[26/02/2010] News

Disastro ambientale del Lambro: catena umana per salvare il fiume ferito

MILANO. Quella del Lambro e del Po si sta rivelando come uno dei peggiori disastri ambientali dolosi mai avvenuti in Italia, con conseguenze che si protrarranno nel tempo e di cui nessuno capisce ancora le ricadute negative. Dietro sembra esserci la mano della speculazione e comunque un'idea dell'ambiente come bene di nessuno, della salute umana e della natura come merce, dell'emergenza come "ricatto" e come occasione. La chiazza oleosa minaccia infatti i preziosi ecosistemi del Delta del Po, un complesso sistema di specchi d'acqua tra loro comunicanti, con tutte le specie che vi risiedono. Il rischio riguarda le attività di pesca, gli allevamenti ittici e di mitili e l'approvvigionamento idropotabile, visto che l'acquedotto di Ferrara pesca da una falda alimentata direttamente dal Po.

Anche per dire no a tutto questo Legambiente Lombardia ha convocato per il 27 febbraio, alle 11.30, nel Parco Lambro di Milano, una manifestazione chiamata "Abbracciamo il Lambro"

Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia, spiega che si tratta di «Un abbraccio collettivo al fiume Lambro. E' un'iniziativa simbolica che Legambiente lancia per sabato 27 febbraio, dopo la catastrofe ecologica che ha investito questo corso d'acqua e che ora sta drammaticamente colpendo il Po. L'onda nera di idrocarburi, partita martedì dalla ex raffineria di Villasanta, in provincia di Monza, ha già percorso 150 chilometri, lasciandosi alle spalle una terribile devastazione ecologica. Nelle prossime settimane il Lambro sarà pieno di macchie oleose e inquinato dagli scarichi del depuratore fuori uso di Monza. Vogliamo far sentire la voce di cittadini e associazioni, per denunciare la gravissima sottovalutazione della catastrofe ambientale, le omissioni della politica, l'incredibile ritardo degli interventi, ma soprattutto vogliamo dire che per il Lambro è arrivato il momento del cambiamento: le responsabilità della catastrofe devono essere riconosciute e punite, ma subito dopo la rinascita del fiume deve diventare una sfida per l'intera comunità della Lombardia. Legambiente invita cittadini, associazioni e comitati che hanno a cuore la salute di questo fiume ad unirsi in un abbraccio, una catena umana che si snoderà nel Parco Lambro di Milano. Faremo sentire la nostra voce circondando il fiume con una catena umana lungo le sponde del fiume ferito».

In serata sull'argoemnto è intervenuto anche il ministro dell'ambiente Stefania Prestigiacomo, che ha ammesso «I conti non tornano nel declassamento della "Lombarda Petroli" nelle categorie di rischio previste dalla Direttiva Seveso. Ho disposto - prosegue il ministro - una indagine interna per chiarire come sia avvenuto tale declassamento e se i dati relativi sono compatibili con quanto accaduto, alla luce delle quantità di idrocarburi recuperate fino a questo momento».

L'uscita della "Lombarda Petroli" dall'elenco delle industrie "a rischio di incidente rilevante" sembrerebbe avvenuta, ad un primo riscontro, all'inizio del 2009 sulla base di una autocertificazione dell'azienda sulla quantità di idrocarburi presenti nell'impianto, così come previsto dalla normativa Seveso del 1999. Nella autocertificazione l'azienda ha affermato che nell'impianto erano presenti quantità di idrocarburi inferiori a quelle previste per l'inserimento dell'impianto tra quelli "a rischio di incidente rilevante".

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