretta gestione del ciclo dei rifiuti che deve avere un mercato di sbocchi per i nuovi prodotti rigenerati. Purtroppo  le indicazioni fornite dalla legge non sempre vengono rese attualizzabili, c'è infatti alla fonte un problema di costi, chiaramente legati a un mercato che non decolla e che quindi fa costare di più questi prodotti. Oltretutto nessuno controlla che venga rispettato l'obbligo di legge, per questo nella legge si può alzare ancora di più la percentuale, ma nessuno si preoccupa di rispettarla».

Lei cosa pensa di fare durante il suo mandato relativamente agli acquisti verdi?
«
Credo che dovremo focalizzare la nostra attenzione su due punti: dobbiamo sforzarci con la massima attenzione nella gestione degli acquisti, in modo da passare da un rispetto formale a uno sostanziale e che le indicazioni della normativa non restino solo tali, ma che siano concretizzate. Contemporaneamente dobbiamo continuare a fare educazione ambientale e sensibilizzare su questi argomenti, che sono anche la base dell'educazione civica. Infine, anche se è una questione distinta da quella degli acquisti verdi, credo sia necessario un maggiore controllo negli uffici comunali affinché sia rispettata la raccolta differenziata. Ogni ufficio ha infatti i suoi contenitori e ciascuno si deve sentire responsabile di dividere i materiali».

Concretamente ha già in mente qualche azione?
«Oltre a dare indicazioni più precise e informare gli uffici acquisti, potrebbe esser fatta una delibera in Giunta in cui si informano i vari Uffici dell'obbligo che li investe e che è necessario adeguarsi. Il Comune deve essere l'esempio anche per i privati cittadini, e non può venir meno ad una legge, ma anche a un principio così importante».

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