[17/02/2010] News toscana

Elba: lo Stato svende Vigneria per un piatto di lenticchie

PORTOFERRAIO (Livorno). «Ci aspettavamo compratori russi ed è arrivata la cooperativa rossa». E' questo il lapidario commento di Legambiente Arcipelago Toscano dopo che il Consorzio Etruria ha offerto 4,5 milioni di euro per prendersi tutto il pacchetto del "Villaggio Paese", una gigantesca speculazione edilizia da 47.500 m3 all'Isola d'Elba.

Di cosa si tratti lo spiega la stessa Agenzia del Demanio dello Stato che ieri ha aperto le buste dello "Invito ad offrire" con le tre offerte giunte "per la vendita a trattativa privata del compendio immobiliare denominato "Villaggio Paese", nell'ultimo bando per l'ultima asta fallita (8,800 milioni di euro, che faceva seguito a quella andata deserta nel 2007 da 11 milioni di euro) si leggeva: «Il complesso si compone di terreni, strade, fabbricati civili e industriali per una superficie fondiaria di circa 6 ettari. Vigneria è ubicata ai margini dell'abitato di Rio Marina tra il litorale marino e la strada provinciale di collegamento con la frazione di Cavo. Il sito di Vigneria era originariamente destinato al trattamento e all'imbarco dei minerali ferriferi. Sia i fabbricati industriali che gli impianti e i macchinari versano oggi in cattivo stato di conservazione, essendo stati abbandonati dopo la cessazione dell'attività mineraria, per cui si può ritenere che la consistenza attuale sia costituita unicamente dai terreni e dai fabbricati civili. La destinazione d'uso attribuita alla zona è di tipo turistico-ricettiva».

L'altra offerta ritenuta valida, quella della Vanni Pierino srl di Cecina, proponeva la miseria di un milione di euro, ma anche il Consorzio Etruria si prenderà tutto a prezzi stracciati, da saldi di fine stagione: meno di 100 euro a metro cubo, 75 euro a metro quadro per un compendio dove costruire un progetto amorevolmente predisposto ed approvato chiavi in mano che prevede un villaggio e strutture ricettive per un totale di circa mille posti letto, il tutto su un promontorio (in dissesto idrogeologico) a picco sul mare e che è stato ritagliato fuori dai confini del parco nazionale dell'Arcipelago Toscano.

Al comune andranno circa 675.000 euro, più o meno 300 euro ad abitante. Forse con questa mancia il comune ci acquisterà qualche cassonetto e lampione nuovo. Davvero un bel risultato per chi, il centro-sinistra prima e poi il centro-destra guidato dall'onorevole Francesco Bosi, ha fortemente voluto questo inverecondo pasticcio. Il "grosso affare" che avrebbe dovuto attirare stuoli di pretendenti danarosi che avrebbero risollevato l'economia riese si è rivelato per quello che è: l'ennesima svendita per un piatto di lenticchie di un pezzo di storia e di ambiente dell'Elba.

L'offerta del Consorzio Etruria (poco più del 40% della già generosa base d'asta iniziale) è umiliante per lo Stato Italiano che ha messo in vendita al miglior (!) offerente un bene prezioso, ma soprattutto per Rio Marina ed i suoi abitanti che si vedono strappare per un pugno di euro un pezzo del loro paesaggio e della loro storia, con un procedimento fatto di gare lasciate andare deserte e di offerte minime.

Intanto, il Parco Minerario, che nell'intenzione di centro-sinistra e centro-destra questa enorme speculazione avrebbe dovuto valorizzare, è in crisi nera, mancano i fondi per la sua manutenzione e guardiania da parte dello stesso Stato, Provincia e Comune che svendono per far colare cemento.

C'è ancora la possibilità, contemplata dalla stessa Agenzia del Demanio, di giudicare l'offerta del Consorzio Etruria inaccettabile, per questo Legambiente chiede al governo, alla regione Toscana, alla Provincia di Livorno, che fino ad oggi sono stati più che acquiescenti verso questa clamorosa svendita, di intervenire per fermare questo scandalo che sta trasformando lo Stato italiano nel curatore di "saldi" di beni pubblici, dell'ambiente, del paesaggio e della storia elbana.

Non ci aspettiamo certo scuse dal sindaco del Comune di Rio Marina e dalle forze politiche di centro-destra e di centro sinistra, che in tutti questi anni lo hanno sostenuto in questa corsa verso il precipizio annunciato del Villaggio Paese e che hanno ricoperto Legambiente di rimproveri e accuse per la sua opposizione all'ecomostro ed alla svendita annunciata, magnificando l'affare che avrebbe fatto Rio Marina, ma chiediamo almeno un soprassalto di dignità, di orgoglio civico riese ed elbano, per fare in modo che il Demanio dello Stato dica no a questo ennesimo regalo alla speculazione edilizia ed ai cementificatori della nostra isola.

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