[26/02/2010] News

Un gruppo di scienziati indipendenti rivedrà i dati dell’Ipcc

LIVORNO. Al Forum ministeriale mondiale sull'ambiente dell'Unep di Bali l'Onu ha annunciato che  istituirà un comitato indipendente di scienziati per rivedere i dati del IV rapporto dell' Intergovernmental panel on climate change, accusato di aver inserito dati non precisi riguardanti alcune questioni come lo scioglimento dei ghiacciai dell'Himalaya e l'innalzamento del livello del mare in Olanda.

Il  2007 assessment report dell'Ipcc  sulle cause e gli impatti del cambiamento climatico cita in oltre 3.000 pagine più di 10.000 articoli scientifici ed è la principale fonte di orientamento per i responsabili politici nella lotta contro il cambiamento climatico

L'Onu risponde così al fuoco di fila a cui i "clima-scettici" stanno sottoponendo l'Ipcc, confermando comunque anche a Bali che le indicazioni dell'Ipcc restano globalmente più che valide e che è certo che i più pericolosi effetti del cambiamento climatico siano di origine antropica.

Il "panel" di scienziati farà parte di una più ampia revisione del funzionamento dell'Ipcc che dovrebbe essere resa nota in tutti i particolari la prossima settimana. Secondo Nick Nuttall, il portavoce del Programma dell'Onu per l'ambiente (Unep) «sarà composto da figure di alto livello scientifico, i cui nomi adesso non sono in grado di svelare. Occorrerà fare una revisione dell'Ipcc, produrre un rapporto, ad esempio, ad agosto e ci sarà una sessione plenaria dell'Ipcc in Corea del Sud ad ottobre.  Il rapporto andrà oltre quelli adottati. Al momento, non c'è nessun review panel. Ieri, era stato chiarito che  questo gruppo di scienziati dovrà essere pienamente indipendente e non nominato dall'Ipcc, ma nominato da un gruppo indipendente degli stessi scienziati. I compiti a cui farà riferimento il gruppo verranno annunciati la prossima settimana. Penso che stiamo arrivando ad un buon livello per concludere questo problema. Una più ampia revisione dei dati Ipcc dovrebbe esaminare se vi sia la necessità di un divieto nell'utilizzo della "grey literature", un termine per descrivere la non-peer reviewed science. L'Ipcc ha un regolamento che consente la "grey literature". Gli scienziati dicono che materiale come rapporti di agenzie  governative o altri lavori simili non pubblicati su riviste scientifiche, sono fondamentali per cercare di ottenere un quadro completo dello stato attuale della scienza del clima». Il direttore esecutivo dell'Unep, Achim Steiner, aveva già detto ai giornalisti presenti a Bali che non sosterrà il divieto di utilizzare la "grey literature" e che i media avevano esagerato gli errori dell'Ipcc.

Intanto, sempre a Bali, il dimissionario segretario dell'Unfccc, Yvo de Boer, ha  confermato che secondo lui i Paesi industrializzati e quelli in via di sviluppo non sono in grado di approvare un nuovo trattato sul clima Cancun, in Messico, nel  2010: «Penso che Copenaghen abbia dimostrato che a volte se si tenta di andare troppo in fretta, si raggiungono effettivamente meno progressi».

De Boer, che fino a poche settimane fa diceva che non si potevano più ritardare le decisioni, ora dice che ci vuole più tempo per stabilire un quadro di misure di mitigazione ed aiuti finanziari per lottare contro i cambiamenti climatici, solo così si può convincere i Paesi in via di sviluppo a sostenere un nuovo accordo. Comunque ha detto che «L'attenzione dovrebbe spostarsi verso il raggiungimento di un accordo al summit del prossimo anno in Sud Africa, prima che il protocollo di Kyoto che scada nel 2012. Questa scadenza è molto vicina e questo è un problema. La prima priorità è quella di ricostruire la fiducia e la credibilità del processo. I Paesi in via di sviluppo devono essere convinti che ci sono gli incentivi che permetteranno loro di agire sul cambiamento climatico, ma anche di rispettare gli obiettivi nazionali di sviluppo economico. Se non è possibile dimostrare che ci sono vantaggi reali, questo non accadrà mai». 

Per de Boer i Paesi avanzati devono subito dare il via ai finanziamenti per 30 miliardi di dollari promessi a Copenhage ai Paesi in via di sviluppo per i prossimi tre anni e mantenere l'impegno di 100 miliardi di dollari all'anno entro il 2020. «Penso che il mio messaggio sia che si può ottenere molto di più nella vita con le carote che con bastoni».

Ma le carote hanno un costo. Lo ha spiegato a Bali il direttore generale della Commissione ambiente dell'Unione europea, Karl Falkenberg, che ha detto che gli aiuti ai Paesi poveri non potranno essere erogati in assenza di un accordo vincolante sui tagli dei gas serra: «Se la comunità internazionale non riesce a trovare nessun tipo di accordo, allora sarà molto difficile attuare questo obiettivo».

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