[16/02/2010] News

Gargano (Anbi): Per la prevenzione del dissesto idrogeologico serve un quinto della spesa sostenuta per i danni di un decennio

FIRENZE. Seppur con accenti diversi sull'individuazione delle responsabilità, ormai l'assetto idrogeologico del Paese è finalmente riconosciuto più o meno da tutti come vera emergenza. «La frana è lenta, ma in Sicilia la fragilità idrogeologica è diffusa. Indubbiamente un film già visto, ma oggi insediamenti anche antichissimi sono a rischio. Questo indica che dobbiamo considerare l'intrinseca evoluzione della vulnerabilità del territorio, raccordandola con le esigenze abitative. Se non lo facciamo in tutto il Paese, non facciamo altro che creare situazioni di rischio» ha dichiarato  il vicecapo dipartimento della Protezione civile Bernardo De Bernardinis durante il convegno dell'Associazione nazionale bonifiche, irrigazioni e miglioramenti fondiari (Anbi) proprio sul tema del dissesto. De Bernardinis ha poi sottolineato il positivo raccordo tra Regioni, ministero dell'Ambiente e Protezione civile che sta avvenendo in questi giorni, con la creazione di un Tavolo di coordinamento.

Il presidente Anbi Massimo Gargano ha presentato al convegno un piano pluriennale di riduzione del rischio idrogeologico immediatamente cantierabile e che richiede un investimento complessivo di 4.183 milioni di euro. «Facciamo prevalere la cultura delle prevenzione civile su quella dell'emergenza- ha dichiarato Gargano- L'investimento richiesto è consistente, ma è appena un quinto della spesa sostenuta per tamponare i danni delle catastrofi idrogeologiche verificatesi nel decennio 1994-2004 (20.946 milioni di euro) e le risorse sono reperibili anche attraverso una proiezione quindicennale dell'impegno di spesa, che potrebbe realizzarsi mediante mutui».

Il risanamento idrogeologico invocato dal presidente Anbi è sicuramente una priorità per il Paese, anche per rilanciare la ripresa economica, ma prevenzione vuol dire lotta all'abusivismo, "buona" pianificazione urbanistica, corretto uso del suolo, in poche parole cultura del territorio che ancora tarda ad affermarsi.

Sul tema interviene oggi anche il Presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli: «l comportamento del governo sull'Italia che frana è immorale. Non ci troviamo solo davanti a decisioni politiche ed economiche sbagliate come quella di buttare letteralmente a mare circa otto miliardi di euro mentre a San Fratello a Messina e a Maierato vengono evacuati interi paesi, ma al vero e proprio 'menefreghismo' di chi non vuole dare nessuna risposta alle vere priorità del Paese». Poi Bonelli aggiunge: «Non sono bastati i 35 morti della frana del messinese, nello scorso ottobre, a far comprendere che il dissesto idrogeologico è una priorità dell'Italia e che serve un piano straordinario per la messa in sicurezza del territorio che utilizzi le risorse destinate al Ponte».

«Negli ultimi 10 anni sono state circa 400 le vittime a causa di frane e alluvioni, mentre negli ultimi 20 anni si sono registrate 1.600 sono le alluvioni e i danni provocati dal dissesto idrogeologico in Italia ammontano a 40 miliardi di euro - conclude Bonelli -. La vera modernizzazione del Paese passa da questo e non da opere come il Ponte sullo Stretto, che servirebbe solo alle lobby degli affari che intendono spartirsi la torta degli appalti».

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