[29/07/2009] News

Osservasalute Ambiente: gran parte delle regioni in ritardo su radon e inquinamento acustico

FIRENZE. Greenreport ha in parte riferito ieri in merito alla presentazione della prima edizione del rapporto Osservasalute Ambiente (2008), soffermandosi in particolare sulle carenze da nord a sud del settore idropotabile. Per le altre matrici la situazione purtroppo non è più confortante. Nonostante il trend positivo, per quanto riguarda l'inquinamento acustico, solo il 31,5% dei comuni italiani ha approvato la classificazione acustica il che denota un netto ritardo per la gran maggioranza delle amministrazioni comunali.

Situazione ancora peggiore per l'inquinamento da radon. il Rapporto mette in luce un forte ritardo delle Regioni che devono eseguire una mappatura del territorio e individuare le zone in cui il problema si presenta in modo più rilevante, dove sarà obbligatorio effettuare misure e interventi in tutti i luoghi di lavoro, anche in superficie. Una prima individuazione delle aree doveva essere effettuata entro il 31 agosto 2005, ma la mancata costituzione di una speciale commissione, che avrebbe dovuto stabilire le linee guida per le metodologie di mappatura, ha portato ad accumulare anni di ritardo.

Complessivamente non "brillanti" i dati generali della qualità dell'aria nelle aree urbane specialmente al nord. Per quanto attiene il settore rifiuti, il rapporto prende in considerazione produzione e raccolta differenziata solo degli urbani.

Come più volte greenreport ha sottolineato tali dati forniscono qualche indicazione ma non la fotografia completa delle criticità del settore rifiuti. In ogni modo nel periodo 1999-2006, secondo il rapporto, i rifiuti urbani sono cresciuti di oltre 4 milioni di tonnellate (+15%), passando da 28,3 milioni di tonnellate nel 1999, a 32,5 nel 2006. Il tasso di crescita risulta più marcato nel Centro (+21%) e Nord (+13,6%) rispetto al Sud (+12%). Qualche passetto in avanti è stato registrato sul fronte della raccolta differenziata passata dal 13,8% nel 1999, al 25,8% della produzione totale nazionale dei rifiuti urbani nel 2006, valore nettamente inferiore all'obiettivo del 35% previsto dalla normativa a tale data.

«Nella maggior parte dei casi - osserva Umberto Moscato dell' Istituto di Igiene dell'università Cattolica di Roma, uno degli autori del rapporto- l'ambiente è monitorato solo per obbligo normativo e tale monitoraggio è disconnesso rispetto a una reale conoscenza del fenomeno salute/malattia nella popolazione. Questi problemi si amplificano se visti in un'ottica di gap tra Regioni (virtuose e meno virtuose), considerando che l'inquinamento è un fenomeno globale».

«Sebbene un cittadino di Pavia - continua Moscato- potrebbe essere soddisfatto in quanto la provincia dichiara che i parametri ambientali vanno bene, in realtà fumi industriali provenienti dalla Campania, dove i controlli sono meno rigorosi o assenti, potrebbero in ogni istante determinare effetti negativi sulla sua salute, perché gli inquinanti non si fermano ai confini regionali».

In base alla fotografia che emerge da questi dati, è necessario investire per tutelare e riqualificare il territorio del nostro Paese, che è il vero "tesoretto" che abbiamo a disposizione e che invece più o meno velocemente stiamo dilapidando.

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