[18/02/2010] News toscana

Centrale a biomasse in porto, intervengono Legambiente e Wwf Livorno

LIVORNO.

La sostenibilità ambientale: la suddetta Centrale a Biomasse difficilmente può inserirsi nell'ambito degli impianti cosiddetti "sostenibili". Il Piano Regionale per l'energia seppur in modo non vincolante indica che la biomassa bruciata deve avere una provenienza compresa nel raggio di 70 km, altrimenti le emissioni legate al trasporto vanificano la natura stessa della fonte. La stessa società afferma che si alimenterà di oli "preferibilmente di  provenienza comunitaria" cioè comunque ben oltre i 70 km indicati, noi aggiungiamo più probabilmente da oli proveniente dal sud America o dal sud Africa (da non sottovalutare le ricadute ambientali, economiche e sociali causate dalle deforestazioni operate nei paesi di provenienza per consentire la coltura di queste fonti). L'uso di biomasse a filiera "lunga" pone quindi l'autorizzazione data dalla Provincia a questo impianto in contrasto con le attuali prescrizioni del Piano Regionale e anche con la strategia di programma della stessa Amministrazione.

La tutela della salute: la suddetta Centrale è stata autorizzata seppur in assenza di quegli stessi filtri per l'abbattimento delle polveri in un primo momento prescritti da ARPAT in conferenza dei servizi, e che poi sono stati rinviati ad un'eventuale fase successiva qualora se ne valutasse la necessità. Possiamo supporre che i costi di tali filtri incidessero sulla redditività dell'operazione, noi però crediamo che queste valutazioni non siano sufficienti a far rientrare a livello di conferenza dei servizi prescrizioni inizialmente ritenute imprescindibili. Bisogna ricordare che la nostra città è già esposta ad una forte pressione di agenti inquinanti e che nella nostra provincia è concentrato il 70% della produzione di energia della Regione. In questo senso condividiamo pienamente le preoccupazioni già espresse da altri soggetti sull'argomento.

La politica energetica: stupisce la celerità con cui si è concluso l'iter autorizzativo della Centrale a biomassa nel porto di Livorno, a fronte della strada tutta in salita degli iter autorizzativi di impianti veramente sostenibili dal punto di vista ambientale, cioè gli impianti fotovoltaici ed eolici. E' giusto che per il fotovoltaico come per l'eolico le amministrazioni regolamentino le realizzazioni, l'impressione però è che ancora oggi ci sia una enorme distanza tra le volontà politiche espresse nelle campagne elettorali in cui si sposa il concetto di una sempre maggiore diffusione di impianti ad energie rinnovabili e le conseguenze pratiche nella realtà. Sebbene la Regione a dicembre scorso abbia emanato una normativa che sulla carta avrebbe dovuto semplificare gli iter autorizzativi per la realizzazione di impianti fotovoltaici fino a 200 kWp, prevedendo solo una DIA, spesso i comuni, forse spesso perché non adeguatamente informati per tempo, stanno richiedendo ai professionisti che presentano la DIA di raccogliere in autonomia i pareri di decine di Enti, con evidente aggravio dei tempi di realizzazione.

Abbiamo notizia di casi ai limiti del paradosso come quello per cui per un impianto fotovoltaico è stato richiesto uno studio di impatto acustico!

Invece una centrale a biomasse che, contro il minimo concetto di sostenibilità andrà ad approvvigionarsi di olio di palma a migliaia di km di distanza,  oltre che a inserirsi in un territorio come quello livornese che di tutto avrebbe bisogno meno che di altre centrali di produzione di energia elettrica che sputeranno tonnellate e tonnellate di polveri sottili e ossido di azoto, non trova ostacoli sul suo cammino.

Conclusioni: nonostante il Piano energetico provinciale non sia ancora pronto e il Piano Comunale non esista (pur essendo obbligatorio per legge, L10/1991), il territorio di Livorno e Provincia si prepara, al di fuori di qualsiasi programmazione, ad accogliere un rigassificatore (forse due?), il gasdotto dall'Algeria, il termovalorizzatore forse raddoppiato, la centrale ENEL sempre chiaramente ad olio combustibile oltre a quelle di Rosignano e Piombino. Manca solo una bella centrale nucleare, magari a Pianosa

Così anziché accelerare i necessari e urgenti interventi legati al risparmio e all'efficienza energetica si asseconda il continuo aumento dei consumi e d'altronde poi è vero:  i pannelli sono proprio brutti, le pale eoliche sono bruttissime, volete mettere quanto siano molto più attraenti e piene di fascino ottocentesco quelle ciminiere da una quarantina di metri che emetteranno continuamente gas e polveri nel nostro cielo?

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