[24/02/2010] News

Smaltimento delle scorie nucleari: il fallimento radioattivo delle miniere di sale in Germania


LIVORNO. Il Bundesamt für Strahlenschutz (Bfs) l'Ufficio federale per la protezione dalle radiazioni della Geermania, ha chiesto la rapida evacuazione di 128 mila bidoni di scorie nucleari stoccate dal 1967 al 1979 in nella miniera di sale Asse II nel land del Niedersachsen (Bassa Sassonia), nelle regione del Brunswick, tra questi ci sono 1.300 fusti di scorie di "media attività" che contengono circa 11 kg di plutonio, provenienti dall'impianto di trattamento del combustibile nucleare di Karlsruhe.

40 anni fa la soluzione della miniera di sale sembrò ideale per stoccare i fusti pieni di materiale radioattivo e la Germania si vantava di aver trovato questa soluzione "avanzata" oggi le autorità federali di Berlino hanno tra le mani una grana colossale e non sanno come fare ad evacuare le migliaia di bidoni e soprattutto non sanno in quale altro posto metterli.

Il 15 gennaio scorso gli esperti del Bfs hanno lanciato l'allarme, chiedendo il "de-stoccaggio" di 126.000 fusti di scorie che sono messi a dura prova da decenni dai 12 m3 di acqua, vale a dire 12.000 litri, che ogni giorno ruscellano sul pavimento e le pareti di una miniera di sale che doveva essere al sicuro da ogni infiltrazione di umidità.

Invece, la montagna esercita una gigantesca pressione sulle gallerie della vecchia miniera e dal 1988 ad oggi sono stati censiti 32 punti di infiltrazione d'acqua, alcune gallerie sono addirittura collassate e i barili incastrati nel sale sono stati danneggiati, contaminando la salamoia che ruscella e si infiltra e che raggiunge livelli di radioattività superiori fino a 10 volte la norma. Il torrentello radioattivo finisce in una "piscina" ad oltre 500 metri di profondità e poi viene convogliato verso la superficie, ma secondo gli ambientalisti tedeschi le infiltrazioni potrebbero alla fine provocare un'inondazione dell'Asse II che si trasformerebbe in «Una vera catastrofe nucleare. La falda freatica contaminata renderebbe la regine vicina inabitabile. E' solo una questione di tempo».

Bisogna anche far presto perché dopo il 2020 l'Asse II non sarà più utilizzabile. Secondo Sigmar Gabriel, l'ex ministro dell'ambiente socialdemocratico del precedente governo di Angela Merkel, l'«asse est è più o meno bucato come un pezzo di groviera svizzero»

Davanti a questo clamoroso fallimento dello stoccaggio sotterraneo delle scorie, le autorità locali e nazionali giocano allo scarica barile: l'ufficio del land per le miniere a Clausthal-Zellerfeld è perfettamente al corrente del rischio nucleare ma dice che se ne deve occupare il ministero dell'ambiente del governo giallo-nero e filonucleare a Berlino, che in effetti non ha tenuto molto conto della relazione del Bfs.

Il centro Helmholtz di Monaco di Baviera, che gestisce Asse II, dice di aver informato l'ufficio delle miniere e assicura che è pronto a fermare tutti i lavori. Intanto i superspecialisti delle scorie sembrano scoprire oggi con grande sorpresa le dimensioni di un pasticcio nucleare che è stato nascosto per trent'anni all'opinione pubblica tedesca sotto una coltre di sale e di rassicurazioni.

Il Bfs assicura che non rimane molto tempo per l'evacuazione dei bis doni di scorie, ma anche se si farà in fretta il cantiere durerà una decina d'anni e costerà almeno 2,5 miliardi di euro, che verranno pagati essenzialmente dai contribuenti (a proposito di costi aggiuntivi dell'energia nucleare). Ma i rischi e le incognite sono molti: lo stesso Bfs ammette che quello del recupero dei fusti è un metodo costoso e delicato e che l'Asse II potrebbe presentare ulteriori problemi, visto che bisognerà spostare dei bidoni «Il cui contenuto e stato di conservazione sono sconosciuti.

Secondo Thorben Becker, un esperto del Bund für Umwelt und Naturschutz Deutschland (Bund, la federazione degli Amici della Terra tedeschi) «Bisognerà estrarre i fusti dalle gallerie dove sono stati coperti dal sale, con tutti i rischi di contaminazione ai quali saranno esposti gli operai. Altre soluzioni, come la cementificazione totale della miniera, sarebbero evidentemente più rapidi e meno costosi, ma sarebbe un ripiego. Questo funzionerebbe solo se Asse II fosse stabile, il che è praticamente escluso. Cementare la miniera mine sarebbe una bomba a scoppio ritardato. Estratti da Asse II, i 126.000 barili dovranno essere trasportati alla miniera di ferro di Konrad, abbastanza vicina, ma questa non è, per il momento, prevista per questo utilizzo. E la resistenza degli ambientalisti d e della popolazione della regione è appena iniziata».

Secondo il Bund la vicenda dell'Asse II sta rendendo sempre più chiaro che non esiste nessuna risposta convincente sul futuro delle scorie nelle miniere di sale: «Bisogna guardare all'imminente crollo della miniera di sale di Asse II come ad un monito contro la continuazione della produzione di scorie nucleari in Germania. Si noti inoltre che è stato un errore stabilire, senza una sufficiente giustificazione tecnica, il sito di Gorleben (candidato allo stoccaggio di altre scorie nucleari tedesche, ndr) per un deposito nucleare. Entro pochi decenni potrebbero verificarsi nelle miniere di sale locali problemi analoghi a quelli di Asse II».

Becker non usa mezzi termini: «La soluzione migliore rimane la fine della produzione nucleare e la chiusura delle centrali nucleari».

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